Una figlia sempre più lontana

gionni

buona sera vorrei un consiglio sul mio caso. ho 45 anni e da 25 sono sposato. abbiamo avuto a venti anni una ragazza che oggi ne ha 24 e a 30 un altra che oggi ne ha 13. abbiamo dovuto affrontare molte difficoltà, all'inizio, eravamo giovani, ma pieni di amore e le abbiamo superate. la nostra famiglia è stata sempre unita, nelle difficoltà ci siamo adoperati sempre per aiutare tutti. cosi abbiamo voluto insegnare ai ns figli, che se si sta uniti si possono affrontare i problemi. mia figlia grande a 16 anni era rimasta in cinta, non ne abbiamo fatto un dramma, anzi visto che la cosa ci era successa venti anni prima con lei le abbiamo subito detto che l'avremmo aiutata a portare avanti la gravidanza e poi a trovare una soluzione abitativa per lei e il suo compagno. cosi fu sembrava che tutto andasse per il meglio, non abbiamo mai insistito che si sposassero, ma finalmente un giorno di due anni fa ci dettero la bella notizia e cosi in collaborazione con la famiglia di lui abbiamo organizzato il matrimonio. lei continuava a visitarci ogni giorno con il piccolo cris, mio nipote a seguito, eravamo felici, e mi permettevo anche delle volte di invitare lei e mio genero a considerare la possibilità di fare un mutuo insieme per unire le forze e acquistare una abitazione più grande dove poter andare a vivere insieme, naturalmente ognuno con i propri spazzi, magari una bifamiliare sotto sopra ben divisa, il tutto perché no si voleva far pensare a una promiscuità, era giusto che ognuno avesse la sua casa dove fare quello che si voleva. infondo loro vivevano in affitto e da soli non sarebbero mai riusciti a comperare nulla, con i tempi che corrono e lavorando uno solo.. eravamo convinti che tale soluzione sarebbe servita anche per dare possibilità a mia figlia di trovarsi un lavoro, avendo meno impegni con il figlio. 9 mesi fa mia figlia è tornata a casa e ha chiesto la separazione dal marito. noi siamo caduti dalle nuvole. il colpo è stato talmente forte che per mesi per dormire abbiamo dovuto prendere della valeriana. no capivamo il perché di questa separazione visto che fino a qualche giorno prima non ci avevano fatto presagire nulla.erano sempre sorridenti, recitavano una parte, per noi?? ma perché?? abbiamo dovuto accettarla in casa, ma solo perché mia figlia era decisa di andare ad abitare da una a amica, avevamo paura per mio nipote, non sapevamo cosa fare, alla fine abbiamo deciso che forse era meglio che stese in casa, e poi speravamo che fosse una cosa passeggera, ma non è stato cosi, nonostante i litigi per farla ragionare sulla cosa lei è stata fermissima.eravamo cosi angosciati io e mia moglie, anche nello sentire sempre piangere mio nipote di sera perché voleva andare a casa, ma non sapevamo cosa fare avevamo paura anche di un gesto insensato. abbiamo provato a parlare con lui che comunque è coetaneo di mia figlia , ma lui dice che anche per lui è incredibile, ma non è mai venuto a prendersela a casa nostra nonostante lo incitassimo a farlo, poi dopo una settimana abbiamo capito che cera un altro... un ragazzo che mia figlia aveva conosciuto andando al serale. questo ragazzo ha cominciato a venire a casa nostra, ma noi eravamo esterrefatti e non riuscivamo ad accettarlo in quel momento. sapevamo che la cosa prima o poi doveva essere discussa e cosi invitammo il nuovo fidanzato a casa per capire. di tre anni più giovane e senza lavoro, li domandavo come avrebbe fatto a portare a vanti la faccenda, li mettevo sul piatto la circostanza che si sarebbe trovato in un colpo solo con la responsabilità di un bambino non suo e che la cosa non era facile. -non ho consigli ripetevo, ma solo vorrei che ci pensaste bene. loro erano convinti e le cose andarono aventi tranquillamente, anche se non riuscivamo a rassegnarci di vedere mio genero distrutto. ma mia figlia voleva vivere e fare le ore piccole, cosi mi chiedevo se non avrebbe fatto bene lavorare, per capire che in fin dei conti il padre di suo figlio se alla sera non era tanto arzillo forse era anche perché con il lavoro che faceva era molto stanco. li trovai alcune ore di pulizie da fare e li comperai una macchina vecchiotta , pensavo che tutte queste difficoltà sarebbero state un deterrente per mia figlia abituata ad alzarsi alle 10 al mattino e andare