Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA): cosa sono e come affrontarli

Introduzione

Nell’ambito dell’educazione e dello sviluppo cognitivo, i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) rappresentano una realtà sempre più riconosciuta e studiata. Si tratta di difficoltà che coinvolgono in modo selettivo e persistente alcune abilità scolastiche fondamentali come la lettura, la scrittura e il calcolo. È importante sottolineare che i DSA non sono malattie, né sono collegati a scarsa intelligenza o disinteresse per lo studio. Piuttosto, derivano da un diverso funzionamento neurobiologico del cervello, che influisce su come le informazioni vengono acquisite, elaborate e utilizzate.

Il riconoscimento e la comprensione dei DSA sono fondamentali per garantire a ogni bambino e ragazzo le migliori opportunità di apprendimento, crescita personale e inclusione scolastica. In questo articolo, approfondiremo cosa sono i DSA, quali forme assumono, come vengono diagnosticati e, soprattutto, quali strategie possono aiutare a superare le difficoltà, valorizzando i punti di forza di ciascuno studente.

Cosa sono i DSA?

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento sono disturbi evolutivi del neurosviluppo che si manifestano nei primi anni di scuola primaria. Il termine "specifici" indica che riguardano abilità ben definite, come la lettura, la scrittura o il calcolo, e non coinvolgono altre funzioni cognitive generali, come l’intelligenza o la comprensione del linguaggio parlato.

Il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) definisce i DSA come difficoltà persistenti nell’acquisizione e uso delle abilità scolastiche fondamentali, nonostante un’istruzione adeguata, una motivazione sufficiente e la presenza di normali capacità cognitive. La diagnosi può essere formulata solo da specialisti (neuropsichiatri infantili, psicologi, logopedisti) attraverso un percorso valutativo approfondito, basato su test standardizzati, osservazione clinica e colloqui con genitori e insegnanti.

Tipologie principali di DSA

Esistono quattro forme principali di DSA, ognuna con caratteristiche specifiche, ma che possono anche coesistere nello stesso individuo.

1. Dislessia – Il disturbo della lettura

La dislessia è la forma più conosciuta di DSA. Si manifesta con difficoltà nella decodifica delle parole scritte, cioè nel trasformare i segni grafici (le lettere) in suoni e parole. Questo comporta lentezza nella lettura, frequenti errori (come inversione di lettere, omissioni o sostituzioni) e una scarsa comprensione del testo letto, specialmente se il bambino è concentrato solo sul "decifrare" le parole.

Un bambino dislessico può leggere bene a voce alta, ma non capire il significato di ciò che ha letto. La fatica può essere tale da causare frustrazione, disinteresse per la lettura e calo dell’autostima.

2. Disgrafia – Il disturbo della scrittura manuale

La disgrafia riguarda la motricità fine e l’esecuzione grafica della scrittura. I bambini con disgrafia scrivono in modo poco leggibile, con grafia disordinata, dimensioni irregolari, lettere deformate o mal allineate. Possono anche provare dolore alla mano mentre scrivono e faticano a mantenere il ritmo delle attività scolastiche.

Non è raro che la disgrafia si accompagni a un’organizzazione del pensiero scritta poco coerente, con difficoltà nel pianificare e strutturare frasi e testi.

3. Disortografia – Il disturbo dell’ortografia

La disortografia riguarda la corretta scrittura delle parole dal punto di vista ortografico e grammaticale. Si osservano errori come omissioni o aggiunte di lettere, uso scorretto della punteggiatura, confusione tra suoni simili (come “f” e “v”, “t” e “d”), errori nell’uso delle doppie, accenti, apostrofi, maiuscole.

A differenza della disgrafia, in questo caso la scrittura può essere graficamente leggibile, ma presenta numerosi errori linguistici che rendono difficile la comprensione.

