LE NUOVE DROGHE
Le nuove sostanze psicoattive sono molecole sintetiche che imitano l’azione di cannabis, cocaina, amfetamina, eroina, ottenute in laboratorio modificando la struttura chimica degli stupefacenti tradizionali o creando nuove molecole che funzionalmente imitano l’effetto di quelle tradizionali. Quando una di queste nuove sostanze viene lanciata sul mercato, inizialmente la sua vendita non è vietata perché ha una composizione differente da quella degli stupefacenti conosciuti e dunque non è compresa nelle tabelle delle sostanze illecite. L’Agenzia dell’Unione Europea sulle Droghe (EUDA) ha attivato un Sistema di Allerta Precoce che riceve informazioni dai sistemi nazionali degli Stati Membri ogni volta che una nuova sostanza viene identificata e caratterizzata e la inserisce nelle tabelle internazionali degli stupefacenti illeciti, abbreviando il più possibile l’intervallo di tempo in cui la sua vendita è libera.
La loro diffusione nel nostro paese è in aumento.
I laboratori che le producono si trovano per lo più in Cina, Europa dell’Est e Sud America. Fanno la loro prima apparizione soprattutto nella penisola scandinava, in Gran Bretagna e nelle Isole Baleari, dove vengono “testate” dai consumatori che ne determineranno il successo sul mercato illecito. Si trovano sul mercato clandestino, si acquistano attraverso internet e il dark web.
Appena creato, un nuovo stupefacente viene immediatamente lanciato sul mercato, senza che gli stessi produttori ne conoscano appieno gli effetti. I consumatori fanno da cavie e si scambiano giudizi e consigli attraverso forum e social network.Gli stupefacenti consumati più largamente in Italia sono i cannabinoidi e la cocaina. Esiste una grande varietà di nuove molecole di sintesi, con effetti molto diversi tra loro. Le due categorie più rappresentate sono i cannabinoidi sintetici e i catinoni, che hanno effetti stimolanti simili a quelli della cocaina e dell’amfetamina. I derivati della cannabis raramente provocano intossicazioni gravi, mentre quelli sintetici possono causare episodi psicotici.
I catinoni sintetici sono analoghi di una sostanza presente in natura che si trova nelle foglie di Catha Edulis (Khat). Sono simili a sostanze come le amfetamine, la cocaina e l’MDMA. Uno studio ha rilevato che il 3,4-metilendiossipirovalerone (MDPV), un comune catinone sintetico, induce nel cervello effetti simili alla cocaina, ma è almeno 10 volte più potente. I catinoni sintetici possono produrre effetti che includono:paranoia, allucinazioni, aumento del desiderio sessuale, attacchi di panico, agitazione estrema e comportamento violento. I catinoni sintetici vengono comunemente venduti con il nome di “Sali da bagno” e la loro assunzione può portare a conseguenze estremamente gravi per la salute.
Come ogni prodotto di consumo, anche le “droghe” sono cambiate e continuano a cambiare. Nel caso degli stupefacenti, il cambiamento è determinato soprattutto da tre fattori: a) La concorrenza all’interno del narcotraffico, che pur nel moltiplicarsi delle economie illegali e delle occasioni di arricchimento resta una delle principali fonti di profitto delle mafie. Concorrenza che porta all’immissione nel mercato nuovi tipi di sostanze in grado di “conquistare” nuove fasce di consumatori. b) I mutamenti sociali, in particolare in ambito giovanile, che determinano nuovi orientamenti, propensioni, stili di vita e di consumo, di cui l’uso di droghe diventa parte integrante. Cruciale, in questo senso, è stato il passaggio negli anni 90 dalle droghe da “estraneazione” – di cui era emblema l’uso di eroina endovena – alle droghe da “prestazione”, socializzanti e performanti, come l’ecstasy, le anfetamine, la cocaina. Cruciale perché ha contribuito a demolire nell’immaginario giovanile la figura romantica dell’eroe-negativo che con la tossicodipendenza esprimeva una protesta al “sistema”, trasformato dalla cultura della prestazione in figura “perdente” e priva di fascino. c) La crisi economica, che ha profondamente impoverito l’Italia e reso lo “spaccio al minuto” un espediente per fare qualche soldo.