a passeggio, ma ami sbagliavo. mia figlia si alzava alle 5 e andava la lavoro con il freddo dell'inverno, e non batteva ciglio, io era sempre sveglio per sentire se l'auto partiva, e con il pensiero la seguivo fino al lavoro, poi quando sapevo che era arrivata , in fondo erano 10 km allora continuavo a dormire. ma lei chiedeva sempre di più, - voglio vivere , voglio uscire la sera e rientrare alle 24 o alle 1, perché cosi fanno i giovani, ma io ribattevo- non pensi che di una vita simile il bambino di soli 5 anni ne risentirebbe, i bambini devono dormire, e poi dove lo porti? mi sembravano preoccupazioni normali, ma lei ribatteva che non cera da preoccuparsi. una notte nel cuore della notte alle 2 il campanello della mia abitazione suono, era il suo nuovo fidanzato che agitatamente mi diceva che mentre stava rincasando mia figlia aveva avuto un incidente grave.mettendomi quello che mi capito a tiro corsi in ospedale, erano le 2 e 30 e stava per essere portata di urgenza in sala operatoria , feci in tempo solo a vederla di sfuggita e poi aspettammo per 5 ore prima di sapere se l'operazione era andata bene. furono le ore più angoscianti della mia vita, ma non furono solo quelle, infatti con l'incidente mia figlia si ruppe il femore , il perone, la mascella e, tre costole e perforato un polmone, per 15 gg fu ricoverata in rianimazione, era al notte di natale quando successe l'incidente. furono giorni di angoscia e di dolore, abbiamo trovato la forza di sopportare solo stringendoci e con li ansiolitici. intanto scene strazianti del marito che piangeva e del nuovo fidanzato la al suo capezzale, rendevano ancora più difficile sostenere la situazione. alla fine ce la fece e torno a casa. le prime settimane siamo stati i suoi infermieri personali, abbiamo concesso l'entrata in casa del nuovo fidanzato, perdendo ogni speranza sul ristabilimento del matrimonio. il fidanzato nuovo si era appropriato della nostra casa, tutto il giorno in casa nostra dal mattino alla sera, calcolando che abito in un appartamento di 70 mq con mia moglie e mia figlia piccola, adesso anche con mia figlia incidentata e mio nipote , la presenza del fidanzato ci rendeva la vita impossibile, naturalmente erano compresi i pranzi e le cene, ma la cosa nonostante tutto la sopportavamo per amore di sara, cosi si chiama mia figlia grande. pensavamo che l'incidente l'avesse un po cambiata e ci fosse un ricongiungimento, ma la cosa non è durata piu del tempo di ristabilirsi un po ha cominciato a voler fare la stessa vita di prima, cioè via dalla mattina alla sera. l'arroganza del fidanzato ci aveva condotti a dire un po basta alla frequentazione assidua, non si poteva piu muoversi in casa e comunque loro avevano preso la camera dove dorme mia figlia con mio nipote , come il loro appartamentino privato, arrivando anche a fare dell'altro..... ci siamo stancati e all'ennesima alzata di ingegno del fidanzato, che chiedeva di spostare alcune foto che abbiamo in casa , perché li dava fastidio vedere il vecchio marito di mia figlia , siamo esplosi. attualmente mia figlia va via dal mattino alla sera, e con noi non ce più rapporto, per quanto ci sforziamo di comunicare con lei. siamo arrivati anche a levare veramente la foto incriminata , ma ora dicono che è tardi, fanno li offesi. mi chiedo cosa dobbiamo fare, ma in verta lo so vorrei che se ne andasse, mi fa male il suo comportamento e nonostante le vogliamo bene e ci piange il cuore non riusciamo a capirci. le i ci accusa di non capire e io di non averci considerato prima di prendere una decisione di lasciare il marito, decisione che non ha cambiato solo la sua vita, ma anche al nostra. poi l'incidente, siamo distrutti, abbiamo paura cosa possiamo fare? continuare nell'indifferenza piu assoluta o litigare, visto che oggi al limite della sopportazione non riuscendo a parlarli li ho scritto una lettera dicendole che le vogliamo bene ma che cosi non ce la a facciamo a andare avanti e lei di tutta risposta mi ha attaccato sostenendo che la colpa e nostra? ma di cosa siamo colpevoli vorrei saperlo,sono disposto a tutto per non perderla, ma vorrei vivere e dedicarmi anche alla figlia minore che ha bisogno di serenità,mi spiace per mio nipote che vedo bistrattato e non mi pare che sia nemmeno tanto seguito con le cure. cosa devo fare?????

