Possessività nei rapporti

Mariarosaria

Gentili dottori, mi chiamo Mery e sono una ragazza di 26 anni fidanzata da quasi 3 anni con un ragazzo che amo tantissimo, serio, tranquillo e che non mi ha mai dato modo di non potermi fidare di lui, anzi.. Premetto che sono una ragazza ipersensibile, sento tutto il doppio, sono sempre stata molto possessiva fin da piccola (fin dai 5-6 anni) verso gli amici così come anche verso i miei genitori (ho un fratello più piccolo di 10 anni e faccio ancora fatica a dividere con lui le attenzioni genitoriali). Circa 7 anni fa inoltre per delusioni adolescenziali di tipo amoroso e amicale stavo cadendo in una condizione di bulimia (durata meno di un annetto) ..fortunatamente fermata ai primordi. Ora a distanza di tempo in cui sono stata bene...soffro di possessività nei confronti del mio ragazzo (premetto che lui non ha mai avuto troppi amici)..All'inizio della nostra storia andava a giocare a calcetto con gli amici una volta a settimana o se usciva per un caffè ogni tanto e sono sempre stata tranquilla, non mi ha mai dato fastidio tutto questo..Ora invece, per motivi lavorativi si trova a frequentare ragazzi e ragazze della nostra età con cui sta bene e si diverte e questa cosa mi da fastidio, è brutto dirlo però l'idea che sta bene anche senza di me mi fa soffrire un pò. Sicuramente io mi sono molto fragile in questo periodo della mia vita, anche da prima che si venisse a creare questa situazione con lui che mi crea fastidio. Lui non mi da modo di essere gelosa, anche se la sua nuova condizione lavorativa lo porta a sentirci di meno rispetto a prima e cerco di controllarmi per non correre il rischio di creargli limitazioni e ostacolare la sua libertà per la mia possessività tuttavia io sto soffrendo molto soprattutto perché mi rendo conto che questa possessività non è sana e mi porta a non amarlo nel modo giusto come invece vorrei fare, vorrei essere più felice per il suo stare bene e vorrei preservare e rispettare la sua libertà..vorrei però non soffrire così tanto e cercare di stare bene anche io, così da non rischiare di perdere il controllo e minare la sua individualità. Attendo speranzosa consigli da voi esperti su come affrontare questa cosa e ritrovare un pò di serenità.

2 risposte degli esperti per questa domanda

Ciao Mary, hai una gran consapevolezza di te stessa e  della situazione, questo è molto importante e non è scontato. Non hai accennato ai tuoi impegni, se studi o lavori o entrambi. Quali sono le cose che ti fanno star bene? A parte trascorrere del tempo con il tuo ragazzo. Sarebbe importante che ritagliassi degli spazi tuoi, indipendentemente da lui, amicizie, sport, svaghi, interessi.

Cosa ti rende insicura? Sarebbe importante che ci lavorassi , hai modo di poterlo fare?

Resto a disposizione.

Dott.ssa Luigia Cannone

Dott.ssa Luigia Cannone

Rimini

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Buonasera Mery,

La sua interiorità, attraverso il sentire, sta cercando di farle percepire che il suo modo di entrare in rapporto con l'altro è improntato alla dipendenza. Non avendo ancora sviluppato un rapporto con la sua interiorità cerca il senso di se stessa nell'altro e attraverso l'altro.

La possessività le fa percepire dolorosamente "la pretesa" di chi chiede all'altro di risolvere il senso della propria esistenza e vi si aggrappa. Sono sensazioni che le creano disagio ma che la possono guidare a riconoscere che ciò che le manca è il rapporto con se stessa. Lei può seguire il filo del suo sentire, che sta cercando di sollevare questa questione fondamentale della sua esistenza o continuare ad assecondare l'opinione comune.

E' opinione comune pensare che tutto "dipenda" dall'esterno: la sofferenza, la realizzazione, la vita stessa. Non viene riconosciuta l'esistenza di una sorgente interiore di vita, capace di dare creativamente origine a qualcosa di proprio. La dimensione interiore è generalmente misconosciuta. Tutto è affidato a qualcosa d'esterno e, così facendo, ci trattiamo come se non avessimo dentro nulla.

Lei sta forzando la sua interiorità dentro questi percorsi comuni, cercando tutto fuori di sè. Questa è una forzatura perchè interiormente le cose sono ben diverse. Ciò che interiormente si fa sentire è la mancanza del rapporto con se stessa, con la sua dimensione interiore, da cui si è allontanata. Questo distacco non è privo di conseguenze e l'interiorità le sta offrendo la possibilità di percepire questa condizione esistenziale nella fragilità, nel vuoto dell'assenza, nel turbamento che generano dentro di lei alcuni dei suoi atteggiamenti.

Se lei riuscirà a riferire queste emozioni alla mancanza del legame con se stessa e non più a qualcosa d'esterno, potrà sentire il richiamo interiore a ritrovare il filo di un legame perduto.

Il suo sentire sta cercando di impegnarla nel rapporto con se stessa ed è importante che venga ascoltato. Soltanto se la persona ha esperienza di se stessa come individuo può crearsi la possibilità di un rapporto basato sull'incontro di due soggetti e non sulla dipendenza...