Terapia Cognitivo Comportamentale

Non credo a una buona indagine senza il filo conduttore
del corpo
” (Nietzsche F., 1884)

 

Innanzitutto… Che cos’è un trauma?


In termini generali si può definire “Trauma” l’esperienza di confrontarsi con:



    1. Uno o più eventi che hanno implicato morte, minaccia di morte, gravi lesioni o comunque una minaccia all'integrità fisica propria o altrui (n.d.r.: oppure in seguito all’interazione con una o più figure di accudimento, in particolare durante l’infanzia ma anche in età adulta, maltrattanti, abusanti o trascuranti);

 

    1. La risposta emotiva a questi eventi comprende sentimenti di impotenza, di paura intensa o di orrore;

 

    1. L’evento o gli eventi vengono rivissuti persistentemente (per esempio attraverso ricordi, sogni o sensazioni corporee);

 

    1. Vi è il tentativo di mettere in atto, più o meno consapevolmente, delle modalità per evitare gli stimoli associati con l’evento traumatico (ad esempio in caso di incidente in auto evitare di risalire in auto o comunque di ritrovarsi nei pressi del luogo dell’incidente, ecc);

 

    1. Vi è un’attenuazione della reattività generale (ad esempio si è molto meno interessati a ciò che prima suscitava interesse);

 

    1. Vi sono infine sintomi persistenti di aumentato arousal (quali ad esempio ipervigilanza, difficoltà ad addormentarsi, esagerate risposte d’allarme anche di fronte a stimoli minimi, ecc.).



[Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali IV - TR, Masson, 2001].

 

Ciò vuol dire che tutte le persone sopravvissute ad un terremoto o coinvolte in un incidente automobilistico resteranno traumatizzate?

 

Ovviamente NO! Come la pelle è preparata per aggiustarsi da sola quando ci si taglia, allo stesso modo noi siamo preparati per “aggiustare” gli effetti negativi delle esperienze potenzialmente traumatiche, ma non è raro che le ferite si infettino. Sebbene nella maggior parte dei casi le ferite guariscono da sole, senza che si sappia come ciò sia accaduto, se si infettano è meglio sapere cosa sta accadendo…

 

Le tipologie di risposte ad esperienze potenzialmente traumatiche possono essere varie:

 

 



    • Non rimane nessun segno evidente;

 

    • Sono presenti segni poco evidenti;

 

    • Sono presenti segni molto evidenti;

 

    • Non rimane nessun segno evidente, ma ad un’accurata analisi emergono segni occulti, su un continuum che va da “poco rilevanti” ad “estremamente rilevanti”.



 

 

Come si fa a sapere se una persona ha “superato” e completamente rielaborato un’esperienza traumatica?

 

Bisogna chiederlo al suo corpo. Il corpo è sempre attendibile? Si, ma… Solo se viene interrogato adeguatamente, cioè utilizzando il suo linguaggio, ponendosi al suo livello. Questi di seguito sono i disturbi caratterizzati ognuno da specifici segni e sintomi, che possono scaturire dall’aver vissuto un evento traumatico senza averlo elaborato:



    • Disturbo Acuto Da Stress (ASD) e Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD): comprende il rivivere persistentemente l’evento traumatico, il mettere in atto varie forme di evitamento degli stimoli associati con l’evento, il manifestare un’attenuazione della reattività generale e sintomi persistenti di aumentato arousal quali ipervigilanza, difficoltà ad addormentarsi ed esagerate risposte d’allarme;

 

    • Disturbi d’Ansia: Fobie, Disturbo d'Ansia Generalizzato, Disturbo Ossessivo-Compulsivo

 

    • Disturbo da Attacchi di Panico: Panico in corrispondenza con stimoli associati al trauma;

 

    • Disturbo Psicotico Breve;

 

    • PTSD Complesso o Disturbo Traumatico dello Sviluppo: Disturbi del Sistema dell’Attaccamento, di Personalità in genere e Disturbo Borderline di Personalità in particolare;

 

    • Disturbi Dissociativi: quali amnesie, sensazioni che il corpo o la realtà sembrino diverse; Deja Vu;

 

    • Lutto Complicato: Lutto non elaborato a distanza di sei mesi/un anno dall’evento;

 

    • Disturbi dell’Adattamento: con sintomi legati ad ansia o a deflessione del tono dell’umore in seguito ad un evento stressante;

 

    • Disturbi del Sonno: Insonnia, Ipersonnia, Incubi, Sogni Ricorrenti;

 

    • Disturbi Psicosomatici e Somatopsichici: Algie senza base organica, Disturbi Gastrointestinali, Ipocondria, ecc.;

 

    • Abuso e Dipendenze Patologiche in genere e da Sostanze: l’assunzione di alcool, hashish, eroina, cocaina, gioco d’azzardo, shopping compulsivo al fine di ricercare l’attenuazione di emozioni spiacevoli connesse al trauma;

 

    • Depressione post-traumatica;

 

    • Disturbi Sessuali e uro-ginecologici: dolori coinvolgenti gli organi sessuali, sia in concomitanza di un rapporto sessuale, sia non, impossibilità inoltre di giungere ad una eccitazione, ecc.