Quanto allo scenario attuale, è molto articolato: la maggioranza dei consumatori predilige una triade di sostanze: due legali, alcol e tabacco, e una illegale, la cannabis. La “fidelizzazione” alla cannabis (chi la consuma non vi associa l’assunzione di altre sostanze illegali) è stimata intorno all’80 per cento. Quanto alla minoranza, pur significativa che si avventura nell’uso/abuso di droghe illegali (da una parte cocaina e crack, dall’altra oppioidi sintetici – ottenuti prevalentemente via Internet – insieme a un ritorno dell’eroina fumata) sono persone che hanno spesso alle spalle prolungate “sperimentazioni”. Ketamina, efedrone, psicofarmaci rappresentano varianti in grado di determinare di volta in volta effetti “personalizzati”. A differenza del passato, oggi il “mercato” offre la possibilità al consumatore di confezionarsi il proprio prodotto, in base a esigenze e effetti desiderati
Molti ragazzi oggi tendono a sperimentare e provare di tutto, spesso senza sapere nulla della sostanza assunta. Incoscienza, impulsività, senso d’onnipotenza e di invulnerabilità propri dell’età adolescenziale sono i fattori che in genere vengono associati all’abuso. I motivi che portano all’iniziazione del consumo sono spesso banali: accondiscendenza al gruppo, riflesso conformistico all’interno di un atteggiamento anticonformistico, timore di essere da meno e dunque esclusi. Tutto riporta alla pressione del gruppo dei “pari” e al desiderio di appartenenza identitaria tradotto in emulazione di comportamenti trasgressivi. Bisogna tuttavia distinguere il fenomeno del consumo da quello della dipendenza. La maggior parte dei giovani consumatori impara a conoscere il proprio limite e a ricondurre l’assunzione di sostanze a un principio di autoregolazione, trovando una misura nell’intensità e nella frequenza. Quando si riduce il bisogno di appartenenza – con i relativi “riti di passaggio” – il più delle volte il consumo diminuisce o scompare, soppiantato da interessi di altro genere e dalla ricerca di nuovi e più maturi rapporti. Se l’età tipica dell’iniziazione rimane il biennio della scuola superiore (con una “precocizzazione” oggi, in alcuni contesti, agli anni della scuola media), la desistenza dall’abitudine avviene mediamente tra i 22-24 anni, tranne per chi si avventura in percorsi rischiosi che sfociano nella dipendenza.
Molto spesso, farmaci approvati per un certo utilizzo e dosaggio, diventano pericolose sostanze stupefacenti, se usati in modo diverso da quanto indicato dai profili di sicurezza.
Il caso più noto è quello delFentanyl, un noto oppioide sintetico usato per la terapia del dolore e come anestetico, circa 100 volte più potente della morfina, con effetti collaterali potentissimi, che sta provocando una vera e propria epidemia negli Stati Uniti. Oltre alla sua azione analgesica, provoca stordimento ed euforia potentissimi. Gli effetti collaterali a breve termine sono nausea, capogiri, vomito, affaticamento, mal di testa, anemia e edema periferico, ma a preoccupare è l’abuso che sviluppa rapidamente dipendenza. I problemi più gravi subentrano quando il Fentanyl è mescolato con eroina, cocaina,alcool e benzodiazepine. I rischi sono overdose (depressione resiratoria potenzialmente mortale) e arresto cardiaco. Sono sufficienti 2 mg di Fentanyl per causare la morte. In Europa e negli Stati Uniti si sono registrati negli ultimi anni molti decessi legati all’uso di eroina combinata con il Fentanyl o uno dei suoi vari potenti analoghi, come l’alfa-metil fentanyl e il 3-metilfentanyl.
