Rapporto conflittuale madre e figlia

enrico

Buonasera Scrivo nel tentativo di essere di aiuto per una mamma ormai adulta che conosco da più di 10 anni e che ha un rapporto difficilissimo con la figlia ormai trentenne e mamma a sua volta, peraltro separata. Da sempre che ella ricordi il rapporto con la figlia è stato traumatico e di forte attrito nonostante ella per la figlia stessa abbia dato tutte le cure e attenzioni necessarie. Praticamente non è possibile un dialogo sereno mai e sempre la figlia ormai adulta continua a recriminare la mancanza di cura da parte della mamma che ormai da anni si dibatte e peraltro non riesce ad avere una vita regolare neanche più per se stessa. Le ho consigliato un percorso psicoterapeutico quale unica soluzione: mi ha riferito di essere in passato andata da uno psicoterapeuta che le disse subito e solo di creare un distacco che pero non è stata in grado di realizzare: a mio giudizio la situazione è gravissima e d'accordo con lei ho preso l'impegno di trovare delle risposte competenti e uno psicoterapeuta in Abruzzo di notevole esperienza dato che il caso lo impone. Vi ringrazio anticipatamente

2 risposte degli esperti per questa domanda

Salve in merito a quanto da lei raccontato, il consiglio che ha dato alla sua amica è un buon consiglio. Il distacco dai genitori e dai figli non è facile, nè immediato, ma necessario per crescere, con distacco non intendo negare la loro esistenza, ma mantenere il confine tra sè stessi, con le proprie idee, personalità, conoscenze ed una propria vita ed i genitori o i figli con le loro idee e la loro vita. Se questo non avviene, la faccenda si complica perchè non c'è possibilità di avere una relazione serena, perchè non c'è possibilità di esprimere sè stessi all'interno della relazione che risulta non alla pari. Convinca la sua amica ad andare in psicoterapia e se non vuole andarci, può farlo la figlia, andarci può essere di aiuto ad entrambe. Spero di esserle stata di aiuto, cordiali saluti.

Gentile Enrico,

le situazioni di cosidetto invischiamento ovverosia mancanza di necessari confini nella relazione sono solitamente, come racconta bene anche lei, quelle più conflittuali. L'impossibilità di creare un distacco mi fa supporre che le ansie sia della madre che della figlia creino un'esplosività nel rapporto che si autoalimenta. La figlia reclama cure. Spesso se le mamme non si occupano a sufficienza di sè stesse, agiranno le loro problematiche nel rapporto con i figli (ma non solo). Le cure materne di cui probabilmente parla la figlia infatti non riguardano una costante presenza indifferenziata, ma una modulazione affettiva in un rapporto basato sul rispetto ovverosia caratterizzato dalla possibilità di avvicinarsi e allontanarsi e di riconoscersi come individui separati.

Nelle circostanze in cui il rispetto viene meno, i problemi più evidenti riguardano le tematiche di dipendenza e autonomia e mancanza di confini. Certo in ogni specifico caso, questa "danza a suon di calpestarsi vicendevolmente i piedi" ha le sue caratteristiche peculiari, relative alla storia relazionale di ognuno dei partecipanti.

Non è sufficiente pertanto l'imposizione di un "distacco". Quello che dovrebbe essere lavorato in terapia sono le motivazioni profonde per le quali la scarsa cura verso di sè si riproduce nelle relazioni intergenerazionali (anche la figlia mi pare di capire è separata) come una bomba atomica in continua esplosione, che non fa altro che alimentare il conflitto.

Il suggerimento per una psicoterapia è ottimo, essa però dovrebbe essere seguita non al solo fine di interrompere il ciclo vizioso (non si interromperà magicamente), ma anche per indagare le motivazioni profonde che lo scatenano e lavorarci duramente per cambiare. Questo richiede volontà e convinzione. L'essere esausti può essere una buona motivazione per cambiare, a volte però purtroppo insufficiente. Le persone cambiano se lo vogliono, lo decidono e si impegnano. Spero che riuscirà ad essere d'aiuto a questa coppia di mamma e figlia riuscendo a suggerire delle  motivazioni sufficienti a dare una spinta per cambiare registro.

Cordialità