Figlio 18 enne, cambiamento drastico

Manuela

Ho un figlio che ha compiuto 18 anni, deve cominciare la quinta superiore e negli ultimi mesi ha avuto un'evoluzione negativa nel comportamento in famiglia e anche con gli amici. E' diventato sempre più svogliato (a casa e scuola), taciturno, indifferente e insofferente alle esternazioni di disagio e preoccupazione di noi genitori di fronte a questa sua indolenza che sfocia talvolta in aggressività verbale nei nostri confronti (in cui ribalta la realtà dei fatti, accusando noi di "stargli addosso" e di essere ossessivi e ripetitivi). Contemporaneamente ha una nuova ragazza e a volte accantona le amicizie stando solo con lei. E' passato dall'essere affettuoso, empatico e responsabile (compatibilmente con l'età) al manifestare disagio rispetto alle regole familiari, diventando refrattario al dialogo e alla collaborazione richiesta. E poi sorride pochissimo, ci guarda con espressione da strafottente con l'attenzione costantemente rapita dal cellulare. Lo abbiamo cresciuto con amore e attenzione, trasmettendogli valori morali e umani, ma mi ora mi crolla il modo addosso, non capisco cosa gli sta succedendo. Non è un po' "grande" per questo tipo di atteggiamenti? Sarebbe utile la psicoterapia?

7 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile Manuela,

Grazie per aver condiviso con tanta sincerità il momento difficile che sta vivendo come madre. È evidente quanto lei e suo marito vi siate dedicati con cura, amore e valori solidi alla crescita di vostro figlio, e quanto ora vi sentiate smarriti di fronte a questo suo cambiamento improvviso e spiazzante.

Ciò che descrive è, purtroppo, un fenomeno abbastanza comune negli adolescenti e nei giovani adulti, soprattutto in una fase delicata come quella che attraversa suo figlio: ultimo anno di scuola, ingresso ufficiale nell’età adulta, prime relazioni sentimentali più serie e aspettative sociali sul futuro. Tutti questi aspetti, anche se non sempre visibili dall’esterno, possono generare un senso di pressione o disorientamento che si traduce proprio nei comportamenti che sta osservando. Questo non significa ignorare la difficoltà della situazione, né tantomeno minimizzare la sofferenza che lei prova nel vedere un figlio cambiare così radicalmente. Il suo dolore è comprensibile, perché come madre sente di non riconoscerlo più e si trova, quindi, a confrontarsi con reazioni che sembrano ingiuste, sproporzionate, a tratti persino crudeli. Proprio perché esiste questo legame profondo, la psicoterapia può essere uno strumento molto utile. Infatti, un percorso psicologico per suo figlio potrebbe aiutarlo a dare voce a un malessere che forse nemmeno lui riesce ancora a comprendere o a esprimere in modo costruttivo. Talvolta, dietro la rabbia e il rifiuto, c’è proprio un bisogno, spesso inconscio, di essere visti e accolti nella propria fragilità. Nonostante possa capitare che lui rifiuti inizialmente l’idea di un supporto, l'intraprendenza di un percorso potrebbe rivelarsi altrettanto utile per voi genitori, in modo da comprendere meglio come comunicare con lui in questa fase, come porre confini chiari ma accoglienti e come evitare di perdere il contatto affettivo, anche nei momenti in cui il dialogo sembra impossibile.

Lui non è “troppo grande” per vivere difficoltà emotive: si trova in una fase in cui sta cercando, forse in modo caotico, di affermare sé stesso e, proprio per questo, ha ancora bisogno (più di quanto sembri) di una guida che lo aiuti a trasformare la crisi in crescita.

Se desidera approfondire o intraprendere un primo confronto in questo senso, resto a disposizione qui, al modulo di contatto.

Le porgo i miei più cordiali saluti,

Dott.ssa Alessandra Toni

Dott.ssa Alessandra Anna Maria Toni

Dott.ssa Alessandra Anna Maria Toni

Milano

La Dott.ssa Alessandra Anna Maria Toni offre supporto psicologico anche online

Gentilissima, l'età adolescenziale con i comportamenti problematici relativi non ha un range fisso e uguale per tutti. Può essere che suo figlio stia passando una fase critica di definizione della propria identità, anche a scapito famigliare. Sarebbe importante parlarne per capire meglio le cause e i fatotori che possono aver contribuito a mantenere tale attaggiamento e, di conseguenza, lavorarci su per poter cambiare la situazione. Cordiali saluti, Ilaria Egeste 

Buonasera,  

Probabilmente la soluzione più utile è una consulenza in cui ci siano sia i genitori che il figlio per definire quale sia il problema ( comunicazione, relazione o altro ..)

Cordiali saluti 

Elena Dacrema 

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lui possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarlo ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che gli impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarlo a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa essergli utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

Il Dott. Francesco Damiano Logiudice offre supporto psicologico anche online

Buongiorno Emanuela,

dalle sue parole emerge chiaramente la preoccupazione di una madre che si trova di fronte a un cambiamento improvviso e disorientante nel comportamento del figlio, da poco divenuto maggiorenne.

