È notte fonda. Dormivi, forse anche profondamente, e improvvisamente ti svegli. Il cuore batte all’impazzata, il respiro è corto, hai un nodo alla gola. Il corpo è in allarme. Ti alzi di scatto, spalanchi la finestra o bevi un sorso d’acqua. Magari pensi: “Sto per avere un infarto…”, oppure “Sto impazzendo”.
Poi, lentamente, tutto si calma. Ma dentro resta una sensazione difficile da spiegare. Confusione, paura, inquietudine.
Quello che hai vissuto potrebbe essere stato un attacco di panico notturno.
Molte persone lo sperimentano almeno una volta nella vita, ma poche riescono a comprenderlo subito. Spesso viene scambiato per un sogno molto intenso, un malessere fisico o un episodio isolato. Eppure, quando accade più volte, la notte può diventare un momento temuto, e l’ansia comincia a infiltrarsi nella quotidianità.
Cos’è un attacco di panico notturno?
Un attacco di panico notturno è un episodio improvviso di intensa ansia o terrore che insorge durante il sonno, spesso senza alcuna causa apparente. A differenza di un incubo, non c’è un sogno da cui ci si sveglia spaventati: si passa da uno stato di quiete a uno di allarme acuto in pochi secondi.
Tra i sintomi più comuni troviamo:
- Tachicardia o palpitazioni forti
- Sudorazione, tremori, senso di caldo o freddo improvviso
- Respiro affannoso o sensazione di soffocamento
- Dolore o pressione al petto
- Nausea o vertigini
- Paura di perdere il controllo, di morire o di impazzire
- Sensazione di distacco dalla realtà (derealizzazione) o da sé stessi (depersonalizzazione)
È importante sapere che, sebbene l’esperienza sia molto intensa, non si è in pericolo di vita. Il corpo si attiva come se ci fosse un’emergenza reale, ma in realtà sta reagendo a una minaccia percepita internamente, spesso non consapevole.
Perché succede proprio di notte?
Durante il giorno siamo spesso assorbiti da mille impegni, obblighi e pensieri. Rimandiamo emozioni, reprimiamo sensazioni, ci distraiamo. Ma di notte, quando la mente e il corpo iniziano a rallentare, ciò che è stato messo da parte può emergere. È come se l’organismo approfittasse del silenzio per “parlare”.
In alcuni casi, l’attacco di panico notturno è legato a un periodo di forte stress, a cambiamenti importanti, a preoccupazioni irrisolte o a traumi passati non ancora elaborati.
In altri casi, può comparire in modo apparentemente improvviso, ma rappresenta comunque un segnale da non trascurare.
Anche uno stile di vita frenetico, l’assunzione eccessiva di stimolanti (come caffeina o alcol), la mancanza di sonno e una predisposizione ansiosa possono essere fattori che aumentano il rischio.
Il circolo vizioso: quando il sonno diventa un nemico
Dopo un primo episodio, può nascere la paura che “succeda di nuovo”. E così la persona comincia ad anticipare mentalmente il momento di andare a dormire con ansia crescente. Alcuni riferiscono di rimandare l’ora di coricarsi, altri mantengono luci accese, dormono con la televisione in sottofondo o evitano di restare soli. Tutto questo, a lungo andare, compromette la qualità del sonno e alimenta un vero e proprio circolo vizioso.
Meno si dorme, più si è stanchi e vulnerabili all’ansia. Più si teme l’attacco, più si è in allerta. E il corpo, che percepisce questa tensione, può reagire proprio con un altro attacco.
Si può guarire? La risposta è sì.
Gli attacchi di panico notturni si possono affrontare e superare con successo.
Un percorso psicologico, in particolare con un orientamento cognitivo-comportamentale (CBT), aiuta a:
- Riconoscere i meccanismi che scatenano e mantengono l’ansia
- Lavorare sui pensieri catastrofici e sull’ansia anticipatoria
- Imparare tecniche di gestione dell’ansia e del respiro
- Ripristinare un rapporto più sereno con il sonno
- Accogliere le emozioni senza combatterle, con un lavoro graduale di consapevolezza
Spesso si integrano anche tecniche di mindfulness o di Acceptance and Commitment Therapy (ACT), che aiutano a vivere le sensazioni con maggiore apertura e presenza, senza farsi travolgere.
Se ti sei riconosciuto in queste parole…
Forse hai già provato a far finta di niente, a controllare da solo la paura, a “resistere”.
Ma se ogni notte è un’incognita e ogni risveglio è carico di allarme, è il momento di fermarsi e chiederti: cosa sto evitando di ascoltare? Di cosa ho bisogno, davvero?
L’ansia non è un difetto, ma un segnale. E può diventare un’occasione di cambiamento.
Se senti che è arrivato il momento di affrontare tutto questo con uno sguardo professionale, sono qui.
Non devi affrontarlo da solo. Un supporto psicologico può aiutarti a ritrovare un sonno tranquillo e, soprattutto, un senso di sicurezza dentro di te.
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