4. Discalculia – Il disturbo del calcolo

La discalculia è una difficoltà nell’apprendimento della matematica, e può manifestarsi sotto varie forme: difficoltà nel riconoscere i numeri, nell’eseguire operazioni aritmetiche, nel memorizzare le tabelline, nell’usare le procedure corrette per i calcoli.

Molti studenti con discalculia faticano anche con i concetti astratti, come il tempo, le misure, la direzionalità. Possono provare ansia intensa di fronte ai compiti matematici, al punto da evitare completamente la materia.

Difficoltà associate ai DSA

Oltre ai disturbi specifici sopra descritti, molti bambini e ragazzi con DSA possono presentare altre difficoltà cognitive che influenzano l’apprendimento scolastico:

  • Memoria di lavoro: fatica a mantenere e manipolare mentalmente informazioni (ad esempio ricordare una consegna mentre si sta scrivendo).

  • Attenzione e concentrazione: difficoltà a mantenere l’attenzione su compiti lunghi o ripetitivi.

  • Organizzazione e pianificazione: problemi nel gestire il materiale scolastico, nel rispettare le scadenze o nel suddividere un compito complesso in fasi.

  • Gestione emotiva: frustrazione, bassa autostima, ansia da prestazione o evitamento di situazioni scolastiche.

Diagnosi e percorso di riconoscimento

Per ottenere una diagnosi di DSA è necessario rivolgersi a servizi specialistici (ASL o strutture accreditate) che possano effettuare una valutazione multidisciplinare, di solito attorno alla fine della seconda primaria per la lettura e la scrittura, e alla fine della terza per la matematica.

Il percorso diagnostico prevede:

  • Colloqui con i genitori e con l’insegnante.

  • Somministrazione di test cognitivi e strumenti standardizzati.

  • Analisi della storia evolutiva del bambino.

Una volta ottenuta la diagnosi, viene rilasciata una certificazione valida ai fini scolastici, in base alla Legge 170/2010, che tutela i diritti degli studenti con DSA.

Strategie educative e strumenti compensativi

Chi ha un DSA ha diritto a misure didattiche personalizzate, che permettano di apprendere in modo equo rispetto ai propri compagni. Queste misure sono riportate in un Piano Didattico Personalizzato (PDP), redatto dalla scuola in collaborazione con la famiglia.

Tra le strategie più efficaci troviamo:

  • Strumenti compensativi: software di sintesi vocale, mappe concettuali, calcolatrice, tabelle, audiolibri, correttori ortografici.

  • Misure dispensative: riduzione dei compiti scritti, tempi più lunghi per le prove, interrogazioni orali in alternativa alle verifiche scritte.

  • Metodologie inclusive: uso di didattica visiva, lavoro cooperativo, verifica delle conoscenze attraverso modalità alternative.

Il ruolo dell’insegnante è fondamentale: creare un clima sereno, evitare giudizi negativi, valorizzare i successi, costruire un ambiente dove l’errore è visto come parte dell’apprendimento.

Il ruolo della famiglia

Anche la famiglia ha un ruolo chiave nel percorso educativo dei ragazzi con DSA. È importante che i genitori siano informati, coinvolti e sostenuti da specialisti e scuola. Creare una rete di collaborazione tra scuola, famiglia e operatori sanitari è essenziale per costruire un percorso coerente e positivo.

È utile che i genitori:

  • Favoriscano l’autonomia del figlio.

  • Non riducano tutto al rendimento scolastico.

  • Accolgano il percorso emotivo del bambino.

  • Supportino senza sostituirsi nei compiti.

Conclusione: imparare in modo diverso è possibile

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento non devono essere vissuti come un ostacolo insormontabile. Con il giusto supporto, con strategie mirate e con la consapevolezza di genitori e insegnanti, ogni studente può esprimere appieno il proprio potenziale.

La diversità nei modi di apprendere è una ricchezza. Riconoscere e rispettare le differenze è il primo passo per costruire una scuola davvero inclusiva, dove tutti possono imparare, anche se non allo stesso modo, né allo stesso ritmo.

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