Fratello che vive nel suo mondo

Emilia

Buongiorno, vi scrivo perchè da circa un anno mio fratello si sta chiudendo sempre di più e vorrei capire se posso aiutarlo e/o come indirizzarlo verso un percorso con uno specialista. Mio fratello è sempre stato un bambino molto gioioso da piccolo, crescendo però, alcune cose della vita (più o meno regolari - abbiamo avuto la fortuna di non subire traumi) lo hanno segnato cambiandolo e portandolo ad essere a 22 anni un ragazzo molto chiuso, che non esce praticamente mai di casa se non rarissime volte e che quindi ha solo il suo punto di vista...di conseguenza è molto difficile farlo ragionare. Tutto ciò ora sta degenerando. Apparentemente lui ha tutto dalla vita, i nostri sono sempre stati molto presenti per noi e ci hanno sempre seguito e supportato talvolta sacrificandosi anche parecchio. Fine 2023, quando c'è stata la morte di nonna, a cui eravamo molto legati, penso sia stato un po' il punto di non ritorno. Mio fratello sta seguendo un corso di studi in una facoltà privata (a fronte di sacrifici dei nostri genitori), ci teneva moltissimo a fare questo corso, e il primo anno era andato anche molto bene. Poi però il caos, dal 2024 (quindi il secondo anno) iniziano gli esami insormontabili, trascorre l'ultimo anno facendo sessioni a vuoto, durante questo periodo conosce una ragazza cinese su una app di scambio linguistico a cui si lega moltissimo e ora ci ritroviamo nella situazione in cui non esiste altro al di fuori di questo viaggio in cina che sta organizzando con i soldi che ha risparmiato da quando è al mondo/di lavori fatti in passato. Dopo un anno di sessioni a vuoto, a giugno ha passato 2 esami, inizialmente era molto contento anche se l'obiettivo erano 4. E anche io ero contenta per lui perchè mi sembrava si stesse sbloccando qualcosa. I miei però no, chiaramente, perchè ormai gli esami da recuperare sono molti e il problema di un anno fuori corso da pagare è reale. I miei gli hanno messo molte pressioni in questi anni per concludere velocemente, quindi lui ora è nella situazione per cui l'università non va e ha pressioni e il viaggio in cina gli salta perchè dovrà studiare per la prossima sessione. Sarebbe tutto abbastanza ok se non fosse che io, e da poco anche mamma, siamo seriamente preoccupate per la sua sanità mentale. Non ha interessi, mamma gli ha proposto di farsi seguire da uno psicologo, aveva accettato ma poi non ci si è più messo in contatto, faceva palestra ma ha rinunciato perchè non voleva far spendere troppi soldi ai nostri. Vive le sue giornate da più di un anno in casa, in camera, in un anno sarà uscito 10 volte. E ora improvvisamente vuole andare dall'altra parte del mondo ma fallisce anche questo suo progetto. è veramente difficile cercare di agganciarlo, l'unico modo in cui sono riuscita è dicendogli che anzichè annullare completamente il viaggio (sì perchè con lui è bianco o nero), poteva studiare e passare altri due esami e poi sarei andata con lui ad ottobre. Ora sono terrorizzata perchè penso di aver fatto entrare nella sua testa la cosa che passare gli esami sia una merce di scambio...non so assolutamente come approcciarlo, cosa provare a dirgli per farlo uscire fuori da questo modo di vivere degenerante. Come posso spingerlo verso una terapia? ho sbagliato penso per il viaggio in cina, come posso addrizzare il tiro nel mentre? cosa mi consigliereste?

