Attaccamento mamma/figlio

Martina

Buongiorno, Confidando in una vostra gentile risposta, vorrei spiegarvi un po' la mia situazione. Sono mamma di due figli , uno di 4 anni e l'altra di pochi mesi. Il bambino di 4 anni ha cominciato la scuola materna l'anno scorso e non è stato facile l'inserimento (nè per me e nè per lui in primis). Siamo comunque riusciti a superare questa tappa e posso dire che ha concluso l' anno scolastico fino alla fine, con successo. Le maestre mi hanno sempre espresso cose positive e io ero tranquilla. Ho sempre cercato di non fargli mancare occasioni per stare coi suoi simili (giardinetti, feste di compleanno,ecc ecc) e da poche settimane sta frequentando un corso di jujitsu una volta a settimana e a settimane alterne fa pallacanestro. Fino a quando aveva 3 anni ho sempre pensato che l attaccamento verso di me fosse normale e non nego che mi piaceva pure questa cosa,ma adesso che ha 4 anni e mezzo credo che questa fase debba in un qualche modo attenuarsi per una crescita sana. Mi metto in discussione in continuazione e dentro di me soffro quando vedo che in mezzo a tanti bambini lui non riesce a starci e fa fatica , come se si sentisse a disagio. È un continuo venire da me demoralizzato,dicendomi che ci rimane male se magari qualcuno gli ruba i giochi , che non vuole partecipare a quella determinata attività perché non capisce le regole del gioco, oppure si sente escluso. Purtroppo vivendo questa situazione, rivivo le.sensazioni che avevo io da bambina e mettendomi nei suoi panni, posso comprendere perfettamente il suo stato d animo. Non per questo comunque lo demoralizzo e parlo molto con lui, ma ha un'impronta caratteriale di quel tipo e non credo di poterci fare molto. Vorrei solo evitargli frustrazioni perché so cosa potrebbero scatenare nella sua testa. Le maestre continuano a dirmi che è un bambino che gioca con tutti, inclusivo e che sa stare con gli altri. Ha un contesto famigliare sereno e tranquillo. Frequenta regolarmente i nonni e quando ci troviamo tra di noi in famiglia, non dà segnali di malessere particolari . Mio marito sostiene che è solo pigro e permaloso che col tempo crescerà e che bisogna farlo "sbattere". Io non voglio assolutamente sottovalutare il problema e se posso fare qualcosa in più per farlo stare meglio, lo farò. Grazie mille in anticipo per le vostre risposte. Spero di trovare appoggio e comprensione. Saluti

3 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno Martina,

se ho compreso il focus del problema riguarda un comportamento particolarmente introverso di tuo figlio, quando si ritrova in contesti ludici e nuovi, ho afferrato il concetto? E la sua reazione è quella di attaccarsi a te, mamma, giusto? Dalle tue parole, inoltre, sembra che questo atteggiamento si presenti solo quando si è al di fuori di contesti "soliti o strutturati", giusto? Cioè: a scuola non ha questi comportamenti, neanche a Jujitsu e a pallacanestro, giusto? E se al parco o alle feste di compleanno va con il babbo, come si comporta? Altra domanda: questo atteggiamento così introverso e attaccato a te, lo ha sempre avuto o è comparso dopo la nascita del fratello?

Ti pongo tutte queste domande perchè per esserti effettivamente d'aiuto sarebbe importante avere maggiorni informazioni sulle vostre dinamiche familiari e su quello che è stato lo sviluppo di tuo figlio da quando è nato....e quali dinamiche ci sono state tra te e lui dalla nascita ad adesso....?!

Mi verrebbe da farti un'ulteriore domanda: secondo te, è più un disagio tuo o suo?

Tuo figlio in questo ultimo periodo ha dovuto affrontare tanti ostacoli insieme: inizio di una scuola nuova, arrivo di un fratello, inizio di due sport...e in queste cose sta investendo molte energie ed emozioni, pertanto può essere che "su altri fronti stia facendo più fatica"!

Spero di averti dato qualche spunto riflessivo...per qualsiasi altro dubbio resto a disposizione....

Buona giornata

Dott.ssa Alice Piccardi

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Dott.ssa Alice Piccardi

Udine

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Cara Martina,

devo subito dire che il suo bimbo è fortunato ad avere una mamma che è così in sintonia con lui e si predispone a mettersi in discussione e a cambiare eventualmente per il suo bene. Anche il rispecchiamento che lei sente tra la sua propria infanzia e quella del suo bambino è una risorsa importante e preziosa per la vostra relazione e per la sua crescita.

Non vedendo il suo piccolo, quindi non disponendo di un’osservazione diretta, posso solo aggiungere che una certa dipendenza affettiva a quell’età è più che normale e il processo di emancipazione è comunque lento e non ha delle scadenze prefissate: ognuno ha i suoi tempi e i suoi modi.

Il fatto poi che le maestre non riscontrino segnali di malessere e anzi, lo descrivano come inclusivo e capace di stare e giocare con tutti è un rimando che deve rassicurarla.

Spero di esserle stata utile.

Cordialmente

Dott.ssa Graziana Moretti

Dott.ssa Graziana Moretti

Dott.ssa Graziana Moretti

Genova

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Buongiorno Martina, ho letto con attenzione il tuo racconto. Mi racconti che pensi che l’attaccamento di tuo figlio debba attenuarsi. Ti chiedo però in cosa consiste esattamente questo attaccamento: se intendi il fatto che tuo figlio cerchi te per essere rassicurato nelle sue difficoltà, pensa questo. Tuo figlio ha quattro anni e mezzo. Fa già tante cose senza che tu sia coinvolta direttamente (corsi, asilo, ecc.) in più adesso è diventato un fratello maggiore (ne hai tenuto conto?).
L’attaccamento ottimale è proprio essere un punto di riferimento per tuo figlio durante la sua crescita. Mentre crescerà, inizierà ad esplorare sempre di più il mondo, a conoscere le persone, a “sbattere” su quelli che sono i suoi limiti ma anche a scoprire quelle che sono le sue risorse, quello in cui è bravo. In tutto questo saprà (ed è importante che lo sappia) che potrà avere un riferimento in te, come mamma, per quanto tutto questo sarà “troppo”.
E' vero, piano piano ti cercherà sempre meno, ed è vero che dovrai tenerne conto anche se potrà essere dura talvolta per te, potresti sentirti triste o malinconica al pensiero che lui non sia sempre con te, che cammini "con le sue gambe" cercandoti sempre meno. Non dev'essere, però, uno strappo netto.