Sono in un bivio cruciale

Barbara

Buonasera gentili Dottori. Ho 38 anni e dopo qualche lavoro con contratti a termine sono 6 anni che lavoro per un'azienda importantissima, con ottimo stipendio, contratto e qualche benefit. Il problema è che di 6 anni sono almeno 2 anni che la vivo sempre peggio: prima per la mole di lavoro troppo eccessiva, adesso va leggermente meglio quello ma c'è una disorganizzazione che fa paura, il lavoro consiste praticamente nella risoluzione dei problemi.. Ora dopo una estenuante mia ricerca di altro finalmente ho tra le mani una invitante opportunità, certo con periodo di prova prima di indeterminato, stipendio un po' inferiore e più lontano da casa, ma con la possibilità di lavorare in un clima più sereno che è la cosa che mi preme di più (ho sofferto a causa del lavoro di insonnia e attacchi di panico). La condizione però è che vada da loro IMMEDIATAMENTE senza lasciare preavviso alla mia azienda che mi pagherebbero loro.. Io sono tentata ma ho un forte blocco nel comunicarlo alle mie due cape con cui ho un rapporto fin troppo stretto, poi loro specie a livello lavorativo contano tutto su di me caricandomi di responsabilità e per loro sono a dir poco fondamentale.. Non so cosa inventarmi e sono bloccata, avreste qualche suggerimento? Grazie mille

7 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile utente, un vecchio proverbio diceva: 'presto e bene non stanno insieme', questo per dirle che gli inviti incalzanti a procedere, specie non regolati da contratti scritti e firmati, in cui si dichiarano compiti e responsablità, sono per mia esperienza, spesso mendaci, quanto alla difficoltà di comunicare una scelta, ricordi che ciascuno di noi viene prima dell'altro ( tranne con i figli, se piccoli ), nel senso che non possiamo accudire qualcuno meglio di noi stessi a tempo indeterminato, senza patirne le conseguenze, ed ecco l'importanza dell'amor proprio, che non è egoismo.

Nel mondo del lavoro spesso incontro chi scambia il ruolo con la propria persona, la propria identità, ma anche un medico ha diritto a rispettarsi, al riposo, ad uno stipendio dignitoso. Dunque, cerchi di decidere con i suoi tempi, e di esternare come stà e come si sente, dato che, se pensa di cambiare per un impiego sotto pagato, non lo farà certo per lucro e questo, potrebbe far riflettere chi forse fino ad oggi ha abusato della sua generosa disponibilità, se lo palesasse.

Cordiali saluti,

Dr. Cristian Sardelli

Psicologo, psicoterapeuta

Salve Barbara, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.

Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.

Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.

Resto a disposizione, anche online.

Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

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Buonasera Barbara,

immagino che la decisione da prendere non sia facile. Certo, nessuno meglio di lei sa cosa sia meglio per lei e per la sua serenità personale e professionale, ma questo blocco nel comunicarlo alle sue cape potrebbe essere significativo di altro. Probabilmente il rapporto "fin troppo stretto" va oltre il mero aspetto lavorativo e questo le crea difficoltà nel procedere.

Dovrebbe riflettere e indagare proprio su questa difficoltà nel comunicare tale volontà di cambiamento, o magari capire se tale cambiamento è possibile, con una comunicazione più efficace e aperta, all'interno della azienda dove lavora adesso, nessun ambiente lavorativo è privo di difficoltà.

Ad ogni modo i miei sono solo spunti di riflessione, così su due piedi, senza un quadro completo della situazione è difficile aiutarla.

Cordialmente 

Dott.ssa Denise Traetta

Gentilissima, da quello che lei scrive sembra che il suo attuale lavoro le crei un forte stato di ansia e stress e che ci siano molti fattori a favore del fatto che lei cambi lavoro.

Se il problema è comunicarlo ai capi, capisco che sia difficile soprattutto se si è creato un rapporto stretto come lei dice ma penso che se queste persone sono veramente legate a lei capiranno lo stress che le troppe responsabilità le stanno creando, altrimenti avrà comunque un'informazione: non era un rapporto autentico ma basato sulla necessità che avevano di lei nel team.

Non deve inventare niente, sia sincera e chiara nella comunicazione.

