Difficoltà relazionali con i compagni

Stefano

Buongiorno,
Mia ha 15 anni e frequenta la seconda liceo. Già dalle medie ha avuto qualche problema ad integrarsi con i compagni di classe, purtroppo le cose non sono migliorate al liceo. Si sente esclusa dai "gruppetti" che si sono formati. Mi dice che lei cerca di parlare con le sue compagne ma di fatto quando, per esempio, organizzano un'uscita non la invitano mai. Tutto ciò si tramuta anche in ansia e ovviamente malumore ad andare a scuola, con conseguenti assenze. Ho già parlato con la coordinatrice di classe ma nulla sembra cambiato. Ho anche proposto a mia figlia di incontrare lo psicologo comportamentale della scuola ottenendo un secco rifiuto. Non so se lasciar finire l'anno oppure andare di nuovo a parlare con la coordinatrice.
Grazie

4 risposte degli esperti per questa domanda

Carissimo Stefano,

Tu sei il papà di Mia. In cosa pensi che tua figlia abbia difficoltà, non solo a livello del contesto scolastico, ma anche in famiglia. In famiglia vi sono particolari problemi? Ed ancora bisogna capire se Mia viene esclusa o mette in atto comportamenti per farsi escludere. Bisognerebbe osservare le dinamiche reali per vedere se Mia ha subito una forma di bullismo o il suo carattere è un po' difficile ed in quali aspetti. È normale che non si può costruire l'amicizia con tutti i compagni, ma almeno conoscerli senza chiusure per verificare realmente chi può diventare amico / amica. Mi auguro Mia nel tempo possa accettare l'incontro con la Psicoterapeuta in modo da superare questo problema di socializzazione. È normale che alla sua età debba imparare a relazionarsi e a capirsi e a capire di cosa ha bisogno. Un'altra ipotesi di ciò che può accadere è che Mia percepisce l'ambiente come ostile e cerca di tenere a distanza.

Cordiali saluti

 

Dott.ssa Iolanda Lo Bue

Dott.ssa Iolanda Lo Bue

Roma

La Dott.ssa Iolanda Lo Bue offre supporto psicologico anche online

L'esclusione è una forma di bullismo e la vittima in genere designata ha bassissima autostima.

Il problema è così complesso che non può essere affrontato in un contesto come questo. Ci sono tantissime domande che dovrei farle, a cui di certo non può rispondere qui. Vada lei come genitore a chiedere consiglio allo psicologo scolastico oppure si faccia aiutare da uno specialista privatamente.

Buongiorno Stefano. Lei ha fatto benissimo a rivolgersi allo psicologo della scuola ed alla coordinatrice...ma comprendo il rifiuto di sua figlia in quanto anche io lavoro a scuola in uno sportello di ascolto e spesso impatto con le barriere dei vecchi stereotipi e pregiudizi riguardo alla mia figura. I ragazzi a volte non vogliono esporsi in quanto temono commenti pesanti e considerazioni scorrette sul loro conto da parte dei compagni. Ma il fatto che non voglia usufruire dello psicologo a scuola non esclude che rifiuti un colloquio con un professionista privato. Ha già provato a proporglielo? O comunque prima di proporglielo potrebbe recarsi lei per una consulenza e decidere insielme la strategia migliore per aiutare sua figlia.

Occorre in primis comprendere quanto profondo sia il disagio che la ragazza sta vivendo...e magari chiedere a lei se vuole essere aiutata o in che modo pensa di superare le difficoltà relazionali a scuola.

Inoltre sarebbe importante capire se al difuori dell'ambito scolastico sua figlia ha intessuto altre relazioni di amicizia...se così fosse questa potrebbe essere una risorsa importante per non sentirsi isolata .

Resto a disposizioni per ulteriori approfondimenti, mi scriva pure in privato se vuole.

La saluto cordialmente

Dott.ssa Antonietta Sajeva

Dott.ssa Antonietta Sajeva

Rimini

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Buongiorno Stefano, le difficoltà di sua figlia potrebbero dipendere da un'eccessiva timidezza, anche se rimane da capire  per quale motivo, negli ultimi tempi, la ragazza cerca di evitare di frequentare la scuola rimanendo a casa. Io consiglierei certamente  un aiuto psicologico, ma al di fuori dell'ambiente scolastico che, per la piccola, non sembra rappresentare assolutamente  un luogo piacevole e rilassante. Provi  invece a proporre a Mia di incontrare un professionista, affinché la possa aiutare ad affrontare il suo disagio facendola  stare meglio con sé stessa e con gli altri. Le faccio tantissimi auguri.