CONSAPEVOLEZZA E VOLONTA’
La consapevolezza è una dimensione psicologica che si riscontra abbastanza raramente nelle persone, forse perché la sua conquista presuppone capacità introspettive, onestà personale e spesso un percorso interiore.
La consapevolezza, in generale, riguarda la comprensione di fatti che avvengono intorno a noi, facendoci cogliere i veri significati attraverso collegamenti con impressioni e percezioni. Ma la consapevolezza più importante, quella a cui mi riferisco, è la consapevolezza di sé: la conoscenza di noi stessi, della nostra identità, dei nostri aspetti caratteriali. Rendersi conto ed ammettere a sé e agli altri aspetti e comportamenti che mettiamo in atto è spesso difficile, e questo emerge in particolare nei rapporti interpersonali.
Questo perché ognuno di noi costruisce un’immagine di sé nel corso della vita, che fa sua e che diventa quindi scontata. Ognuno di noi costruisce un modello, o dei modelli, di relazione con gli altri che diventano abituali e ci connotano. Tendiamo a creare una verità rispetto a chi siamo ed a come ci comportiamo e non siamo molto disposti a metterla in discussione. È molto meno faticoso continuare su una strada conosciuta piuttosto che intraprenderne altre sconosciute, quindi non siamo molto disponibili ad interrogare noi stessi in certi momenti di difficoltà o di confusione e preferiamo, il più delle volte, non metterci in discussione ma puntare il dito verso l’altro.
Essere consapevoli di sé presuppone innanzitutto una disponibilità ad osservarci, come se ci sdoppiassimo in un osservatore ed un osservato, un’elasticità mentale che tenga in considerazione più punti di vista, una certa saldezza di identità di base che ci eviti di andare in crisi se dobbiamo ammettere a noi stessi che abbiamo sbagliato, che stiamo sbagliando, che ci stiamo comportando male con l’altro.
Dire “in effetti mi rendo conto di essere troppo impulsivo e le mie reazioni esagerate inducono malessere e conflitto nel nostro rapporto di coppia” significa essere onesti con sé stessi e capaci di assumersi una parte di responsabilità, mentre “sono una persona misurata, le mie reazioni sono perfettamente normali ed è lei che fraintende ed esagera” allontana da sé un autoriconoscimento e chiude il confronto.
La consapevolezza è uno stato mentale estremamente importante, un punto di partenza irrinunciabile nel rapporto col sé e col mondo, ma non esaurisce tutto. Essere consapevoli dei propri limiti e riconoscere i propri difetti non significa automaticamente superarli: cambiare non è facile e presuppone la volontà.
Ecco l’altro termine che citavo: la volontà, cioè volere impegnarsi in azioni in vista di un fine da raggiungere. È una dimensione razionale, che presuppone un desiderio, un ragionamento, un investimento di energia al servizio di un obiettivo che si ritiene importante. La volontà è un motore che ci fa andare avanti nella vita e ci fa raggiungere le mete che ci proponiamo. Il detto “volere è potere” è piuttosto semplicistico, a mio parere: non è un processo così semplice, però esprime in sintesi l’importanza decisiva della volontà nel raggiungere risultati.
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