Liti madre e figli e insulti pesanti

Giovanni

Buon giorno, sono un padre di una ragazza di 13 Anni. Io e sua madre siamo separati da ormai 5 anni, ma il rapporto tra di noi è molto collaborativo per la crescita e lo sviluppo dei figli (c'è anche un fratello di 11). Entrambi ci siamo rimessi insieme ad altre persone, e La madre si è sposata. i figli vivono con la madre e suo marito. Mia figlia ha iniziato ad avere una cotta per un ragazzo di 14 anni. Durante una cena, hanno parlato di quando fare l albero di natale, e mia figlia ha manifestato il desiderio di farlo insieme al suo amico. La madre le ha risposto che va benissimo, ma che però Lei non è d accordo sul fare venire questo ragazzo in casa e loro chiusi nella camera di mia figlia. Le ha detto che ha solo 13 anni e che dovrebbero vivere più in amicizia , anche insieme ad altri amici, piuttosto che fare la vita da 40enni in casa. A quel punto è iniziata la lite e mia figlia ha dato della stronza a sua madre. La quale mi ha chiamato in lacrime perché non riesce a capire perché la debba sempre trattare male e non ha alcun timore nel darle delle brutte parole. In un primo momento ho risposto di metterla in punizione, poi mi è venuto il dubbio se sia la soluzione giusta. Come ci si comporta di fronte a queste situazioni? l istinto direbbe di toglierle il cellulare e le uscite, ma è veramente la soluzione che farà capire a mia figlia l errore del mancato rispetto a sua madre? grazie

4 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno, dalle domande che si pone emerge l'interesse e l'attenzione verso una modalità di educazione funzionale per vostra figlia. Piuttosto che definire a priori quale sia il comportamento "giusto" o "sbagliato" da adottare, potrebbe essere utile porsi domande come: qual è lo scopo di mettere mia figlia in punizione? Cosa voglio ottenere? È già capitato di usare la punizione come strategia? Se sì, è servita a raggiungere il mio scopo? Se non è servita a raggiungere lo scopo, ci sono modalità alternative di comportamento che posso adottare? 

Dott.ssa Federica Mugneco 

Dott.ssa Federica Mugneco

Dott.ssa Federica Mugneco

Modena

La Dott.ssa Federica Mugneco offre supporto psicologico anche online

Buongiorno, che la mamma della ragazzina di 13 anni abbia messo delle regole alle frequentazioni della figlia mi sembra cosa saggia e opportuna. Che la figlia abbia reagito opponendosi a tali limitazioni è altrettanto cosa normale e frequente. Ciò che non quadra in questa storia è l'uso di frasi offensive e irrispettose da parte della figlia verso la madre e la reazione della madre che si mette a piangere e invece che sgridare la ragazzina riproponendo dei severi limiti alle offese, chiama il padre in lacrime mostrando tutta la sua fragilità e trasmettendola anche alla figlia. Chiamare il padre era certamente opportuno ma non in lacrime con atteggiamento impotente. Detto ciò che fare? Serve una alleanza tra i genitori per rappresentare alla figlia che non sono accettate certe risposte maleducate e non rispettose, sarà utile chiarire alla figlia che tali comportamenti non saranno più tollerati e se dovessero ripresentarsi ci saranno conseguenze che i genitori decideranno secondo la situazione e i loro valori. E' difficile dire quali ma certamente legate alle richieste della ragazza che troveranno risposta , anche, sulla base dei suoi comportamenti.

Se volete sapere di più potete consultare il mio sito morinilorenzo.it alla pagina difficoltà genitoriali.

Sono il dott. Lorenzo Morini, psicologo e psicoterapeuta con Studio a Sassuolo

Buonasera Giovanni, è apprezzabile che si sia chiesto se una punizione davanti ad un comportamento irrispettoso sia la soluzione adeguata, penso che i ragazzi esternino talvolta in modo impulsivo un disagio e che sia più produttivo cercare di capire cosa sta sotto a questo comportamento. La punizione di per sè non serve a nulla, aumenta la rabbia della ragazza e non apre un varco comunicativo tra lei e la madre.

Potrebbe consigliare alla mamma di stare in ascolto, e come papà sostenere le due nell'aprire una comunicazione più funzionale.

Se avesse la necessità di avere un confronto con uno psicologo sono disponibile anche on-line.

Un caro saluto

Dott.ssa Elisa Rossetti

Psicologo Clinico

Dott.ssa Elisa Rossetti

Dott.ssa Elisa Rossetti

Parma

La Dott.ssa Elisa Rossetti offre supporto psicologico anche online

Buona sera Giovanni, 

La lite tra genitori e figli è pane quotidiano per quasi tutte le famiglie. In questa fase l’adolescente ha bisogno di emanciparsi per definire sé stesso distaccandosi dalle figure di riferimento. Il compito dei figli è quello di creare confini più chiari per sé, quello dei genitori di proteggere il figlio, lasciandolo libero di sperimentarsi.
Sicuramente i figli vanno aiutati a fare la scelta migliore per sé stessi, mettendo delle regole e trovando dei compromessi, senza imporre qualcosa perché spesso si ottiene l’effetto contrario. L’obiettivo è quello di ascoltarsi e confrontarsi esponendo ciascuno le proprie idee e aspettative. Il non sentirsi percepita come persona che sta crescendo, quindi meritevole di fiducia, ma ancora una bambina da proteggere potrebbe spiegare la reazione impulsiva e irrispettosa di vostra figlia.

E' necessario anche qui confrontarsi, chiedersi scusa per riiniziare da capo. La figlia deve essere accompagnata, non forzata a fare qualcosa. Anche se non è facile per i genitori, è uno dei modi più efficaci per richiedere rispetto, fiducia e ascolto.

La punizione non è mai la soluzione efficace in prima battuta: può avere una logica solo dopo aver chiarito le regole e trovato dei compromessi, quindi definito i confini in maniera chiara per tutti. 

Spero che queste parole le possano essere di aiuto.

Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti o per intraprendere un eventuale percorso.

Dott. Simone Dalmonte

Dott. Simone Dalmonte

Bologna

Il Dott. Simone Dalmonte offre supporto psicologico anche online