7 risposte degli esperti per questa domanda

Penso siate stati fin troppo disponibili con lei! E' ora che la ragazza maturi e cominci a prendersi le proprie responsabilità! Siete voi che all'interno di casa vostra dovete mettere delle regole e non permettere alcuni comportamenti. Spesso i genitori temono di perdere l'amore dei figli assecondandoli ma questo non permette loro di crescere. La saluto cordialmente
Forse il problema è proprio ciò a cui accenna, cioè che è disposto a tutto pur di non perdere sua figlia. Mi permetto di dire che “tutto”, forse è troppo e che qualche limite andrebbe messo. Probabilmente sua figlia sta vivendo adesso quello che non ha vissuto a 16 anni quando è rimasta incinta. Forse, l’unica cosa da fare è prendersi cura del nipote e della figlia più piccola, lasciando andare la grande e rendendole la responsabilità della sua vita, in modo che possa sentirsi libera di riavvicinarsi, smettendo di attaccarvi e incolparvi.
Dott.ssa Giulia Checcucci

Dott.ssa Giulia Checcucci

Firenze

La Dott.ssa Giulia Checcucci offre supporto psicologico anche online

Gentile signore, ho letto con interesse la sua mail. Se chiede aiuto credo sia disposto anche a rispondere ad alcune provocazioni, le quali non hanno nessuna presunzione di giudizio. Immagino che come me, lei sia desideroso di capire quali cambiamenti apportare nella vita vostra e di vostra figlia. Per far cambiare gli altri è necessario modificare alcune cose su di noi.. diretti interessati. - innanzitutto colgo questo desiderio di famiglia unita che crolla nel momento in cui vostra figlia non soddisfa le vostre aspettative, - questo desiderio di famiglia unita che condivide, può nascondere vissuti di dipendenza e simbiosi, per i quali sua figlia mostra un atteggiamento ribelle come unica modalità di reagire, e come unica strategia di sopravvivenza - questo circolo vizioso che si può strutturare tra ricatti e dipendenza non aiuta vostra figlia a crescere - non emerge il vissuto della madre in tutta questa vicenda e le posizioni che assume Non sono frasi semplici ma credo che nulla vale continuare sulla stessa strada. Dopotutto la stessa strada continua a ritornarvi risultati infruttuosi. Buon cammino
Caro Gionni, credo che lei e la sua famiglia vi sentiate in trappola, in una situazione senza via di uscita. Ma io penso che molto sia possibile fare per aiutarvi a ritrovare i vostri “confini”. Se lei abitasse nella mia città potrei consigliarle una struttura che possa farsi carico della vostra situazione familiare. Le consiglierei di informarsi per un Centro di terapia familiare nella sua città. Un caro saluto
Egregio signor Gianni, ho letto attentamente la storia della Sua famiglia ed in particolare quella relativa alla Sua figlia maggiore che oggi ha 24 aa. Mi sembra di capire che come genitori vi siete comportati adeguatamente e forse anche di più. Avete aiutato Vostra figlia nel miglior modo possibile ma forse la figliola non ha completamente 'capito' ed 'accettato' la Sua prematura crescita e responsabilità materna. D'altronde 16 aa. sono un po' troppo pochi per sentirsi responsabile di un'altra vita poichè ancora non si ha completamente chiara la responsabilità della propria vita (almeno di solito é così!! poi ci sono le dovute eccezioni come siete stati voi). Tuttavia la ragazza ha ottenuto da voi un giusto e valido aiuto. Attualmente non sembra esservi riconoscente, anzi (da quanto leggo) ha un atteggiamento piuttosto strafottente e di sfida!! La ragazza sembra abbia un certo disorientamento psico- sociale ed andrebbe aiutata a capire sè stessa ma da una terza persona (es. un' amicizia carismatica, un psicologo o comunque una persona a cui lei fa riferimento).Purtroppo voi siete troppo coinvolti emotivamente ed affettivamente ed anche stanchi di una situazione molto stressante per cui non potete esserle di aiuto per questo tipo di percorso che riguarda la personalità di vostra figlia. Vi consiglio di fare in modo che la ragazza (ora maggiorenne) si renda completamente indipendente da voi sia sotto l'aspetto psico-morale che sotto quello economico. Dovete fare in modo che il nuovo ragazzo (non padre del piccolo Cris.)lasci la vostra casa (magari fatevi aiutare da qualcuno per convincerlo, ad esempio da un parente). Se vogliono stare insieme devono trovare il modo per farlo indipendentemente da Voi. Vanno messi di fronte alle loro responsabilità. La Vostra disponibilità si deve fermare a tenergli il bambino quando ne hanno bisogno ma molto relativamente. Provate a fare parlare vostra figlia con il medico di base affinchè quest'ultimo/a possa darle delle utili indicazioni ed anche se possibile invitarla a fare un percorso psicologico con un terapeuta della ASL. A disposizione per ulteriori chiarimenti
