Psicosi non curata degenerata

Barbara

Gentili Dottori, mio padre (62 anni) ha sempre sofferto di disturbi psichici, ma non si è mai voluto curare. In particolare, aveva spesso idee fisse, manie, che però non gli hanno impedito di fare una vita normale, anche se molto solitaria. Ora, circa una settimana fa, è stato trovato in strada in stato confusionale al mattino. Era uscito lasciando la porta di casa aperta, la luce accesa. Da allora parla e si muove molto lentamente, il suo stato è ancora confusionale, non riesce ad esprimersi e ha difficoltà nel mangiare da solo. Siamo stati costretti a ricoverarlo in ospedale; seguirà un ricovero in casa di cura, dato che lui non è più autosufficiente. Siamo disperati, i medici hanno diagnosticato una "psicosi" mai curata degenerata in una sorta di demenza. Al cervello si registra solo una leggera atrofia. Ci hanno detto che difficilmente tornerà quello di prima. Il mio grande rimorso è quello di non averlo costretto a curarsi, ma ora serve a poco. Vorrei sapere se lui ora soffre, e se può essere "felice" (o almeno sereno) nella sua nuova condizione. Grazie

2 risposte degli esperti per questa domanda

Cara barbara La diagnosi fatta dai colleghi medici è esatta quindi anche il recupero non sarà dei più facili. La problematica espressa sembra essere un senso di colpa provato per non aver esercitato pressioni per prevenire questo tipo di malattia. Ebbene come figlia potevi solo consigliarlo a prevenire ciò che erano i sintomi poichè questi disturbi li accusava anche in passato, la psicosi non scoppia in pochi minuti, ma prende campo lentamente fino a sfociare in ciò che è avvenuto. Come psicoterapeuta posso solo affermare che a tuo padre, quando tornerà a casa oltre alla cura farmacologica si può solo fare un intervento psicologico di appoggio, per quanto riguarda il tuo senso di colpa si può intervenire per capirne le cause che lo stanno provocando. Ricordando sempre che prevenire è meglio che curare. tanti auguri
Cara Barbara, difficile sapere quanto soffra suo padre o quanto riesca a essere sereno. Come Lei ha sperimentato sulla sua pelle, capita spesso che più le persone stanno male psicologicamente e meno riescono a chiedere aiuto e ad affrontare il problema, anche perchè prima bisogna riconoscere di averlo. Posso capire lo stato di confusione e di disperazione che vi ha invaso. Quello che a questo punto vi può consolare è il fatto che suo padre ha vissuto la sua vita, sepppur frantumata e piena di demoni, come ha potuto, proteggendosi con la sua "psicosi" dalle angosce e dalle paure reali e immaginarie. Per Lei non sarà stato facile convivere con una realtà familiare così pesante, forse sentirà il bisogno di essere sostenuta psicologicamente e affrontare a sua volta le paure e le angosce che la malattia di suo padre e il suo decorso hanno provocato in Lei. Affronti con coraggio e con speranza questo percorso di conoscenza e di crescita personale. Riguardo a suo padre gli stia vicino con tutto il suo affetto e il suo amore, come ha probabilmente sempre fatto. Lui, sono sicura, percepirà la sua vicinanza e in questo modo troverete certamente altri modi per comunicare tra voi, anche se con canali meno convenzionali. Suo padre le ha insegnato che nonostante le avversità e una malattia psichiatrica è possibile vivere una vita come riusciamo e non come dovremmo, magari secondo canoni prestabiliti. Faccia tesoro di questo insegnamento e cerchi di vivere la sua vita come meglio può. Tanti auguri