Mio figlio è stato adottato da noi che aveva 17 giorni

Antonio

Gentili Dottori, sono genitore di un ragazzo di 17 anni. Mio figlio è stato adottato da noi che aveva 17 giorni, sono stati anni bellissimi e...con vari problemi.Da subito abbiamo avuto al nido privato problemi con un insegnante che traumatizzava con punizioni i bambini, ci siamo accorti dopo un anno che il bambino ,il nostro come gli altri che frequentavano questo asilo, subivano punizioni assurde, tipo far rimanere i bambini seduti ore sul bagno per non fargli fare la pipì a terra, imbacuccarli almeno 2 ore prima di tornare a casa e farli stare seduti immobili tutto il tempo senza fiatare ecc, era l' unico asilo dove per tutto il giorno non si sentiva volare una mosca. Naturalmente come conseguenza il bambino ha avuto un ritardo sullo sviluppo della parola tant'è che per tre anni è stato seguito da un neurologo infantile e ha fatto logopedia con ottimi risultati. Alle elementari come alle medie e tutt' ora alle superiori non ha mai brillato a scuola, anzi fin da piccolo abbiamo dovuto seguirlo e stargli addosso per fargli fare i compiti. Le difficoltà maggiori sono state per il ragazzo la difficoltà di esposizione del pensiero e di conseguenza il non volersi esprimere davanti a tutta la classe o come a tutt'oggi di non voler dare assolutamente esami o interrogazioni. Col passare degli anni le difficoltà sono aumentate in maniera esponenziale e nonostante il neurologo pediatrico ci aveva assicurato più volte che non ci fossero problemi di ritardi o malattie dell' apprendimento, ci siamo rivolti alle medie a una psicologa maestra, che ha seguito il ragazzino per un anno. Alle superiori il discorso è notevolmente peggiorato....rimandato il primo anno promosso il secondo bocciato il terzo. Mio figlio da sempre ha avuto come una sorta di aggressività nei confronti della mamma, la psicologa diceva che è dovuto al fatto che fà scontare a mia moglie l' abbandono della madre naturale, non ha mai avuto problemi a fare amicizie o con le ragazzine anzi...il problema è con noi genitori. Questa sera ha detto chiaramente vi odio non ce la faccio più, voglio andare in una famiglia che mi danno quello che non mi date voi e che mi lascino in pace. E cosa vuole realmente lui? abbiamo cercato di capirlo, cerco di parlargli il più possibile e non nascondo che alcune volte ho alzato la voce. Lui vuole i soldi! sà che noi prendiamo un tot al mese e che secondo lui essendo figlio unico non lo trattiamo bene, non gli diamo tutto quello che vuole, dice che quando prende brutti voti gli stiamo addosso tutto il tempo dalla mattina alla sera, forse è vero che gli stiamo addosso ma non tanto come dovremmo o come dice lui. Lui non studia, si e no una mezz' oretta al giorno,quando lo fà, litiga spessissimo con i suoi professori (la colpa è loro che gli danno brutti voti ce l' hanno con lui, tutti); nel primo trimestre è stato sospeso per tre giorni, ed ha avuto almeno ad oggi sei note. Con noi è sempre incavolato dalla mattina quando lo svegliamo perchè non lo lasciamo dormire a quando torna da scuola (che schifo questa pasta, che schifo questo che schifo quest' altro), si incavola quando gli domandiamo qualcosa o chiediamo spiegazioni su determinati argomenti. Mai lavorato in vita sua, mai cercato neanche di fare qualcosa e anche se ho cercato di portarmelo insieme a lavorare non c' è stato niente da fare.... Ci tiene molto all' aspetto esteriore vestiti capelli orecchini scarpe(ha un modo di vestirsi diciamo all' hip hop )ma non ci tiene alla pulizia non si lava i denti nonostante i due anni di apparecchio dentale e le carie subentrate, non si lava lui, nonostante i brufoli curati con buoni risultati poi ricomparsi per non aver voluto portare a termine la terapia, ora vuole farsi i tatuaggi altra lite perchè io gli ho detto fattelo ma non in zone che possano pregiudicarti un concorso in enti pubblici o forze dell' ordine: lui niente farà come dice lui. Ora abbiamo saputo che a scuola lo hanno mandato da una psicologa, ben venga, quando l' abbiamo proposto noi diceva mica sono pazzo...ecc.ecc.Ecco ora dice finalmente me ne andrò da questa famiglia mi manderanno da un giudice che mi farà andare in una famiglia che mi tratta meglio, che mi compra i vestiti quando dico io e quelli che voglio io, che non mi dicono studia e che mi danno i soldi. Noi gli vogliamo un bene dell' anima abbiamo cercato di dargli tutto, forse un pò abbiamo esagerato a volte nel cedere, ma...non ce la facciamo più, ogni giorno è una lotta, ogni giorno dice che non ce la fà più a stare qui; prima quando diceva io me ne vado facevamo di tutto per ragionare con lui ora quando lo dice diciamo quella è la porta fai un pò tu....Oggi mi ha detto ti odio, ti odio più di ogni altra cosa, non vedo l' ora di andarmene in un altra famiglia che mi comprano quello dico io e non mi stressano con lo studio...Anche il rapporto tra me e mia moglie sta entrando in crisi per quello che stà succedendo, non sappiamo più che fare, lui ha sempre rifiutato qualsiasi responsabilità, la colpa è sempre degli altri, non ha mai portato a termine niente, anche l' andare in bicicletta l' ha imparato e neanche bene, solo perchè ne ha avuto bisogno un paio di volte per raggiungere gli amici perchè poi è rimasta a marcire sul balcone come le precedenti, io di mio penso che forse gli abbiamo dato troppo alcune volte senza che lui lo chiedesse, oppure sicuramente perchè nell' ultimo anno ho alzato la voce più di una volta.... non lo so non lo so, so solo che questa famiglia si sta sfasciando e non so come aiutare mio figlio e noi. Vi prego consigliatemi voi... Antonio

