Come riconosci un Amico Vero e fidato?

Amicizia: legame invisibile che ci attraversa e ci lega agli altri

L’amicizia è un vincolo affettivo che nasce tra le persone, che ad un certo punto o per un motivo, il destino vuole, che si incrocino nel  loro cammino e che “si uncinino” con dei fili invisibili, al punto di arricchire reciprocamente le loro vite in un modo fino ad allora inimmaginabile.

Tra le tante funzioni di cui assolve l’amicizia ce ne è una importantissima che, per riprendere la parole di Bacone, è proprio quella di “dividere le pene e moltiplicare le gioie”.  Agli amici depositiamo timori e preoccupazioni, ma anche conquiste e traguardi, chiedendone aiuto nel risolvere i problemi o compagnia e vicinanza nelle felicità. L’amicizia è infatti una relazione in cui cerchiamo e offriamo supporto e laddove il “ buon” amico non annulla mai l’altro, ma semmai lo aiuta a conoscersi e a riconoscersi.

Essere amico presuppone essere l’empatico, ovvero quella capacità di capire e mettersi nei panni dell’altra persona, cosi da poter accogliere il suo mondo per come si manifesta. Gli amici, infatti non si giudicano, ne tanto meno si dicono quello che vogliono sentirsi dire, ma solo ciò che è meglio per loro, poiché alla base vale e persiste quel sentimento sconfinato d’affidamento vicendevole.

 Sentirsi amati per quello che si è, difatti è un sentimento meraviglioso: ci si sente liberi e fortunati nella sensazione dell’aver scelto e del sentirsi scelti da chi sentiamo “di pancia”, seppure nelle diversità, ma senza eccessive dissonanze, simile a noi e in cui proprio per questo confidiamo. I due amici, cioè, devono avere delle immagini affini ma non identiche, perché allora non ci sarebbe nulla da scoprire. Confidare significa del resto rendersi vulnerabili nel più intimo di se stessi e più di ogni altra cosa presuppone un grande gesto di amore e di fiducia. Dall'amico ci aspettiamo che condivida l'immagine che si ha di se stesso o, perlomeno, che non se ne allontani troppo. Anche se la sua valutazione è positiva, non deve essere esagerata: se è troppo favorevole può dare l'impressione di adulazione, se è troppo negativa, non rende giustizia perché si allontana troppo da ciò che l’altro pensa di se, e quindi, contraddice una esigenza base dell'amicizia quella dell’ accettazione dell’amico così per com’è.

Se infatti l’amicizia nasce da ciò che rende simili continua e perdura dal rispetto di ciò che rende diversi laddove ovviamente ci si manifesti con gesti di autenticità anche quando questa riguardi quelle parti di se poco piacevoli, anche quando queste riguardano quelle fragilità e miserie d’esseri umani, unici proprio in quanto meravigliosamente imperfetti e di cui inevitabilmente siamo portatori.

L’amico  è in sintesi un dono, una benedizione ma è anche un rischio, un azzardo perché l’altro si può dimostrare “un buon compagno” con le chiavi, ma anche “ un ladro” poiché in fondo è come dare in custodia le chiavi della propria casa quando ci si consegna ad un’altra persona mostrandosi non per quello che si vuole apparire ma per quello che si è realmente.

L’amicizia è qualcosa di dinamico: non esiste già matura all’inizio, ma è frutto di un processo di crescita nel tempo che non si impone né si programma ma che si costruisce poco a poco, con sforzi e dedizione a quattro mani e dove l’intimità è un regalo che si merita, non certo dato per scontato.

Lungo il corso di una amicizia essere amico, sempre se di vera amicizia si tratta, è sempre una scelta. Talvolta si può complicare la trama della vita dei protagonisti e ne possono conseguire mille imprevisti, ecco che tutto ciò rappresenta un momento di messa alla prova perfino di quei rapporti di amicizia inossidabili. In momenti di difficoltà gli amici tendono ad allontanarsi, mettendo di distanza fra di loro a volte in modo drastico altre invece in modo più o meno sopito fino a far scemare a poco a poco la  frequentazione.

Il preludio dell’interruzione di un rapporto d’amicizia è però nella fine della reciprocità infatti “come si fa a restare amico di uno che non è mio amico” ? Quali sono le conseguenze e per essere più precisi  cosa accade “dentro” di chi si sente ancora amico di chi amico invece ad un certo punto non lo è più?

  Perdere un'amicizia è un'esperienza triste che ognuno di noi ha provato almeno una volta nella vita e che può lasciare il segno se non la si affronta nel modo giusto per via del fatto di contenere due elementi molto insidiosi: l'inspiegabilità e la freddezza. Infatti la delusione è maggiore se è inspiegabile e non si comprende chiaramente il motivo della chiusura di un’ amicizia.

  “Chi si allontana” non tende a non spiegare i motivi della metamorfosi  ne tanto meno manifesta tristezza per l' amicizia che volutamente sta sfumando ma in modo più o meno consapevole di solito sceglie la via più comoda ed indolore, almeno per se stesso, ovvero quella della freddezza dove silenzio e comportamenti ed atteggiamenti poco spontanei, poiché non consoni a quelli di una volta, sono la caratteristica prevalente. “Chi resta” ha invece assegnato a sua insaputa il ruolo dello “spettatore” per cui non capendone i motivi o meglio non volendoli accettare, ingenuamente, nonostante le sensazioni dissonanti a cui non vuol dare troppa attenzione cercherà di comportarsi normalmente, sebbene, la sensazione di  smarrimento tra il sentire il “tradimento” e la ricerca di una “spiegazione” lo amareggino.

 Incomprensioni, equivoci, mancanza di tolleranza di tratti di carattere possono ad un certo punto emergere in modo prevalente al punto da compromettere un’amicizia, perfino di quella che aveva tutti requisiti per evolvere e preservarsi in modo durevole nel tempo.

Quando il dialogo si arresta per lasciare posto al silenzio fatto di non detti per paura di ferire o di essere feriti  gradualmente si strutturano quei muri che dividono ed isolano e che presto definitivamente prenderanno il posto di quei fili che prima univano ed avvicinavano; del resto, ai tempi della società consumistica qual è la nostra oggi è meglio disfarsi o meglio ancora sostituire che aggiustare ciò che non va, che non funziona e malgrado tutto ciò riguardi i rapporti fra  persone e con persone.

 Anche se faticoso e per certi versi sconfortante, occorre rispettare ed accogliere la perdita dell’amico, senza avere rimpianti specialmente in quei casi in cui si è fatto di tutto per recuperare il rapporto, ma se ciò non dovesse essere apprezzato non sminuiamoci ulteriormente, anzi assecondiamo la conclusione del rapporto col nostro ex-amico non prima di esserne grati,  per aver preso parte, breve o lungo che sia stato, al nostro percorso e riprendiamo, ricchi di questa esperienza emotiva, seppur dolorosa, la nostra strada.

In tutti quei casi in cui a fronte di una perdita persista per un lungo periodo uno stato di malessere inconsolabile, allora sarebbe consigliabile approfondire con un professionista del benessere, come uno psicoterapeuta, l’emozione esperita per riappropriarsi di quel sapore al gusto di gioia che dovrebbe avere ogni unico, irrepetibile e proprio per questo prezioso nostro giorno!

Verrà ancora voglia di cantare: “ mi fido di te cosa sei disposto a perdere” … (cit.)

 

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