È comprensibile che questi atteggiamenti — come la chiusura, l’irritabilità, il disinteresse e la reattività al dialogo — creino confusione, soprattutto perché ricordano le tipiche dinamiche adolescenziali. Vorrei però rassicurarla: suo figlio, anche se ha compiuto 18 anni, si trova in una fase chiamata "giovane età adulta", un periodo in cui spesso ci si sente a metà tra il bisogno di autonomia e il desiderio di protezione.

In questa fase si affacciano scelte importanti: la fine del percorso scolastico, la progettazione del futuro, la definizione della propria identità relazionale e personale. Tutto questo può generare confusione, frustrazione o anche un certo rifiuto verso regole e aspettative. A volte, la vicinanza e la preoccupazione dei genitori — che nascono dal desiderio di aiutarlo — vengono vissute dai ragazzi come una forma di controllo o pressione, generando conflitti e incomprensioni.

Naturalmente, ogni situazione è unica, e quanto lei descrive può essere parte di un passaggio evolutivo, ma può anche indicare un momento di disagio emotivo più profondo. È importante osservare alcuni segnali: isolamento sociale marcato, aggressività crescente, perdita di interesse prolungata per scuola, amici, o progetti futuri. In presenza di questi elementi, un consulto psicologico può essere molto utile, non solo per suo figlio — se e quando sarà pronto — ma anche per voi genitori, per comprendere come accompagnarlo in questo passaggio senza sentirvi impotenti o "di troppo".

Le consiglio quindi di mantenere aperta la porta del dialogo, pur rispettando i suoi spazi. Fategli sentire la vostra presenza costante ma non invadente, e trasmettete il messaggio che, qualora lo desiderasse, siete pronti ad accogliere anche un suo bisogno d’aiuto.

Cordiali saluti,
Dott.ssa Jessica Ciampa

Dott.ssa Jessica Ciampa

Dott.ssa Jessica Ciampa

Roma

La Dott.ssa Jessica Ciampa offre supporto psicologico anche online

Gentile Manuela,

grazie per aver condiviso con tanta lucidità e partecipazione emotiva la situazione di suo figlio. Le sue parole raccontano bene non solo i cambiamenti che osserva, ma anche la fatica – e talvolta il senso di smarrimento – che si prova nel veder improvvisamente mutare un figlio da affettuoso e collaborativo a distante, insofferente e chiuso nel proprio mondo.

Molti genitori si chiedono se a 18 anni certi comportamenti non siano ormai “fuori tempo”. In realtà, la tarda adolescenza è ancora una fase di ristrutturazione profonda dell’identità, in cui può essere fisiologico attraversare momenti di rottura, opposizione o distacco anche marcati. Spesso non è tanto un “non voler più ascoltare”, quanto un tentativo (goffo o provocatorio) di affermare sé stessi… anche a costo di rompere gli equilibri familiari.

Tuttavia, quando questi cambiamenti diventano troppo intensi o sembrano disconnettere il ragazzo dalla sua quotidianità, dai legami significativi e da sé stesso, può essere importante intervenire.

L’approccio breve strategico è orientato proprio a intervenire in tempi rapidi e con modalità concrete, senza dover per forza “rivangare” il passato, ma lavorando su ciò che alimenta il problema oggi. Anche nei casi in cui il figlio non sia pronto ad accettare un percorso, può essere molto utile lavorare inizialmente con i genitori, per aiutarli a comunicare in modo più strategico e a disinnescare le dinamiche che – anche in buona fede – rischiano di irrigidire il rapporto.

Se sente il bisogno di essere supportata, anche solo per un primo confronto, resto a disposizione, sia a Corigliano-Rossano (CS) che online.

Un caro saluto,


Giovanni Noè
Psicologo
Corigliano-Rossano (CS) | Online

Dott. Giovanni Noè

Dott. Giovanni Noè

Cosenza

Il Dott. Giovanni Noè offre supporto psicologico anche online

Buongiorno, grazie per aver condiviso la vostra preoccupazione. Capisco quanto possa essere disorientante vedere un figlio cambiare improvvisamente, soprattutto quando certi comportamenti sembrano negare tutto ciò che con amore gli avete trasmesso.

L’adolescenza, specialmente intorno ai 18 anni, può portare a cambiamenti anche drastici: è una fase delicata in cui si mettono in discussione sé stessi, gli altri e le regole familiari. Tuttavia, quando questi segnali diventano intensi, chiusura, aggressività, distacco emotivo, può essere utile non affrontarli da soli.

Un percorso psicologico potrebbe aiutarlo (e voi come genitori) a fare chiarezza su cosa sta vivendo internamente, andando oltre il “comportamento esterno” per arrivare alle sue emozioni profonde.

Se lo desiderate, possiamo iniziare un percorso insieme. Resto a disposizione.