I miei non accettano la mia relazione

Stella

Salve, ormai ho quasi quarant'anni e i miei non vogliono accettare la relazione che ho con il mio compagno da oltre due anni, che ha già due figli, di cui uno disabile. I bambini non hanno più una mamma. Mia mamma continua a ripetere che continuando a stare con lui vivrò una vita terribile, che dovrò occuparmi soprattutto del bambino disabile. Lei dice che il vero motivo non è questo, ma lo so che si vergogna di questa situazione e del giudizio delle persone. Ho parlato più volte con lei, spiegandole che sto bene e spero che questo rapporto continui con la più completa serenità. Poi quello che accadrà, accadrà. Lo vedo che sta cercando di aggrapparsi a più punti, anche al fatto che devo essere convinta, perché poi non posso più tornare indietro. Il mio compagno ovviamente era rattristato da questa cosa, perché vorrebbe tanto vivere questa nostra storia anche con la mia famiglia. Io credo di dover comunque vivere al meglio questa storia e non cercare, a questo punto, di pensare molto a cosa dicono i miei genitori e che se sono d’accordo, prima o poi accetteranno. Se non lo faranno, allora io continuerò per la mia strada e se vorranno starmi accanto, ben venga; altrimenti, ognuno a casa sua. Grazie per aver dedicato del tempo a questo mio sfogo.

8 risposte degli esperti per questa domanda

Ciao Stella, 

è probabile che in questa situazione tu stia vivendo una difficoltà nel distinguere ciò che desideri davvero tu da ciò che vorrebbe tua madre. Questo accade spesso quando non è mai avvenuto un vero e proprio distacco emotivo: una fase fisiologica, ma a volte complessa, del percorso di crescita personale.
Quando il genitore fatica ad accettare le scelte del figlio, può riattivarsi una dinamica di fusione affettiva, in cui il bisogno di approvazione e il timore di deludere prevalgono sulla libertà di autodeterminazione.

Il rischio, in questi casi, è che il processo di differenziazione avvenga in modo brusco, portando a una rottura piuttosto che a una separazione consapevole e rispettosa dei reciproci sentimenti.
Per questo motivo, può essere molto utile intraprendere un percorso di sostegno psicologico che aiuti a comprendere meglio questi legami, a rafforzare l’autonomia affettiva e a mantenere, per quanto possibile, un legame con la famiglia basato su nuovi equilibri e su un riconoscimento reciproco più adulto.

Saluti, 

dott.ssa Paola Papini

Dott.ssa Paola Papini

Dott.ssa Paola Papini

Roma

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Cara Stella

capisco quanto sia doloroso trovarsi in una situazione in cui l'amore per il suo compagno e quello per i suoi genitori entra in conflitto con le aspettative e le richieste dei suoi genitori. 
è normale sentirsi triste in quanto i suoi genitori non la comprendono e non le lascino la libertà di scelta. 
potrebbe anche essere utile capire come mai i suoi genitori nutrono determinate paure per il suo futuro. Comprendere non significa giudicare ma avere maggiore consapevolezza e potrebbe aiutarla a comunicare con loro in maniera piú serena. 
se vuole possiamo fissare un appuntamento per parlarne in maniera approfondita. Puó scrivermi in privato

Buongiorno,
la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità la sua storia. Dalle sue parole si percepisce una donna che ha imparato a conoscersi, che sa cosa vuole e che cerca solo di vivere la propria vita con amore e serenità, anche se questo comporta deludere le aspettative di chi le è più vicino.

A quasi quarant’anni si trova a vivere un legame profondo con un uomo che ha già un passato, dei figli e una storia complessa. Eppure, invece di ricevere sostegno e affetto, si ritrova a dover difendere ciò che per lei rappresenta una scelta di cuore e di verità.
Capisco bene quanto le faccia male questa situazione. Quello che per lei è semplicemente amore ,una scelta vissuta con sentimento e responsabilità, per i suoi genitori è diventato motivo di scontro, di paura, forse anche di chiacchiere da evitare. Ed è proprio questo che ferisce di più: non essere vista per ciò che prova, ma solo per ciò che gli altri potrebbero pensare della sua scelta.

Si ritrova così in mezzo a due forze che la tirano in direzioni opposte. Da una parte c’è il suo compagno, la vita che ha scelto, la voglia di costruire qualcosa di vero e presente. Dall’altra c’è la sua famiglia, le sue radici, quel bisogno quasi istintivo di sentirsi approvata e capita da chi l’ha cresciuta. E quando questi due mondi si scontrano, la ferita è profonda. È come se una parte di sé volesse andare avanti e un’altra restasse ancorata al passato, in attesa di un segno d’amore, di una carezza, di un “va bene così”.

