A scuola non gioca con gli altri bimbi mentre a casa è molto attivo con noi, nonni e cugini

federico

ho un bimbo di due anni e mezzo e va all'asilo da due anni e so che a scuola non gioca con gli altri bimbi a casa è molto attivo con noi e nonni e cugini ma quando viene qualcuno non ci gioca si va in giro e se ci sono persone si chiude in se da solo gioca.quando ci sono dei rumori forti o uno lo riprende se siamo noi si arrabbia e fa le picche ma se sono altri si tappa le orecchie e si chiude in se.vuole molto la nostra attenzione da farci i piccoli dispetti per avere la nostra attenzione!!!!non so se è solo timidezza o è un problema! con noi gioca molto ma se ci allontaniamo un attimo ci viene anche a chiamare.grazie

5 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno Federico,

forse il suo piccolo ha un problema di sicurezza e paura di esplorare il mondo. Sarebbe però importante cercare di capire perchè e da quanto tempo si comporta così. Voi come reagite? quali solunzioni avete tentato di mettere in atto? se le va possiamo sentirci telefonicamente o per mail.

Gen.le Federico,

mi occupo di problemi di questo tipo da anni, per cui capisco bene la sua preoccupazione. Le informazioni che ha scritto potrebbero far pensare a un quadro problematico, ma senza un'accurata valutazione è difficile affermarlo con certezza. Quello che posso dirLe è che, ad ogni modo, è possibile intervenire sul problema portando miglioramenti significativi in tempi brevi. Se vuole, può contattarmi, sarò ben lieto di aiutarLa. Cordiali saluti.

Buongiorno. Come prima cosa vorrei dirle che penso sia un pò prematuro preoccuparsi delle capacità di socializzazione di suo figlio: ha solo 2 anni e mezzo, e le abilità sociali dei bambini si sviluppano gradualmente nell'arco di diversi anni.

Durante il primo anno di vita l'interazione è incentrata sui genitori e e poche altre figure significative.
Dopo il primo anno cominciano le prime interazioni con i coetanei, ma è solo verso i 2-3 anni che iniziano i primi giochi interattivi.

La capacità di socializzare non si acquisisce di colpo, ma si sviluppa per gradi, e con tempi e modalità differenti. Queste differenze dipendono da diversi fattori, fra cui il livello di sviluppo del linguaggio, il carattere del bambino (un bambino timido impiegherà più tempo), il grado di autostima, nonchè il modo con cui i genitori si relazionano con lui.

Inoltre occorre tenere presente che il bambino, nei primi anni di vita, vive una fase egocentrica, in cui ha essenzialmente bisogno di essere al centro dell'attenzione dei genitori. E questo bisogno di attenzione va accettato.

Questa accettazione, d'altra parte, non deve tradursi nell'esaudire ogni sua richiesta o nell'essere continuamente a sua disposizione, ma nel trasmettergli un messaggio affettivo e rassicurante. Messaggio  che sarà importante quando, durante gli anni della scuola materna, si svilupperà maggiormente il processo di socializzazione, cioè il bambino comincerà ad uscire dalla fase egocentrica, a vedere gli altri, a confrontarsi e a comunicare.

Gentile utente,

il bambino potrebbe aver sofferto di un inserimento troppo precoce all'asilo e quindi del distacco dall'ambiente familiare. Ovviamente è solo un'ipotesi, per quante ore sta all'asilo? Il suo comportamento sembra proteso a rinforzare l'attaccamento e la vicinanza dei familiari. Tenga presente che i bisogni di socializzazione con i coetanei si fanno evidenti verso i 3 anni, per cui aspetterei con una certa tranquillità, rassicurandolo della vostra presenza e amorevolezza.

Dott.ssa Valentina Sciubba

Dott.ssa Valentina Sciubba

Roma

La Dott.ssa Valentina Sciubba offre supporto psicologico anche online

Gentile Federico, come già un pò è stato detto, ci sono molti aspetti che andrebbero analizzati, per capire se questi comportamenti sono un'evoluzione naturale o possono essere dei segnali di un problema,e che dovrebbero essere valutati da un professionista in studio. Ma apprezzando la sua attenzione e voglia di capire e dare una mano a suo figlio, vista la fondamentale importanza nelle problematiche infantili dell'atteggiamento dei genitori al riguardo, intanto potrebbe essere di aiuto cercare di non trasmettere preoccupazioni su questo aspetto a vostro figlio, nè sottolineare troppo questa situazione in sua presenza, quanto piuttosto stimolarlo indirettamente, senza forzarlo, a stare con gli altri, aiutandolo in questo con la vostra presenza, in modo da fargli superare le sue paure e resistenze con gradualità. Mi tenga aggiornata e consideri la possibilità di contattarmi per ulteriori delucidazioni o per una consulenza con me nel mio studio di Montevarchi.

Cordiali saluti

Dott.ssa Nazaria Palmerone

Dott.ssa Nazaria Palmerone

Arezzo

La Dott.ssa Nazaria Palmerone offre supporto psicologico anche online