La depressione: Schema Terapy

 La depressione è una malattia che si caratterizza per intense e persistenti emozioni di tristezza ed una perdita di interesse verso attività  normalmente piacevoli. Può accompagnarsi ad una incapacità di svolgere le normali attività quotidiane, perdita di energia, cambiamenti nei ritmi del sonno (dormire di più o di meno), cambiamenti nell’appetito (mangiare di più o di meno), ansia, scarsa concentrazione,  indecisione, irrequietezza, senso di inutilità, senso di colpa o di disperazione, comportamenti  autolesionistici o pensieri suicidari. 

A ciò va aggiunto il fatto che la depressione può avere gravi ripercussioni anche sulla salute fisica, aumentando il rischio di alcune malattie, come quelle cardiovascolari (OMS, 2016).
E’ un disturbo psicologico purtroppo molto diffuso (stime recenti ipotizzano un incremento del 50% tra il 2009 e il 2013)  e trasversale a tutte le fasce di età.
Nonostante sia una patologia sempre più diffusa e dagli alti costi economici e sociali, la depressione può essere curata con efficaci interventi di tipo psicologico oltre che farmacologico. Le linee guida internazionali (NICE, 2009), infatti, sottolineano l’utilità della Terapia Cognitivo Comportamentale (TCC) per la gestione e la cura della malattia.


La terapia cognitivo comportamentale  è una forma di intervento relativamente recente che utilizza appunto strategie cognitive (centrate cioè sulla modificazione dei sistema di pensieri e credenze disfunzionali) e comportamentali (centrate sul cambiamento di comportamenti disadattivi) per la risoluzione dei problemi psicologici. 

Nello specifico, il trattamento TCC della depressione postula l’esistenza di pensieri negativi su se stessi, il mondo ed il futuro come triade responsabile dello sviluppo e del mantenimento della patologia stessa. 

In maniera piuttosto semplicistica e sintetica, uno degli scopi dell’intervento cognitivo è la modificazione/sostituzione degli schemi di pensiero disfunzionali con altri più realistici e meno catastrofici; mentre, strategie come la Riattivazione comportamentale (anch’essa riconosciuta dalle linee guida come intervento cardine) vengono utilizzate soprattutto all’inizio del trattamento per spezzare uno dei circoli viziosi che vede l’inattività e il restringimento degli interessi di vita allo stesso tempo come causa e conseguenza del peggioramento dei sintomi depressivi.

Partendo dalla TCC standard si sono sviluppati negli ultimi anni una serie di interventi integrati, tra questi la Schema Therapy (ST) si è dimostrata particolarmente efficace nel trattamento di pazienti con disturbi di personalità, ma anche con disturbi d’ansia e dell’umore.

 
La Schema Therapy è una forma di psicoterapia sviluppata da J. Young che unisce i principi della terapia cognitivo comportamentale ad elementi della terapia della Gestalt, della teoria dell’attaccamento e della psicologia costruttivista. Essa fonda il suo intervento sul concetto di schema maladattivo precoce: un sistema di emozioni, ricordi, sensazioni, pensieri originato nella infanzia (secondo il modello, a causa del non soddisfacimento di bisogni fondamentali) ed elaborato poi durante l’intera vita. Sarebbero questi schemi i responsabili della messa in atto di comportamenti e agiti disfunzionali. 

 
Così come è avvenuto – e avviene ancora - per la TCC, la ricerca mira a valutare l’efficacia della ST con lo scopo di fornirle un robusto supporto scientifico. Ciò è facilmente comprensibile alla luce della sempre maggior diffusione - anche in ambito psicologico - delle terapie evidence based.

Nello specifico, studi recenti hanno proprio testato gli effetti di interventi ST per il trattamento di persone con depressione cronica.

I risultati di due studi su singolo caso condotti da Arntz e coll. nel 2014 e 2016 hanno dimostrato, malgrado i limiti dovuti all’esiguità del campione, l’efficacia della Schema Therapy nel ridurre notevolmente la sintomatologia depressiva. 

Ancora, in uno studio del 2013 di Carter e coll. sono state confrontate Schema Therapy e TCC per il trattamento della depressione dimostrando come le due forme di terapia siano equivalenti negli esiti, suggerendo come la ST possa essere una valida alternativa alla terapia cognitiva standard.


Concludendo, nonostante i risultati positivi, queste ricerche rappresentano un punto di partenza ed un incoraggiamento a proseguire lungo la strada dello studio e della ricerca. Molto ancora si può fare al fine di elaborare progetti di intervento il più adeguati e innovativi possibile per la cura di questa patologia.

Tuttavia, sebbene la depressione sia una malattia grave, invalidante, tendente alla cronicizzazione che non dovrebbe mai essere sottovalutata, le terapie oggi a disposizione permettono di curarla e prevenirla efficacemente.

 

Riferimenti

http://www.who.int/en/

http://www.schematherapyitalia.com


https://www.nice.org.uk/

 


F. Rennera, A. Arntz, F. Peetersd, J. Lobbestaelb, M. Huiberse. Schema therapy for chronic depression: Results of a multiple single case series
Journal of Behavior Therapy and Experimental Psychiatry Volume 51, June 2016, Pages 66–73;

 


Malogiannisa, A. Arntzc, A. Spyropouloua, E. Tsartsaraa, A. Aggelib, S. Karvelib, M. Vlavianoub, A. Pehlivanidisa, G. N. Papadimitrioua. Schema therapy for patients with chronic depression: A single case series study. Journal of Behavior Therapy and Experimental Psychiatry Volume 45, Issue 3, September 2014, Pages 319–329;

Carter JD, McIntosh VV, Jordan J, Porter RJ, Frampton CM, Joyce PR. Psychotherapy for depression: a randomized clinical trial comparing schema therapy and cognitive behavior therapy. J Affect Disord. 2013 Nov;15.

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