Il 'Daimon

Alla ricerca del nostro “daimon", da Socrate a James Hillman


La parola ellenica “daimon” significa letteralmente “distribuire destini”. Il daimon, quindi, sarebbe quell’energia universale che assegna a ciascuno di noi il nostro personale destino.

La cultura romana trasformò poi il termine nell’attuale significato “demone”: nel senso originario del termine, il daimon non è l'essere negativo che oggi potremmo associare al ‘“demonio”.

Il “daimon", nella mitologia greca, era considerato una sorta di intermediario tra gli déi e gli uomini.

Socrate parlava di una voce interiore che non suggeriva cosa fare, pensare o dire, ma interveniva soltanto per convincerlo a non commettere ingiustizie di natura morale.

Platone affermava che siamo ciò che abbiamo scelto di essere: “Non sarà il demone a scegliere voi, ma voi il demone”. In questo senso siamo tutti chiamati a decifrare il codice della nostra anima e attribuire un senso alla nostra presenza nel mondo.

Aristotele, con la parola “Eudaimonia” (dal greco “eu” = bene e “daimon" = demone), letteralmente “essere in compagnia di un buon demone”, definiva l’arte di essere felici. Secondo Aristotele, ciò che aiutava a ricercare la felicità e quindi ad aumentare la probabilità di “eudaimonia” era la realizzazione della propria essenza.

James Hillman, nel suo libro “Il codice dell’anima”, definisce il daimon come il contenuto della nostra immagine innata, la nostra vocazione interiore: “Prima della nascita, l’anima di ciascuno di noi sceglie un’immagine o un disegno, che poi vivremo sulla terra, e riceve un compagno che ci guidi quassù, un daimon che è unico e tipico nostro. Tuttavia, nel venire al mondo, dimentichiamo tutto questo, e crediamo di essere venuti vuoti. E’ il daimon che ricorda i contenuti della nostra immagine, gli elementi del disegno prescelto, è lui dunque il portatore del nostro destino”.

Ognuno di noi, dice J.Hillman, è un eletto, portatore di un’unicità che chiede di essere vissuta e che è già presente prima di essere vissuta.

Il daimon, quel “compagno segreto” che opera nella nostra vita e al quale non possiamo sfuggire, è attento a ciò che fa bene all’anima e l’anima ha bisogno di realizzare il suo destino.

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