Timidezza: limite o risorsa??

Se vi capita di arrossire facilmente o di agitarvi davanti a situazioni o persone nuove o quando dovete parlare in pubblico, probabilmente fate parte della categoria dei "timidi".

Almeno una volta nella vita, ogni timido avrà pensato: "Ah come vorrei essere più sicuro, determinato ed estroverso!" oppure "La timidezza mi blocca, mi sento impacciato, non riesco ad essere spigliato e sicuro come vorrei!"

Questi pensieri portano i timidi a paragonarsi con le persone che appaiono più decise e sicure di sé e generalmente il confronto è sempre svantaggioso e alimenta le insicurezze.

In realtà, la timidezza è un aspetto della personalità che si manifesta in diversi contesti di vita e di per sé non è "sbagliata". Semplicemente essa indica che la persona è più emotiva della media, non ama stare al centro dell'attenzione e preferisce avere pochi amici fidati.

Nelle occasioni sociali, i timidi restano spesso in silenzio e faticano ad esprimere le proprie idee per timore di sbagliare e di essere giudicati. Inoltre i timidi evitano di contraddire gli altri per non perdere il loro consenso e non amano le discussioni perché li obbligano ad esternare le proprie opinioni.

Nella nostra società estremamente competitiva e orientata al perfezionismo, la timidezza è solitamente vista come un problema che impedisce di "emergere e di farsi valere".

Quando la persona si sente a disagio, ecco che si manifesta la timidezza con specifiche reazioni fisiologiche: facilità ad arrossire, sudorazione, aumento del battito cardiaco e respiro accelerato. Queste sensazioni fanno sentire inadeguati e in imbarazzo, così la persona preferisce evitare quelle situazioni sociali che avverte come "difficili" o come fonte di disagio. Così, il timido eviterà di parlare in pubblico o di esprimere il proprio parere, per paura di essere contraddetto o di fare un'osservazione sbagliata.

Talvolta la timidezza può compromette diversi ambiti di vita, come scuola, lavoro o amicizie e, nei casi più estremi, essa porta all'insorgere di fobie sociali, con un vero e proprio ritiro e isolamento da mondo esterno. In questo caso, è opportuno rivolgersi ad uno psicologo per superare la difficoltà.

Attenzione! Nessuno nasce "timido", ma si tratta di un atteggiamento che si apprende durante l'infanzia o l'adolescenza, che si può modificare nel tempo, con la maturazione personale e, in alcuni casi, con l'aiuto di uno psicologo.

In realtà, quando i timidi si sentono "a loro agio", mostrano le loro tante doti e qualità ai pochi privilegiati di cui si fidano. Ciò rende le persone timide come dei tesori preziosi da scoprire a poco a poco.

Non dobbiamo focalizzarci solo sugli aspetti negativi della timidezza. Bisogna invece riconoscere che essa possiede diversi lati positivi che diventano un'arma vincente nel rapporto con gli altri:

· Chi non ama parlare, spesso è un ottimo ascoltatore e sa prestare attenzione all'altro in modo empatico. Il timido sa mettere a proprio agio l'interlocutore, instaurando un rapporto di fiducia.

· Restando in disparte, la persona timida ha una spiccata capacità di osservazione, che gli permette di comprendere, immedesimarsi ed entrare in sintonia con gli altri.

· I timidi sono riservati e non ostentano le proprie capacità. Questo li rende agli occhi di amici e conoscenti dei preziosi e insostituibili confidenti a cui chiedere consigli.

· I timidi riflettono molto prima di agire, evitando gesti impulsivi, e appaiono agli altri come persone sagge e giudiziose su cui fare affidamento.

· Data la tendenza ad esprimere raramente il proprio parere, quando un timido parla, tutti l'ascoltano attentamente e le sue parole godono di grande considerazione e credibilità.

Generalmente la timidezza si supera con il tempo, grazie alla maturazione psico-fisica e alla maggiore consapevolezza delle proprie capacità, con conseguente aumento dell'autostima personale.

Tuttavia, se ciò non dovesse accadere e la timidezza diventasse un problema serio che compromette significativamente il benessere della persona, è opportuno parlarne con uno psicologo per trasformare questo aspetto caratteriale da un problema a una risorsa di cui andare orgogliosi.

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