Come affrontare la paura di cercare lavoro e/o un ripiego

Fabio

Salve, Vivo in Spagna da qualche mese. Ho deciso di venire qua per seguire - o riprendere a seguire - il mio sogno: il cinema. Sono venuto qua con la mia ex, ci siamo lasciati qualche settimana fa. Ho lasciato il mio vecchio lavoro per trasferirmi qua. Ho provato a cercare qualcos'altro ma senza grandi risultati. Ho lavorato per poco più di un mese in un ristorante come runner. E' terminato presto perchè non ero abbastanza bravo (sapevano della mia poca esperienza). Subito dopo termina anche la relazione, e ho cercato di continuare a scrivere, studiare e ad appassionarmi. A sprazzi ci sono riuscito. Ora il corso sta per terminare e mi ritrovo con pochi spicci in tasca, e sarò molto probabilmente costretto a lasciare e non poter girare nulla. Sono arrivato a questo punto trascinando un problema di disoccupazione importante. Ho cercato di pormi l'obiettivo di trovare un lavoro da ripiego, un lavoro umile, senza pretese, giusto per potermi permettere di pagare l'affitto. Quando arrivo di fronte alla porta dell'entrata del bar, negozio, o quel che sia, mi viene una paura incredibile e me ne vado. Non sono sicuro di quello che potrei dire, sono incerto sulla mia esperienza e sono molto spaventato di ricevere un no. Prima facevo tutt'altro, lavoravo nell'IT come consulente/programmatore. Mi ero reso conto che mi risucchiava tutte le energie, sia fisiche che mentali. Non c'era più spazio per la creatività e per portare avanti il mio sogno. Ma anche nell'ultimo lavoro in ristorante mi sono trovato in questa condizione, nonostante le ore fossero 28 e non 40/50. Mi sono sentito avvilito e trattato come una pezza per tutto il periodo, tanto che quando rientravo a casa non avevo certo voglia di scrivere, sperimentare, o anche solo guardare ad un film. Riconosco questa paura di voler fare il passo verso la presentazione fisica della mia persona, ho forse paura di non essere accettato esteticamente, o per qualche parola sbagliata, o frase formulata male, etc. Preciso che comunque invio cv online. Quando si tratta però di andare fisicamente cado in una fuga. Non capisco perchè il mio Io mi stia impedendo così tanto di fare ciò che la mia anima, onestamente, sa che devo fare, per sopravvivere. Perchè mi sto mettendo così tanto i bastoni fra le ruote? Si tratta di orgoglio? Spero che qualcuno abbia voglia di rispondere, mi sento davvero con il cappio al collo. Grazie Saluti

2 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno Fabio.

Mi spiace molto che lei si trovi in questa situazione così al limite, che riguarda il senso stesso della sopravvivenza. Sembra che ci sia un forte conflitto interiore dietro la situazione che lei dipinge, alla paura del fallimento se ne accompagnano tante altre, magari quella di essere scelto e di ritrovarsi di nuovo in una condizione di disagio come quando lavorava al ristorante? O il timore di mettersi veramente in gioco, in un colloquio in un lavoro, E chissà se in altri ambiti della vita, che comporta il rischio di ricevere un no? Il no non è una sentenza definitiva, sul nostro valore o la nostra persona. Chiude le porte ad una opportunità aprendone tante altre, gli va dato il giusto peso e valore per non ritrovarsi nella spirale del non osare rimanendo bloccati e impelagati. La inviterei anche a riflettere sulla sua concezione del lavoro, da un lato c'è un grande Sogno realizzato, quello del cinema, dall'alto un impiego di basso profilo e umiliante, in mezzo un'attività che blocca e uccide la creatività. Quale potrebbe essere l'alternativa? Sulla quale puntare per la sopravvivenza in questo momento così difficoltoso.

Il solo vero fallimento è non tentare e non vivere. Tutto il resto è esperienza crescita e consapevolezza. Le auguro di uscire quanto prima da questo circolo vizioso.

Questo a disposizione

Caramente

Dottoressa Simona D'Urso

Dott.ssa Simona D'Urso

Dott.ssa Simona D'Urso

Torino

La Dott.ssa Simona D'Urso offre supporto psicologico anche online

Salve Fabio, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

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