3 risposte degli esperti per questa domanda

Carissimo Antonio, forse suo figlio avrebbe dovuto portarlo dallo psicologo da piccolissimo, facendogli fare un percorso che lo aiutasse a capire e digerire, quello che aveva visto e vissuto e non viziarlo, come è facile accada ad un figlio unico adottato e stravoluto. Oggi la questione è complicata. Ostinarsi nel cercare di far ragionare il ragazzo è tempo perso. Gli adolescenti purtroppo, vivono in una situazione di disagio già di loro, sognano si fare una vita diversa da quella dei loro genitori, d essere completamente diversi da loro. Si figuri se poi, questi genitori gli ostacolano. L'apparire diventa un modo per dimostrare qualcosa. Io vi consiglierei un terapeuta familiare, che aiuti lei e sua moglie nella gestione di questa crisi, che non è solo di suo figlio, ma anche vostra. Un terapeuta che vi aiuti ad iniziare un percorso di ascolto e che cerchi di arrivare al problema, cercando di aiutarvi ad ascoltare il ragazzo, cercando di capire quali paure si nascondono dietro i suoi atteggiamenti ed aiutarlo ma non viziandolo, semplicemente ascoltandolo, ma un ascolto diverso, un ascolto attento ed empatico. Sono naturalmente, a vostra disposizione. Mi faccia sapere. In bocca al lupo. 

 Barbara De Luca

Barbara De Luca

Catanzaro

Barbara De Luca offre supporto psicologico anche online

Caro Antonio,

la vostra faticosa situazione ha molto in comune con storie di altre famiglie con ragazzi adottati. Intendiamoci, ogni storia è a sé, ma in questo caso davvero sono molte le similitudini con i casi trattati da me e da colleghi che si occupano di adozione. Se il vostro ragazzo sta andando da una psicologa a scuola, forse in questo momento la cosa migliore è che vi facciate aiutare voi. Non è per nulla facile avere a che fare con questa rabbia, sentire di non averla causata e doverla gestire ogni giorno! Potreste rivolgervi a un collega del posto o magari a un'associazione (come il CIAI o altre) che si occupano di questi temi e hanno gruppi di genitori nelle vostre stesse condizioni con cui poter fare delle consultazioni o mutuo-aiuto.

Vi faccio i miei migliori auguri e comunque molti complimenti per la vostra coraggiosa e generosa scelta

Dott.ssa Francesca Fontana

Dott.ssa Francesca Fontana

Monza e della Brianza

La Dott.ssa Francesca Fontana offre supporto psicologico anche online

Carissimo Antonio, la sua richiesta è molto chiara e dettagliata, l'argomento è abbastanza delicato. Si parla di un ragazzo adottato sin dalla primissima infanzia e che al momento è in fase adolescenziale, due situazioni abbastanza complesse di per sè, se poi a ciò si aggiunge un particolare temperamento del ragazzo ed una situazione familiare attualemente fragile la situazione si complica notevolmente.

E' difficile dar consigli senza approfondire maggiormente la situazione soprattutto senza esplorare i suoi vissuti di padre adottivo, i vissuti di sua moglie, di madre adottiva, e quelli di un ragazzo che ha vissuto un abbandono reale e che attualmente sta mettendo alla prova due genitori che probabilmente concretamente gli hanno dato tutto quello che potevano, ma che a lui non basta perchè probabilmente non è quello che suo figlio desidera. E' vero che la richiesta di suo figlio è di concretezza ma in fondo sembra emergere un malessere importante di insoddisfazione e vuoto da colmare con oggetti e denaro.

Il mio consiglio è di rivolgersi con sua moglie e possibilmente suo figlio ad uno specialista psicoterapeuta ad orientamento psicodinamico o sistemico-familiare che possa aiutarvi a capire cosa sta accadendo, questa è una fase delicata di vita per suo figlio e per il sistema famiglia che attualmente appare in crisi.

Resto a sua disposizione.

Saluti