7 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile Emilia,

Grazie mille per questo messaggio, così attento e premuroso. Le sue parole trasmettono in modo chiaro quanto tenga a suo fratello e quanto si stia impegnando per cercare un modo efficace, rispettoso e amorevole per aiutarlo. La situazione che descrive è delicata ma, purtroppo,  nei giovani adulti non è rara. Infatti, quando le aspettative (interne ed esterne) si scontrano con momenti di blocco, perdita di senso o fragilità emotiva, può accadere che la persona si ritiri progressivamente dal mondo, chiudendosi in una dimensione molto ristretta, fatta solo del proprio punto di vista, come ha ben intuito lei stessa. L’isolamento, la mancanza di progettualità concreta, il calo di interessi, le pressioni familiari e accademiche, insieme alla delusione di fallimenti percepiti, possono diventare un circolo vizioso che rende sempre più difficile “riagganciarsi” alla realtà. Dal suo racconto, però, emergono anche elementi importanti. Ad esempio, suo fratello ha mostrato entusiasmo, cercato un legame affettivo, avuto una fase in cui gli studi funzionavano e, sebbene con fatica, recentemente superato due esami. Tutto ciò indica che dentro di lui c’è ancora una spinta vitale, anche se oggi sembra confusa o fragile.

Riguardo alla questione del viaggio, non ha sbagliato. Lei ha fatto qualcosa di molto umano e comprensibile, cercando un modo per motivarlo, per “muoverlo” senza imporgli una direzione. Se ora si sente in difficoltà per aver trasformato, involontariamente, il viaggio in un “premio” legato agli esami, potrebbe provare a riformulare il discorso come segue:

“Vorrei davvero fare questo viaggio con te, non perché tu debba dimostrarmi qualcosa ma perché mi piacerebbe condividere un’esperienza insieme e vederti felice. Se senti che passare altri esami ti aiuterebbe a viverlo meglio, sarò al tuo fianco ma non dev'essere una condizione. L’importante è che sia una tua scelta.”

Per quanto riguarda il tema della psicoterapia, è comprensibile che ci siano resistenze. Potrebbe essere utile evitare di proporla direttamente come “cura per un problema”. Invece, dovrebbe rappresentare un’opportunità di avere uno spazio tutto suo, neutro, in cui possa esprimersi senza giudizio. In questo senso, può provare a dirgli che andare in terapia non significa essere o sentirsi sbagliati ma avere il coraggio di esplorare se stessi in un momento complesso. A volte è più facile iniziare con poche sedute conoscitive, senza impegno, anzichè pensare a un percorso lungo e definito. Se posso, infine, le suggerei con delicatezza di prendersi cura anche di sé. Infatti, il ruolo che sta cercando di svolgere, tra preoccupazione, mediazione e affetto, è faticoso e merita uno spazio di sostegno: anche lei ha diritto a essere ascoltata e supportata da strumenti per affrontare tutto questo.

Se volesse approfondire, resto a disposizione qui, al modulo di contatto.

Un caro saluto,

Dott.ssa Alessandra Toni

Dott.ssa Alessandra Anna Maria Toni

Dott.ssa Alessandra Anna Maria Toni

Milano

La Dott.ssa Alessandra Anna Maria Toni offre supporto psicologico anche online

Gentile utente, mi ha colpito molto il suo racconto perché mi ricorda tante storie che ho sentito nella stanza di terapia.

Il tema dell’aiuto verso i nostri cari è tanto importante, dunque mi sento di risponderle prendendo spunto da percorsi passati, ben cosciente che spesso è la risposta che meno si desidera.

Capisco quanto sia difficile vedere una persona a cui si vuole bene stare male e sentirsi impotente. È naturale voler fare qualcosa, cercare un modo per “smuovere”, trovare la frase giusta o il momento giusto per convincere a farsi aiutare. Ma la verità è che non sempre chi sta male è disposto o pronto a ricevere aiuto, anche se ne avrebbe bisogno.

Ed è una delle cose più difficili da accettare: che non possiamo salvare qualcuno che non vuole (o non riesce) a farsi salvare. Possiamo esserci, offrire ascolto, proporre alternative, ma non possiamo forzare un cambiamento.