Sua madre, da come la descrive, sembra muoversi tra paura e rigidità. Forse dietro le sue parole dure non c’è solo giudizio, ma anche smarrimento. Potrebbe avere paura che la sua vita diventi complicata o che lei si carichi di responsabilità troppo grandi. Ma, se ascoltiamo tra le righe, è possibile che ciò che la spaventa davvero sia il giudizio degli altri.
A volte, dietro la durezza di certi genitori, si nasconde solo fragilità: la paura di non riconoscere più la propria figlia, di perdere il controllo, di non capire un mondo che è cambiato. Lei però ha già fatto molto. Ha provato a parlare con sincerità, ha messo in chiaro ciò che prova e ha mostrato una forza profonda: quella di voler restare fedele a se stessa, senza scappare dal dialogo ma anche senza permettere che la paura degli altri decida per lei. A questo punto, forse, non serve più convincere. Servirà solo vivere.
Con il tempo, la serenità che costruirà con il suo compagno parlerà da sola, e chi oggi non vuole capire potrebbe accorgersi da sé che non c’era nulla da temere.

Capisco anche la tristezza del suo compagno, che desidera essere accolto nella sua famiglia. È un desiderio legittimo, ma per ora può bastare che tra voi due ci sia rispetto, complicità e fiducia. Il resto potrà arrivare, o forse no, ma la sua felicità non può dipendere da questo.

Lei ha diritto di vivere la sua vita pienamente, senza vergogna e senza sensi di colpa. Essere una donna adulta significa anche accettare che non tutti possano capirla, ma che ciò non toglie valore alle sue scelte.
E l’amore, quello vero, non ha bisogno di giustificazioni: ha solo bisogno di essere vissuto con dignità e verità. Se i suoi genitori, un giorno, riusciranno a vedere la sua serenità e la sua coerenza, forse troveranno il coraggio di abbassare le difese. E quando lo faranno, lei saprà accoglierli con il cuore aperto perché chi ama davvero non chiude mai la porta, ma semplicemente impara a vivere anche senza l’approvazione degli altri.

Un caro saluto

Dott. Fabiano Foschini

Dott. Fabiano Foschini

Milano

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ciao Stella,

Quello che stai vivendo è doloroso, perché quando si ama una persona si vorrebbe poter condividere quella felicità anche con la propria famiglia, sentirsi sostenuti, non giudicati. È umano desiderarlo. Eppure, a volte, anche i genitori — per quanto ci amino — faticano a vedere le cose con la nostra prospettiva. Spesso la loro “preoccupazione” è una forma di paura: paura che tu soffra, paura del giudizio sociale, paura di non riconoscere più il tuo mondo. Ma dietro la paura non sempre c’è cattiveria, anche se le loro parole possono ferire.

Tu sembri avere una visione molto lucida: stai costruendo una relazione adulta, consapevole, con una persona che ha una storia complessa ma anche valori e affetti concreti. Hai riconosciuto che non puoi vivere la tua vita per compiacere o tranquillizzare i tuoi genitori — e questo è un segno di autonomia e forza interiore.

Può darsi che col tempo, vedendo la stabilità e la serenità della tua relazione, i tuoi genitori si ammorbidiscano. A volte serve semplicemente lasciare che la realtà smentisca le loro paure. Se invece non dovesse accadere, tu hai già detto qualcosa di molto importante: continuerai a vivere la tua vita con dignità e amore, senza rancore, ma anche senza farti bloccare.

Un suggerimento pratico, se può esserti utile: Se riesci, prova a coinvolgerli gradualmente in piccole cose neutre — un incontro breve, un gesto quotidiano — solo se senti che non ti fa male. E soprattutto, non colpevolizzarti per il loro disagio. Le scelte di vita adulta non sono un tradimento verso la famiglia d’origine: sono la naturale evoluzione del tuo cammino.

Dott:ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Massa-Carrara

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Grazie a te per aver condiviso questa esperienza, che tocca temi molto profondi: l’amore, la libertà personale e il bisogno di riconoscimento da parte della propria famiglia.

