Cara Martina,
Leggendo la sua lettera mi è sembrato di vederla come "al di là di un vetro".
Un vetro che la protegge dal provare un disagio emotivo, ma che allo stesso tempo la separa da se stessa e dai suoi vissuti, allontanandola dalla possibilità di sperimentare una pienezza relazionale, sentimentale ed emotiva...
Anche in questo atteggiamento si crea quello "spazio vuoto", che è come un vuoto di separazione e di abbandono.
Questi "vuoti" sono spesso sperimentati da molto piccoli nelle relazioni primarie, quando il "nutrimento" affettivo da parte della figura l'attaccamento sia difettuale o, addirittura, assente. Potrebbero esserci dietro molte cause - ad esempio una maternity blues che non sia stata riconosciuta, una trascuratezza dovuta a scarse capacità relazionali, ecc.
Adesso però lei soffre e la cosa più importante è che abbia la possibilità di prendere in mano la sua vita.
Le consiglio di cercare un/a collega nella sua zona che possa aiutarla a "riempire" il suo vuoto, intanto con parole, significati e immagini... Sono certa che rimarrebbe stupita nel constatare quanta ricchezza possa emergere da un lavoro di questo tipo.
Nel frattempo la esorto ad alleggerirsi:
- Cosa le piace fare? Cosa la fa sentire viva e vitale? -
Cerchi di recuperare o scoprire degli aspetti giocosi e creativi in sé, vedrà che ne trarrà già beneficio.
Resto a disposizione per ulteriori informazioni, mi può contattare attraverso il modulo "scrivimi" presente sulla mia scheda.
Le auguro di essere felice.
Un saluto cordiale.