In bocca al lupo

 

Dott.ssa Laura Cascio Gioia

Dott.ssa Laura Cascio Gioia

Roma

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Gentile Barbara,

La situazione lavorativa che lei descrive mette in luce una serie di sfide e di considerazioni personali e professionali. Affrontare un cambio di lavoro è sempre una decisione significativa, specialmente quando si lascia una posizione stabile per una nuova opportunità che promette un ambiente di lavoro più sereno, ma con alcuni compromessi.

La questione del preavviso è un aspetto cruciale. Lasciare il lavoro attuale senza rispettare i termini del preavviso può avere implicazioni etiche e professionali. È comprensibile che la nuova azienda desideri la sua presenza immediata, ma è importante considerare anche le conseguenze a lungo termine di tale scelta sulla sua reputazione professionale.

Inoltre, il rapporto stretto con le sue responsabili aggiunge un elemento personale alla decisione. La comunicazione trasparente è spesso la chiave in tali circostanze. Potrebbe valutare di discutere apertamente della sua decisione con le sue capi, esprimendo le ragioni che la spingono a considerare il cambiamento e la vostra relazione come fattori che rendono questa scelta difficile.

In termini di suggerimenti, considerare di negoziare con la nuova azienda per un periodo di preavviso che permetta una transizione ordinata potrebbe essere un approccio equilibrato che rispetti entrambe le parti. Potrebbe anche essere utile consultare un legale o un esperto di risorse umane per comprendere meglio i suoi diritti e le sue responsabilità in questo scenario.

Infine, la sua salute mentale e il benessere sono fondamentali. Se l'ambiente di lavoro attuale sta impattando negativamente su questi aspetti, la ricerca di un cambiamento è comprensibile. È importante che qualsiasi decisione prenda, sia in linea con i suoi valori e le conduca verso un futuro professionale e personale che lei ritiene soddisfacente e sostenibile.

Dott. Matteo Piccioni

Dott. Matteo Piccioni

Torino

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Buongiorno Barbara.
Per esperienza (sia come psicologo che come lavoratore generico, in quanto ho iniziato a lavorare a 14 anni per mantenermi. Ora ne ho 51...) le dico che quell'"Immediatamente" del quale scrive mi suona strano. È risaputo da tutti che non si può lasciare un impiego - specie se il contratto va avanti da diverso tempo, come nel Suo caso - senza un periodo di preavviso; se lo volesse fare andrebbe incontro molto probabilmente a delle penali.
Quindi: bene che si sia resa conto che non si trova più bene dove lavora e bene che si stia muovendo per cercare altrove. Ha 38 anni, e non è mai troppo tardi per dare un punto di svolta alla propria vita.
La inviterei però, prima di prendere decisioni di questo genere, di chiarire la situazione in cui si trova con le responsabili, e valutare poi di conseguenza cosa Le diranno.
Mi spiace poi scriverLe come ognuno sia utile, ma nessuno sia indispensabile. Questo per comunicarLe che non metto in discussione che Lei sia fondamentale per le colleghe, ma questo non la deve vincolare a stare con loro per sempre. L'azienda c'era prima di Lei e continuerà ad esserci anche dopo che - eventualmente - se ne andrà.
Ultima cosa: ha riportato anche alcuni elementi che potrebbero significare come Lei sia sotto pressione (insonnia, attacchi di panico): le scelte fatte quando ci si trova in questa condizione non sono mai le più ragionevoli e sovente sono dettate dall'emotività. 
Cerchi di darsi delle priorità: in primis ritrovare un pochino di serenità (basta anche una breve vacanza, dedicarsi ad attività extralavorative dove prova piacere, ecc.) e poi mediti sul da farsi.
Se è arrivata dove è, le capacità non le mancano. Dovesse perdere anche l'opportunità di quest'offerta promossa dalla nuova ditta, altre ne seguiranno.
Cordiali saluti, dr. Bruno Marzemin

 

Dott. Bruno Marzemin

Dott. Bruno Marzemin

Padova

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Buongiorno cara Barbara, capisco benissimo le sue difficoltà e devo complimentarmi nell'essere riuscita a cercarsi un'altro lavoro con un clima più sereno. In fondo è quello di cui abbiamo bisogno per essere efficaci ed efficienti e il mio consiglio è proprio quello di parlarne con le sue due cape raccontando loro le sue reali difficoltà. Non credo vogliano una dipendente che sente di non essere più di aiuto come in questi ultimi anni. Apprezzeranno la sua onestà e lei si sentirà libera di fare le sue scelte. Un abbraccio e in bocca al lupo!

Dott.ssa Catalina Croitoru

Dott.ssa Catalina Croitoru

Roma

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