Questo non significa arrendersi o sparire, ma trovare un equilibrio tra la presenza e il rispetto dei suoi tempi, anche se lenti, anche se fanno male da guardare. E in tutto questo, è importante anche che lei non si consumi. Anzi, forse anche lei merita uno spazio di ascolto e supporto per quanto sta accadendo e per il ruolo di protezione che sta cercando di assumere.

Un caro saluto,

Giulia Battista

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lui possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarlo ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che gli impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarlo a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa essergli utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

Il Dott. Francesco Damiano Logiudice offre supporto psicologico anche online

Buongiorno,

leggo nelle sue parole la grande preoccupazione per suo fratello, che sembra trovarsi in una fase complessa, in cui fatica a trovare un equilibrio tra desideri, aspettative e mondo interno.

Ha avuto la possibilità, grazie ai sacrifici dei vostri genitori, di iscriversi a un percorso universitario importante, ma al momento sembra che questa strada si sia complicata. Nella relazione con una ragazza conosciuta online ha probabilmente trovato un’ancora, un punto di riferimento emotivo. Nel frattempo, la perdita della nonna e altri cambiamenti familiari – come la nascita di un figlio da parte sua – hanno inciso in modo significativo sull’equilibrio personale e relazionale.

Vorrei soffermarmi su un passaggio chiave: “Preoccuparsi non è occuparsi.”

La preoccupazione nasce dall’amore, certo. Ma spesso si limita al pensiero, all’ansia, al bisogno di controllo o alla paura del dolore altrui.
Occuparsi, invece, è un atto di presenza: implica stare con l’altro, senza volerlo cambiare. Significa ascoltare, accettare i suoi tempi e le sue fatiche, senza pretendere di avere la soluzione pronta.

Chi soffre ha bisogno di sentirsi visto, non invaso. Ha bisogno di qualcuno che gli stia vicino senza soffocarlo, che sappia contenere, senza giudicare.
A volte
occuparsi è anche fare un passo indietro, lasciare spazio, accompagnare, resistere alla tentazione di “riparare tutto”.
Con pazienza. Con rispetto. Con fiducia.

Le suggerirei di provare a spostare il focus dal “fare qualcosa per farlo cambiare” a un “esserci con lui”. Magari semplicemente chiedendogli: “Come ti senti oggi?”, piuttosto che “Cosa vuoi fare della tua vita?”
Oppure provando a condividere anche i suoi vissuti emotivi, i suoi dubbi, le sue paure, per creare uno spazio di autenticità.

Capisco la frustrazione, il senso di impotenza, ma spingerlo a “ragionare” potrebbe solo rafforzare le sue resistenze. Ogni tentativo di convincerlo rischia di essere vissuto come un attacco o una svalutazione.

Alcune domande che potrebbero guidare una riflessione più ampia:

  • Cosa ha rappresentato la morte della nonna per lui? Per lei? Per il vostro equilibrio familiare?

  • Gli esami non superati sono forse anche un sintomo e non solo un problema? Dietro potrebbero esserci solitudine, blocco emotivo, sensazione di non essere abbastanza, paura di deludere.

  • Il progetto del viaggio in Cina può essere visto come una fuga, ma forse anche come una ricerca di autonomia. La sua proposta di accompagnarlo non è necessariamente sbagliata, anzi: può essere letta come un gesto di amore, se vissuto senza caricare tutto sul “merito” o sulla “performance universitaria”.

Ribadisca che il valore di suo fratello non dipende dai voti o dal rendimento e cerchi degli spazi di condivisione emotiva vera: ascoltare senza correggere, stare senza forzare.

Inoltre, può essere utile un supporto psicologico per voi familiari (lei e i genitori), per comprendere quali dinamiche familiari possono, anche inconsapevolmente, contribuire o mantenere questa situazione.
Spesso, un malessere personale si esprime dentro un sistema relazionale più ampio, fatto di silenzi, aspettative implicite, paure reciproche.

