Sono escluso dalla mia famiglia

Roberto

Salve,
Sono un ragazzo di 24 anni, non vivo più con i miei genitori da 4 anni per studiare e lavorare.
Ormai da 2 mesi causa quarantena sono tornato a vivere con i miei genitori e mio fratello maggiore.
La situazione famigliare è molto tranquilla, sia economicamente che sentimentalmente (i miei genitori si amano ancora dopo tanti anni di matrimonio) il problema è che io non mi sento partecipe della vita famigliare.
Mi sento costantemente giudicato e accusato, nel momento in cui in casa si parla di politica, attualità ecc... avendo idee contrastanti sono sempre messo su un fronte differente e non riesco ad esprimere la mia idea senza arrivare al punto di non voler più parlare.
Inoltre vedo da parte dei miei genitori sempre un sostegno incondizionato a mio fratello e una sensazione di sfiducia nei miei confronti.
Io e mio fratello non abbiamo un bel rapporto, sin da piccoli lui raramente si è comportata in modo fraterno e io adesso non riesco a superare il rancore nei sui confronti, inoltre, abbiamo modi di approcciarsi alla vita completamente diversi e incompatibile.
Questo mi porta ad avere sempre meno rapporti con lui e discutere sempre più con i miei genitori.
Mi sento solo in famiglia, passo le giornate in silenzio con la paura di parlare per non essere additato, i miei genitori dicono che questo atteggiamento indica una mia arroganza e la mia presunzione (non escludo che io posso esserlo ma il mio silenzio è una difesa).
Vorrei capire come poter far valere la mia parola e il mio pensiero agli occhi dei miei genitori o se devo cambiare qualcosa di me stesso per farmi accettare dalla mia famiglia.

2 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno Roberto

Ricordi sempre che la comunicazione sincera e "sentita" potrebbe essere un buon aiuto. Lei è un ragazzo che si è sempre dato da fare, e autonomo da ciò che riporta. Questa situazione di quarantena, l'ha portata (inconsciamente) a "regredire" al ruolo di solo figlio, all'interno della sua famiglia. Deve però ricordarsi che ora "non è più solo figlio", ma un adulto con i propri pensieri e le proprie attitudini. Cerchi di non avere un atteggiamento di "difesa" verso i suoi, chiudendosi ed evitando di parlare, ma di confronto. So che cambiare alcune dinamiche familiari è molto complicato, ma ha diritto di poter esprime i suoi pensieri. Se per caso dovesse accadere di non venir compreso e ascoltato, si ricordi che lei è riuscito ad andare avanti in autonomia, fino al momento in cui siamo stati costretti tutti in quarantena. Utilizzi questo periodo per comprendere se può avere un confronto efficace e proficuo coi suoi. Al termine di tutto questo, lei ritornerà alla sua vita, sapendo che ha tentato una comunicazione con la sua famiglia.

Auguro buona fortuna

Salve, mi spiace molto per la situazione familiare che sta vivendo. Ritornare a casa dopo essersi costruiti la propria indipendenza e autonomia "fuori" non è affatto facile. Ancora meno lo è stato negli ultimi mesi che ci hanno costretti a stare a casa h24.

Mi auguro che, con la fine del lockdown, si possa creare per lei la possibilità di ricominciare a "costruire" la sua vita fuori dal nucleo familiare.

Se così non dovesse essere la invito a pensare ad un percorso terapeutico personale che la possa aiutare ad analizzare le dinamiche familiari, capire come potersi relazionare al meglio con i suoi cari e imparare eventualmente a "tollerare" le vostre diversità.