E' ammirevole come lei sia riuscito a crearsi una famiglia così giovane e come soprattutto sia riuscito a farla “funzionare” nonostante tutto, almeno fino a quando la storia non si è ripetuta ma questa volta con protagonisti diversi. La storia iniziale vede come attori principali Gionni e la moglie, entrambi giovani e pieni d'amore, strettamente uniti nell'affrontare le difficoltà incontrate nel loro cammino. Attori che ritornano e si intrecciano nella seconda storia, una storia simile ma non uguale, un'ALTRA storia! In questa nuova trama si racconta di Sara, una ragazzina che rimane incinta all'età di 16 anni, che forse per imitazione si trova costretta a rivivere la stessa esperienza dei genitori che la indirizzano su cosa sia meglio fare. E pare tutto sistemato fino a quando quella ragazzina non si fa più grande, la storia in cui si trova inizia ad esserle estranea, lo spazio in cui ha vissuto troppo stretto, la capacità di prendere decisioni sempre più autonoma. Sara ora ragiona con la sua testa, vuole riprendere in mano la sua vita o meglio la “spensierata giovinezza” che non ha mai vissuto. E forse non a caso si è trovata un fidanzatino più giovane e nullafacente, con il quale forse non si prospetta un futuro o il progetto di una vita assieme ma si vive alla giornata, senza scelte da fare né responsabilità da prendere. Questo probabilmente vi accusa di non capire... Voi avevate vent'anni e avete preso una decisione; lei ne aveva solo 16 e probabilmente ha assecondato la vostra e ora se ne sente soffocata ma il “danno” ormai è fatto: un marito si può allontanare ma un figlio non si può cancellare! Ora però ha 24 anni, deve crescere e per farlo forse non può avere sempre le spalle coperte da due genitori amorevoli. Avete pensato per lei, avete cercato di risolverle i problemi, avete DOVUTO riaccetarla in casa (il maiuscolo per citare una sua affermazione) assieme al nuovo fidanzato e pensare anche al nipote. Ecco, forse potevate ma non DOVEVATE fare tutto questo. Il dovere di un genitore non sta necessariamente nel riparare gli errori dei figli! Forse è stata questa la vostra “colpa”. Sara andava e va responsabilizzata (e non è bastato farla andare a lavorare): troppo comodo avere un tetto sopra la testa senza doverlo mantenere, avere un figlio che altri accudiscono, sbagliare avendo le spalle coperte! Lasciatela libera di scegliere ma che la sua scelta sia vissuta da lei fino in fondo con tutto ciò che da quella scelta potrà scaturire.
Per non perdere un figlio è necessario lasciarlo crescere così che possa imparare come si fa a vivere e possa, poi, ritornare da noi adulto. Dalle piccole cose (camminare, allacciarsi le scarpe, caricarsi la sveglia ...) alle cose più grandi (studiare, trovarsi un lavoro ...) la fatica che costa è il contrappeso della stima di se stessi per le conquiste che i genitori hanno lasciato compiere, con una vicinanza sufficiente e non eccessiva. Quel NOI che più o meno esplicitamente ricorre nella sua mail, sembra raccontare una confusione di confini degli spazi di vita, di quelli affettivi e mentali. Sara non ha potuto fare l'adolescente, mamma precocemente, ma questo non le ha consentito di diventare grande, anzi è tornata ad essere ancora più dipendente di prima dalla famiglia da cui avrebbe dovuto imparare a staccarsi proprio in quel periodo della sua vita. Nemmeno si è fatta carico in proprio delle conseguenze, ovvie dell'essere madre. Paradossalmente, se ci pensa, non è una figlia sempre più lontana, ma da sempre più che mai vicina. Sembra avere "imparato" che meno cresce, più voi ci siete, illusoriamente restare incinta l'avrebbe emancipata, ma è accaduto esattamente il contrario, così come con la separazione. Ogni, volta, peraltro, deludendo le aspettative dei genitori (per quanto non si evinca distintamente la posizione della mamma). Eppure l'anelito che caratterizza tutti i cuccioli d'uomo è separarsi dalla famiglia sentendosi comunque "vicini". In questo caso appare il contrario: avvicinarsi sempre di più ma sentendosi distanti; è come se separarsi sia una questione insostenibile per Sara e per voi genitori (10 Km non sono granché... :-) ). Credo che una terapia familiare sistemica possa essere un valido aiuto a riportare in equilibrio la vostra relazione, a vantaggio di Sara, Cris e di tutti.