Suo fratello ha le sue responsabilità, ma anche un mondo interno molto fragile: bassa autostima, idealizzazione di un “altrove”, senso di colpa verso i genitori, ansia da prestazione. Serve quindi non solo delicatezza, ma anche una certa fermezza che sappia accompagnare e stimolare il cambiamento, proponendo confini chiari e responsabilità concrete. Spesso è proprio questo equilibrio tra sostegno e richiesta che aiuta a far emergere risorse interiori e a intraprendere un percorso di crescita.

Naturalmente, questa è solo una lettura possibile basata su quanto ha condiviso, e sarebbe necessaria una valutazione più approfondita.

Buona Giornata
Dott. Filippo Arnoldi

Dott. Filippo Arnoldi

Dott. Filippo Arnoldi

Bergamo

Il Dott. Filippo Arnoldi offre supporto psicologico anche online

Emilia, Da quello che descrivi, tuo fratello sembra trovarsi in uno stato di ritiro sociale marcato, che in alcuni casi può evolvere in forme note come "hikikomori" (un termine giapponese usato ormai anche in Italia). Non si tratta di un’etichetta da attaccargli, ma di una possibile condizione psicologica complessa, spesso alimentata da:

  • pressioni esterne molto forti (familiari, accademiche, sociali)

  • una profonda sfiducia in se stessi

  • fuga nella fantasia o in legami virtuali come compensazione del vuoto o della frustrazione

  • un senso di fallimento e di immobilità cronica, che porta alla perdita di iniziativa

Tutto questo è amplificato, probabilmente, da:

  • la morte della nonna, che ha destabilizzato un equilibrio emotivo già fragile

  • la sensazione di deludere i genitori nonostante i sacrifici fatti

  • la relazione online, che può rappresentare una forma di evasione e di "ancora" salvifica, ma anche illusoria.

Hai sbagliato con il viaggio in Cina? No, non hai sbagliato. Hai trovato l’unico modo che sembrava funzionare per riaccendere in lui un po’ di motivazione, anche se con un compromesso. Quello che forse va ricalibrato è il tipo di messaggio sottostante:

  • Non: "Passa gli esami = ti premiamo con il viaggio"

  • Ma: "Hai dei desideri, delle passioni, ed è giusto cercare di realizzarle. Se l’università è un ostacolo in questo momento, possiamo affrontarlo insieme. Non sei solo."

Il tuo obiettivo non deve essere farlo studiare o farlo uscire, ma aiutarlo a rientrare in contatto con se stesso, con i suoi desideri veri, con la realtà, con il mondo.

1. Rinforza il legame con lui, senza obiettivi nascosti Evita di “tirarlo fuori” a tutti i costi. Lavora invece su: Dialogo sincero, fraterno, senza giudizio
(“Come ti senti? Ti va di raccontarmi com’è andata la giornata?”) Condivisione, anche banale, anche via chat se in presenza non riesce. Presenza silenziosa ma costante.

Proponi la terapia in modo più personale. Anziché dire “vai da uno psicologo”, prova con:

“A me sta a cuore capire come stai davvero, e sento che hai tante cose dentro che non riesci a dire. Hai mai pensato di parlarne con qualcuno che non ti giudica e che può aiutarti a rimettere insieme i pezzi? Io posso accompagnarti, o aiutarti a trovare la persona giusta.”

Evita di legare la terapia alla malattia o al fallimento. Presentala come uno strumento per capirsi meglio, non per aggiustarsi.

