Dipendenza affettiva: cause

Dipendenza Affettiva

Perchè non mi chiami? Non sono nessuno senza il  tuo amore

C’è un tempo per essere bambini, c’è un tempo dove non importa la realtà e neanche  l’impossibile, è tempo di giocare e di scoprire il mondo, è tempo di lasciare il dentino sotto il cuscino, aspettando che arrivi il topino a prenderselo, tempo di festeggiare i compleanni con gli amici. È un tempo dove gli adulti si occupano dei problemi, delle responsabilità della vita quotidiana. Loro sono gli incaricati di proteggere, di educare, di alimentare e anche di insegnare a separarsi ed a crescere.

Però ci sono bambini che non hanno potuto giocare, non hanno potuto essere spensierati vivendo la loro legittima infanzia, perché erano troppo occupati con problemi dei grandi, perché questi non c’erano oppure c’erano, ma non erano disponibili od erano assenti: genitori infantili, dipendenti da droga, narcisistici, abbandonici, depressivi, la lista sarebbe interminabile insomma, genitori impossibilitati ad esercitare la loro funzione. Bambini che sono cresciuti in ambienti ostili, violenti. Padri  o madri che hanno ripetuto la storia, il dramma che avevano vissuto e non sono riusciti a fare diversamente. È vero che questi bambini od alcuni di loro si sono fatti carico e hanno preso il loro posto occupando il posto del padre/madre, quando ancora non erano pronti per affrontare questa grande situazione che avevano davanti.

Ragazzi che hanno dovuto smettere di giocare, di festeggiare i compleanni, di scrivere la lettera a babbo natale e sono dovuti diventare improvvisamente  bambini - adulti. Così questi bambini-adulti hanno dovuto  prendersi cura dei  fratelli, ad occuparsi della gestione della casa, della vita familiare, ad intervenire nei litigi dei grandi, a consolare una mamma depressa, che non riusciva ad alzarsi dal letto, a tornare subito a casa per paura che il  padre  arrivasse ubriaco e maltrattasse la mamma ed i fratelli e quindi a cercare di difenderli, a volte prendendo le botte pure lui per mettersi nel mezzo per proteggerli.  Per non creare più problemi di quanto c’erano già è diventato un bravo allievo, non si lamentava mai, non chiedeva niente per lui/lei e faceva tutto con la speranza di sentirsi amato. Questi bambini-adulti crescono con “fame di amore”, di cura e bisogno di protezione.  In età adulta continueranno a fare quello che hanno sempre fatto: cercare di essere perfetti per essere amati, prendendosi cura dell’altro, senza pensare ai propri bisogni emotivi.

Comunque  sono diventati uomini importanti, prestigiosi, e donne con grandi talenti,  ma il vuoto dentro di loro li farà sempre sentire emotivamente bambini. Come i genitori non hanno saputo prendersi cura della loro infanzia, così i bambini–adulti non sono in grado di prendersi cura di sé stessi. Siccome non hanno imparato ad amarsi, uno degli errori più comuni in queste persone  e di cercare  qualcuno (amici, partner, figli) che li possa completare, colmando quel grande vuoto d’amore. Ma la disperazione porta  a fare scelte sbagliate. In percentuale la dipendenza affettiva colpisce maggiormente le donne che manifestano il loro tormento con una insicurezza continua e cercano disperatamente conferme: Perché non mi hai ancora chiamato? Perche non mi mandi un sms? Mi ami?  Ti manco? È tutto il giorno che ti cerco! Faccio tutto quello che vuoi te! Se vuoi non esco con i miei amici e sto con te!  Frasi come queste sono segni di rinunce a sé stesse, iniziano a privarsi dei propri spazi ed interessi personali, riducono le relazioni interpersonali, spesso sono l’antefatto della violenza, meccanismi di assoggettamento al partner, che conducono la donna a rinunciare a molte delle proprie autonomie, interessi e  libertà di azione. I comportamenti del partner che favoriscono la dipendenza nella coppia, si possono osservare in alcuni di questi atteggiamenti di lui. Richiedere alla donna una maggiore concentrazione sulla vita di coppia, portandola nel proprio gruppo sociale, allontanandola da amici e familiari.- Incoraggiare la donna a stare in casa, a rinunciare a fare corsi, a non dedicarsi a hobby mostrando dispiacere se non fa come dice lui. Mostrarsi geloso, anche senza esplicite accuse, chiuso ed incupito se lei parla con una persona del sesso opposto. Può accusarla di esserle infedele solo per parlare con un altro. Criticare la donna per il suo aspetto fisico ed il modo di vestirsi. Alternare espressioni di grande amore con il distacco motivato della delusione per il comportamento della partner non consono ai propri desideri.

Queste donne quando incontrano un partner si sentono come   se nascessero di nuovo, si sentono vive, l’altro dà loro un’identità, le fanno sentire che contano per qualcuno, però è una trappola, perché se l’altro gli dà un’esistenza gliela può anche togliere,  per questo sentono che è importante prendersi cura disperatamente di questa relazione, a qualunque prezzo, perché la storia non finisca. A qualunque prezzo? Non c’è un limite per l’amore? Che succede quando si tratta di una relazione distruttiva, senza amore, senza progetti, senza reciprocità?

Dove c’è controllo, isolamento e dipendenza dell’altro non è amore. Per questi adulti che non sono stati mai bambini, i limiti non esistono. Impararono ad essere forti ed a farsi carico di tutto, sembra come se non ci fosse niente che non riescano a tollerare: sopportano, cedono,  posticipano, reprimono, negano,  si mentono, si ingannano, si azzittiscono. E se non sopportano più, stringono i denti per sopportare ancora un po’.  Si sentono importanti solo se c’è l’altro. Gli amori distruttivi ci portano a perdere la nostra dignità, i nostri valori, principi  e ci fanno ammalare. In ogni coppia ci sono discussioni, litigi ed è funzionale quando, aiuta a conoscersi meglio, per comprendersi, per confrontarsi, per imparare qualcosa di nuovo, quando si basa sull’accettazione reciproca; quando è la coppia a vincere e non il singolo individuo. Il vero amore dà allegria, non fa male e non fa morire  nessuno. L'equilibrio di coppia si fonda sempre sul dialogo, sul rispetto di sé stessi e sul riconoscimento dell'altro come individuo, prima che come partner.

         Dott.ssa Mariana Padriali

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