È comprensibile che tu ti senta divisa tra il desiderio di vivere serenamente la tua relazione e la delusione per l’atteggiamento dei tuoi genitori. Spesso dietro l’opposizione familiare non ci sono solo pregiudizi, ma anche paure e difficoltà nel lasciar andare il controllo sulla vita dei figli, soprattutto quando le scelte non coincidono con le loro aspettative.

Hai già mostrato consapevolezza e maturità: hai parlato con loro, hai chiarito le tue intenzioni e stai cercando di costruire una vita in equilibrio tra affetto e autonomia. A questo punto, il passo più importante è proteggere la serenità della tua relazione, evitando di farti condizionare da giudizi che non ti appartengono. Con il tempo, se manterrai coerenza e tranquillità, è possibile che anche loro si aprano e accettino la tua scelta.

Resto a disposizione anche online
dott. Giovanni Noè

Dott. Giovanni Noè

Dott. Giovanni Noè

Cosenza

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Gentile signora,

grazie per essersi raccontata con tanta chiarezza — si sente legata e serena nella sua relazione, ma anche ferita e ostacolata dall’opposizione della madre. Capisco che la situazione sia pesante: da un lato l’affetto e la responsabilità condivisa con il suo compagno, dall’altro il giudizio e la vergogna che lei percepisce nella madre.

Mi pare che lei abbia già raggiunto una decisione adulta e coerente: vuole vivere questa storia, spera nell’accoglienza della famiglia ma è pronta a proseguire anche se questo non dovesse avvenire. Questo equilibrio tra speranza e autonomia è importante e merita di essere rispettato.

Qualche suggerimento pratico che potrebbe aiutarla sul piano relazionale:

- mantenere confini chiari: dire a sua madre cosa è accettabile e cosa no (per esempio rifiutare discorsi che la colpevolizzano o la ricattano emotivamente);

- spiegare, se lo ritiene utile, come voi vi organizzerete rispetto ai figli e ai bisogni pratici, così da ridurre le paure legate alla cura del bambino;

- coinvolgere il compagno, quando e come Lei lo desidera, nelle conversazioni con la famiglia, per mostrare un fronte unito;

- cercare supporto per sé (amici, gruppo, terapia) nei momenti in cui il conflitto familiare diventa gravoso.

Sono di Livorno e se vuole mi può contattare per approfondire meglio la situazione.

Con stima,

Dott. Filippo Bresciani. 

Dott. Filippo Bresciani

Dott. Filippo Bresciani

Livorno

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Ci sono momenti in cui l’amore ci chiama in direzioni che la famiglia fatica a comprendere. Non è un rifiuto reciproco, ma un passaggio di vita: quello in cui una persona adulta inizia a scegliere secondo il proprio sentire, e non più secondo le aspettative di chi l’ha cresciuta.

Nel mito di Psiche e Amore di Apueleio che la invito a leggere, la giovane è sospinta da forze che non capisce pienamente. Lascia la casa paterna non per ribellione, ma perché qualcosa dentro di lei la spinge verso un destino più ampio. Le prove che affronta  la fiducia, la cura, la discesa e la rinascita rappresentano il cammino di ogni anima che impara ad amare nella concretezza della vita, non nell’ideale.

Jung avrebbe parlato di individuazione: un processo in cui non si rompe con le origini, ma si differenzia da esse, trovando la propria forma. Hillman direbbe che l’anima cresce quando è fedele alla sua immagine, anche se questa immagine non corrisponde a quella che gli altri hanno di noi.

Forse, allora, non si tratta di convincere o di opporsi, ma di abitare serenamente la propria scelta, lasciando che il tempo mostri ciò che le parole non possono.
L’amore maturo non divide: si radica. E, con pazienza, può divenire un ponte tra mondi che oggi sembrano lontani.

Ciao, intanto voglio ringraziarti per la tua condivisione. Mi dispiace per la situazione che stai vivendo e che inevitabilmente mina la tua serenità. Detto questo, il focus va posto innanzitutto sul tuo benessere. Dici di star bene con il tuo compagno. Probabilmente la tua famiglia è in pensiero per te e vorrebbero evitarti ipotetiche sofferenze future. L'unico modo che hai è vivere la tua storia pienamente. Forse constatando che sei felice, potranno cambiare idea. Ma la domanda che vorrei farti è: quanto è determinante per la tua vita l'approvazione da parte dei tuoi delle tue scelte? Forse potresti lavorare su questo. Ti abbraccio ❤️

Dott.ssa Melania Golia

Dott.ssa Melania Golia

Livorno

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