E’ importante tenere presente che il disagio è una comune risposta ad uno stimolo traumatico eccezionale. Esistono diverse modalità impiegate spontaneamente da ognuno di noi in tali circostanze in grado di lenire considerevolmente tale sofferenza. Aver ad esempio avuto la possibilità di reagire o di mettere in atto delle risorse al momento dell’evento, o subito dopo, sono fattori molto importanti. Un altro fattore protettivo a livello sociale e culturale è quello relativo all'aiuto e sostegno da parte di familiari, amici e colleghi. Le persone che hanno vissuto un'esperienza traumatica devono avere la possibilità di comunicare con le persone care, perché questo può influire sulla risposta. C’è quindi la capacità in noi esseri umani di rielaborare i traumi psicologici così come il corpo ha la possibilità di guarire e recuperare da un taglio o una frattura. Questo processo è noto come “resilienza”. Qualora tali modalità spontanee di difesa durante il trauma o di sostegno interpersonale dopo non vi siano state, o siano state insufficienti, vi può essere la necessità di un intervento psicologico. L'imprevedibilità dell'evento traumatico, che si presenta senza alcun livello di preavviso e la gravità ed intensità dell'evento (grado di esposizione e vicinanza fisica), sono aspetti chiave nello sviluppo di uno dei disturbi citati più sopra nell’elenco. Alcuni eventi inoltre vengono vissuti in modo particolarmente traumatico quando riattivano precedenti traumi che hanno degli elementi comuni (lo stesso luogo, la stessa emozione, ecc.), soprattutto se la persona ha subito in passato o sta subendo nella sua vita attuale un'esposizione cronica ad eventi traumatici o stressanti (per es. se sta divorziando, se ha perso il lavoro o se ha un lavoro particolarmente stressante, ecc.). La TCC (Terapia Cognitivo Comportamentale) è l’approccio teorico/terapeutico che ha raggiunto secondo gli elevati criteri di ricerca dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) vari riconoscimenti di efficacia secondo il rigoroso metodo Evidence-Based degli RCT (Studi Randomizzati Controllati basati sull’evidenza empirica della ricerca scientifica). È considerato il trattamento d’elezione rispetto a numerosi disturbi ed in particolare dei Disturbi d’Ansia; spesso viene citato all’interno di alcuni foglietti illustrativi di psicofarmaci - i cosiddetti bugiardini - come trattamento da associare o alternativo al farmaco. L’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) a sua volta è un approccio specifico al trattamento del Trauma che si integra naturalmente all’interno della Terapia Cognitivo Comportamentale e si focalizza sul ricordo dell’esperienza traumatica. È una metodologia che utilizza i movimenti oculari (o altre forme di stimolazione alternata) per produrre una stimolazione bi-emisferica in grado di permettere l’elaborazione dei ricordi traumatici e trattarne i disturbi conseguenti. L’EMDR aiuta ad integrare elementi frammentati dell'esperienza. La Federal Bureau of Investigation, più nota con l’acronimo F.B.I., ha introdotto l’EMDR e lo ha inserito come trattamento standard per il suo personale, l’Unicef ha avviato dei programmi di assistenza basati sull’utilizzo dell’EMDR e molti enti governativi e privati in molti paesi lo hanno inserito tra gli strumenti di intervento per le vittime di esperienze traumatiche. In Italia viene utilizzato dalla Polizia di Stato, da centri privati, associazioni che lavorano con bambini e donne abusati, enti parastatali (Trenitalia) e in generale da molte ASL del territorio nazionale. Chiedere un sostegno ad un professionista di Terapia Cognitivo Comportamentale e di EMDR significa ricevere supporto per la riacquisizione delle abilità adattive perse a seguito dell’evento traumatico, nell’acquisizione di quelle nuove abilità richieste dalla nuova situazione, favorendo la scomparsa dei sintomi post-traumatici presenti nel quadro clinico e migliorando così la propria qualità di vita.

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