In tutto il mondo, ma principalmente negli Stati Uniti, preoccupa anche la diffusione dell’uso della xilazina, un farmaco sedativo per uso veterinario, come sostanza stupefacente, per preparare dosi di eroina e di Fentanyl, il noto oppioide sintetico. In questo modo le dosi costano di meno, ma i consumatori non lo sanno, e non immaginano il rischio di andare incontro a overdose o a conseguenze anche molto gravi per la salute. Al momento sono note ulcerazioni, escoriazioni e infezioni della pelle per le quali si può rischiare anche l’amputazione dell’arto.
Ecco alcune delle più note, a secondo degli effetti specifici che provocano nei consumatori:
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Krokodil. Nasce in Russia, dove ha ucciso migliaia di ragazzi, diventando una vera e propria emergenza sociale. In Italia non è ancora molto diffusa, tuttavia il suo consumo è in crescita. Fa parte della famiglia degli oppiacei ed è una droga che ha un costo bassissimo (2 o 3 euro per dose)poiché è composta da codeina, un analgesico facilmente reperibile, a cui si aggiungono benzina, olio, iodio e detersivi, creando così una miscela esplosiva. In Russia il suo consumo ha raggiunto livelli considerevoli anche perché il Krokodil si può preparare in casa. Già dalla prima assunzione causa danni al fegato, al cervello e al sistema nervoso centrale. Uno degli effetti caratteristici di questa droga è la formazione di ulcere cutanee che rende la pelle somigliante a quella di un coccodrillo (da qui il nome). Tra gli altri effetti ricordiamo: aggressività che può generare atti di cannibalismo, danneggiamento degli organi interni, cancrena dei tessuti molli danneggiati L’aspettativa di vita, per chi ne fa uso, è davvero breve: di solito tre anni. Purtroppo, questa terribile droga ha iniziato a diffondersi anche nel nostro paese e nel 2016 è avvenuto il primo decesso per overdose di questa sostanza;
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Flakka. Si tratta di uno stimolante con effetti simili a quelli della cocaina, che in Italia non è ancora popolare come il Krokodil, ma che si sta diffondendo, provocando importanti effetti fisici e mentali che provoca su chi ne fa uso. Quando entra in circolazione nel corpo, stimola la produzione di grandi quantità di Dopamina, un neurotrasmettitore che aiuta a regolare lo stimolo del senso di piacere. La flakka si presenta sotto forma di sali maleodoranti che possono essere ingeriti, sniffati, iniettati endovena o addirittura possono essere vaporizzati all'interno della sigaretta elettronica. Le persone che assumono tale droga presentano: euforia, paranoia, allucinazioni, aggressività, tachicardia. Una volta scomparso il senso di euforia, arriva il momento di "down" caratterizzato da stanchezza e depressione. Per ovviare a questi sintomi il consumatore è così indotto ad assumere altre dosi, finché non sopraggiunge la dipendenza fisica e mentale;
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Mefedrone. Nota "la droga zombie", è spacciata sotto forma di polvere o compresse. Vi sono stati numerosi casi di cronaca che hanno visto come protagonista questa sostanza, registrando come effetti collaterali aggressività, allucinazioni e atti di autolesionismo. Questa sostanza si può trovare facilmente su Internet, e costa molto poco (aspetto cruciale per i giovanissimi) poiché è ricavato dai sali da bagno. Può variare in composizione sia per sperimentare sensazioni diverse sia per evitare i controlli.
Dopo la necessaria descrizione delle nuove droghe, diventa fondamentale una riflessione e una vera presa in considerazione della attuale situazione giovanile.
Sono una esperta in dipendenze e riscontro un aumento inquietante di giovani e giovanissimi che fanno uso di qualsiasi tipo di stupefacente. Anche gli psicofarmaci, soprattutto lo Xanax, vengono largamente e inconsapevolmente utilizzati.
Non si può più continuare solo a demonizzare i giovani e il loro comportamento, è necessario e urgente capire cosa li porta a farsi del male così pesantemente. Vanno ascoltati, accolti senza giudizio. Andrebbero creati dei punti di incontro che permettano loro di conoscere le sostanze e gli effetti devastanti.
Io, personalmente, ho riscontrato degli effetti molto positivi, prestando loro ascolto, empatia e l’autentica voglia di aiutarli.
Non lasciamoli soli!
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