Coinvolgi i tuoi genitori nel modo giusto.Puoi aiutare anche loro a cambiare approccio. Spiegagli che:

  • La pressione (pur comprensibile) sta aggravando la situazione

  • In questo momento serve meno giudizio e più ascolto

  • Hanno bisogno anche loro di supporto per affrontare questa situazione (magari una consulenza familiare potrebbe essere utile)

Considera tu un primo contatto con uno psicologo.A volte, parlare tu stessa con un/una terapeuta (anche solo per 1-2 incontri) può aiutarti a: capire come approcciarlo meglio, gestire il tuo senso di colpa e di impotenza,capire se e come accompagnarlo nel primo passo

Infine: il viaggio in Cina.Se per lui quel viaggio è così importante, può essere utile non cancellarlo del tutto ma trasformarlo in un progetto più sostenibile, ad esempio:

  • posticiparlo a una data più realistica

  • mettergli accanto degli obiettivi piccoli e chiari per avvicinarsi al viaggio

  • affrontarlo insieme, con supporto, senza “baratti”

Con affetto

Dott.ssa Antonella Bellazon

 

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Massa-Carrara

La Dott.ssa Antonella Bellanzon offre supporto psicologico anche online

Gentile utente,

la ringrazio per aver condiviso con tanta lucidità e delicatezza la situazione di suo fratello. Le sue parole esprimono non solo preoccupazione, ma anche un sincero desiderio di essere d’aiuto, e questo è già un passo fondamentale.

Ciò che descrive, ovvero il ritiro sociale, la fatica nel portare avanti gli studi, l’isolamento crescente e l’attaccamento esclusivo a un progetto idealizzato (come il viaggio in Cina), sono segnali importanti che spesso indicano un disagio più profondo, difficile da esprimere a parole ma molto presente nella vita quotidiana di chi lo vive.

Spesso, in questi casi, la persona non riesce a chiedere aiuto direttamente, non perché non ne senta il bisogno, ma perché ogni richiesta può essere vissuta come una minaccia alla propria fragile autonomia o come una conferma di fallimento personale. È quindi importante non forzare, ma creare alleanze emotive, come ha già cominciato a fare lei proponendogli un viaggio da condividere: un gesto che, se guidato nel modo giusto, può diventare una leva per il cambiamento, e non un “premio” o una “merce di scambio”.

Nel lavoro con ragazzi giovani in situazioni simili, l’intervento psicologico strategico non si concentra sulle cause del malessere, ma su ciò che lo mantiene attivo nel presente. Questo ci permette di lavorare in modo mirato su quei blocchi comportamentali ed emotivi che alimentano la chiusura, e spesso lo si può fare in tempi brevi ed efficaci, anche con un coinvolgimento indiretto della famiglia (quando la persona non accetta di venire in terapia da subito).

Per questo, il mio consiglio è valutare un primo colloquio orientativo, anche solo per lei o per sua madre, così da comprendere meglio quali leve comunicative utilizzare con lui e come favorire, passo dopo passo, un'apertura spontanea verso l’aiuto.

Resto a disposizione se volesse approfondire o ricevere un supporto diretto, anche online.

Un caro saluto,
Giovanni Noè
Psicologo 
Ricevo a Corigliano-Rossano (CS) e anche Online

Dott. Giovanni Noè

Dott. Giovanni Noè

Cosenza

Il Dott. Giovanni Noè offre supporto psicologico anche online

Ciao, grazie per aver condiviso la situazione di tuo fratello con tanta cura e sensibilità. Da quello che descrivi, è evidente che sta vivendo un momento di forte disagio, che merita ascolto e attenzione. L’isolamento, la perdita di motivazione, il ritiro sociale e la difficoltà nel gestire le pressioni esterne sono segnali che non vanno sottovalutati.

Hai fatto bene a cercare un modo per “agganciarlo” proponendogli un obiettivo come il viaggio: non è un errore, ma un tentativo affettuoso di starlo a fianco. Ora può essere utile affiancare a questo anche un percorso psicologico che lo aiuti a rimettere ordine dentro di sé e a riscoprire le sue risorse.

Se vuoi, possiamo iniziare un percorso insieme. Posso accompagnarvi con discrezione e rispetto, aiutandolo gradualmente a riaprirsi e a ritrovare un equilibrio.

Resto a disposizione.