Mio figlio di 2 anni non interagisce con gli altri bimbi

silvana

Salve, mio figlio 2 volte a settimana frequenta un nido, dove tende ad estranearsi se si fanno lavori di gruppo, dopo un pò va a fare altro da solo, ancora non parla dice solo qualche parola e inizia a farfugliare frasi..premetto che sente benissimo e che risponde ai miei stimoli...se gli chiedo qualcosa capisce cosa sto dicendo ed è molto coccolone, intelligente perché nonostante non parli si fa capire benissimo..risponde con la mimica facciale...sorrisi etc.. però ad esempio durante il gioco se gli cade qualcosa piange esageratamente e pretende che qualcuno lo raccolga...non so se questo è dipeso dal fatto che noi genitori con gli impegni di lavoro non ci giochiamo tanto...e se centri anche che gioca sempre solo e quindi non interagisca con gli altri bimbi..ma solo con bimbi più grandi tipo 10 anni...che poi è anche l età della sorella...cosa sto sbagliando?mi devo preoccupare? cosa potrei fare per migliorare la situazione? grazie mille.

4 risposte degli esperti per questa domanda

Buonasera. Il gioco per il bambino è la sua modalità comunicativa che esprime più delle parole. Gli aspetti che lei riporta potrebbero legarsi a diverse variabili ma andrebbero approfonditi. Le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta infantile che possa aiutarla a comprendere meglio i segnali che il bambino comunica col gioco e con la difficoltà a tollerare la frustrazione. Ricordi sempre che ai bambini non servo un perfetto, ma un genitore "sufficientemente buono".

Gentile Silvana, 

Innanzitutto sarebbe utile conoscere l'esatta età di suo figlio, perché è ancora molto piccolo e qualche mese in più o in meno può fare una grande differenza. 

A parte questo, in linea generale a due anni non c'è ancora una grande capacità di socializzazione, anzi, direi che la socializzazione molto precoce è più un mito dei nostri tempi che non un reale bisogno del bambino.

Detto questo, dovrebbero essere le educatrici del nido a coinvolgerlo nella maniera più adatta alle sue caratteristiche e al suo livello di sviluppo. Certamente la frequenza di sole due volte a settimana non permette una continuità che, magari, altri bambini sperimentano in quel contesto, ma è comunque un buon modo per aprirsi ad un ambiente diverso da quello familiare.

È naturale, poi, che se il bimbo ha una sorella grande con cui si trova bene tenderà a ricercare la compagnia di bambini più grandi con cui è anche meno frustrante giocare (è più probabile che "gliela diano vinta" rispetto a bambini piccoli come lui).

In conclusione , non credo che lei stia 'sbagliando' qualcosa, tuttavia le consiglio di chiedere un colloquio alle educatrici per chiarire tutti i suoi dubbi.

Potrebbe essere utile anche un percorso di sostegno alla genitorialità per rassicurarsi sulle sue competenze materne e per comprendere meglio le diverse fasi di sviluppo del bambino. 

Molti auguri 

Gentilissima,

I 2 anni sono un'età stupenda in cui tra le altre cose si sviluppa il linguaggio ed il gioco con gli altri bambini in quanto si acquisisce la capacità simbolica (il "far finta che..."..per es. una banana sia un telefono..). Naturalmente ogni bambino è diverso e sviluppa in tempi diversi linguaggio e gioco simbolico. Il fatto che suo figlio non parli con le parole non ha a che vedere, mi pare di capire da ciò che ha scritto, con difficoltà comunicative o emotive in quanto il bimbo sorride, si fa capire e a suo modo parla anche se non ancora con il linguaggio verbale. E mi pare di capire anche che comprende il linguaggio. Molto probabilmente suo figlio si trova in quella fase di latenza che capita intorno ai 2 anni ad alcuni bambini, in cui il linguaggio ancora non viene sperimentato poiché abilità nuova.  Ma questo non significa che non lo stia apprendendo. E  il fatto che ancora stia interiorizzando certe abilità conseguentemente potrebbe portarlo ad essere meno propenso al gioco coi coetanei o a non essere ancora completamente pronto per esso. Infatti lei stessa mi dice che è però propenso a giocare con bambini più grandi come la sorella, con cui è sicuramente facilitato. Come detto sopra ogni bambino ha tempi diversi ed essi vanno rispettati.

Invece in merito al pianto del bimbo di fronte ad un ostacolo durante il gioco (per es.se gli cade qualcosa) ciò è indicativo del rapporto del bimbo di fronte all'insuccesso, alla frustrazione. Potrebbe essere che sia spesso stato assecondato ancor prima che riuscisse da solo a trovare una soluzione; a volte noi genitori siamo talmente responsivi nei confronti dei nostri figli per aiutarli, che anticipiamo le loro risposte, un gesto di grande cura e amore ma che può rendere difficile per il bambino capire ciò che in realtà può ottenere anche da solo (la sua zona di autonomia insomma). In questo caso di fronte al pianto la invito a rassicurare il piccolo e incoraggiarlo con parole dolci a raccogliere l'oggetto caduto, non mancando di lodare i suoi sforzi quando sarà riuscito nel suo intento. Tali rinforzi sono importanti e serviranno solo le prime volte, poi il bambino procederà da se.

Io la invito per il resto ad aspettare alcuni mesi per vedere l'evoluzione di suo figlio, a quell'età i progressi sono rapidissimi se lo sviluppo è sano, basta non avere troppe aspettative e considerare che ogni bimbo è differente, ha tempi differenti ed in tale senso va rispettato e aspettato.

Spero di esserle stata in qualche modo di aiuto e se ha qualche perplessità non esiti a contattarmi.

Cordiali saluti

Gentile Silvana,

Per poter dare qualche consiglio si dovrebbe conoscere più approfonditamente la storia di suo figlio, perché lo stesso comportamento può avere una diversa chiave di lettura, a seconda del bambino. 

È importante infatti considerare tutte le variabili a partire dalla nascita, da come è scandita la vostra vita familiare, se ci sono delle routine, da chi interagisce con il bimbo quando voi lavorate e come lo fa, ecc. Il linguaggio stesso dipende non solo dall'intenzione comunicativa, ma da tante altre variabili da prendere in esame.

Una consulenza psicologica potrebbe aiutarla a dipanare i suoi dubbi e darle qualche consiglio utile specifico per le caratteristiche del suo bimbo.

 

 

 

Dott.ssa Veronica Cocco

Dott.ssa Veronica Cocco

Cagliari

La Dott.ssa Veronica Cocco offre supporto psicologico anche online