Sono preoccupato per mia figlia

danilo

Salve, mia figlia ha 13 anni, fa la prima liceo e da qualche tempo soffre di mancanza di autostima profonda, premetto che è una ragazzina sensibile e molto dolce, non è interessata ad uscire ma ama stare con la sorellina di 8 anni e con noi.
Ha sempre avuto un carattere introverso, non riuscendo ad esternare le emozioni non ha costruito dei rapporti sociali con le amiche delle medie.
Da quando ha iniziato le superiori si è aggravata la situazione, piange spesso, si sente un peso, non vorrebbe andare a scuola e vuole cambiare città e scuola.
Oggi ho scoperto che nelle note del telefono scrive spesso di non meritare la famiglia che ha, si definisce una "merda" per com'è, vorrebbe scomparire e si augura di morire per non essere più un peso, scrive che non doveva nascere e se lei non ci fosse noi staremmo meglio con la sorellina, le frasi più frequenti sono che non merita la famiglia che ha, che soffriamo a causa sua e che per tutti sarebbe meglio se lei scomparisse.
Io e mia moglie la stimoliamo a fare sport, ad uscire con le amiche, da sempre valorizziamo le cose che fa e la avvolgiamo di attenzioni, mia moglie la aiuta quotidianamente nei compiti e nella gestione delle cose femminili.
Sono preoccupato perchè i pianti notturni e l'apatia stanno aumentando, si sente bene solo quando le stiamo vicino, ogni giorno la vado a prendere a scuola (mi implora di andare per non tornare con i mezzi) e ogni giorno mi chiede se può venire al lavoro con me per starmi a fianco.
Adesso io e mia moglie siamo ad un bivio, lei sostiene che dobbiamo diventare più duri e mollarla per farla crescere, io sono preoccupato per le disperate richieste di aiuto che Alice esterna ogni giorno e non me la sento di abbandonarla, mi sembra di confermare la sua convinzione di essere un peso e che non doveva nascere ...
Che fare?
Grazie

5 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile Danilo,

la sofferenza di sua figlia mi sembra intensa e non va assolutamente sottovalutata. Vi consiglio di chiedere un consulto presso un Centro di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza: un'equipe multidisciplinare aiuterà sia voi genitori sia Alice a comprendere ciò che sta accadendo e a trovare le strategie giuste per superare questa fase difficile. 

Faccio i miei migliori auguri a lei e alla piccola.

Buonasera, Danilo. Comprendo le Sue preoccupazioni e credo che siano legittime. Vedere la propria figlia manifestare malessere non è affatto facile, ci si sente impotenti perché si vorrebbe togliere quel malessere, eliminarlo e basta, ma ciò non è realisticamente possibile. Altre cose sarebbero però possibili. Lei e Sua moglie siete entrambi preoccupati e vorreste entrambi che Vostra figlia possa trovare un modo che le consenta di vivere serenamente. Allora partiate da questo punto comune, accettiate di farvi aiutare, rivolgetevi ad uno specialista (psicologo psicoterapeuta di infanzia e adolescenza) che possa accogliervi ed aiutare vostra figlia per comprendere questo malessere...

Che fare, Danilo? Metterla in terapia, perbacco! Con qualcuno bravo sul serio!

Trovi una/uno specialista che usi la sand play therapy, in modo che la ragazza possa lavorare sul suo inconscio senza essere costretta a parlare. In questo modo potrebbe essere facilitata la relazione terapeutica e potreste anche capire se, alla base di questo comportamento, ci sia stato un trauma.

Mi sembra una questione seria, fossi in voi non perderei altro tempo.

Cordiali saluti.

Buona sera Danilo,

Alice sta segnalando un malessere che chiede di essere accolto. Come padre ha colto diversi elementi di lecita preoccupazione in vostra figlia: i pianti notturni, l'isolamento / il ritiro, i messaggi segnati nelle note e accoglie le richieste esplicite di Alice. Vostra figlia ha bisogno del vostro aiuto ha bisogno di sentire che voi ci siete e non la percepite come un peso. Un percorso psicologico può aiutare la minore a esplicitare l'origine dei sui pensieri, dei suoi vissuti, un sostegno che contempli sedute individuali e familiari perchè non venga implicitamente confermato il suo disvalore, il suo essere e viversi come il problema, ma come parte di un sistema che sa attivarsi come risorsa con lei in un momento difficile della sua vita. Un terapeuta familiare che possa valutare e alternare ai colloqui individuali quelli familiari dove tutti voi vi mettete in gioco con e per lei. E' prematuro chiederle di diventare grande quando sentirsi dipendendere e appartenere è ancora un bisogno forte. Per diventare indipendenti occorre fare il pieno di dipendenza. Cordialmente.

Dott.ssa Raffaella Canali

Dott.ssa Raffaella Canali

Monza e della Brianza

La Dott.ssa Raffaella Canali offre supporto psicologico anche online

Buongiorno Danilo, la situazione che descrive richiede una consultazione psicologica che vi aiuti a comprendere come si sia creata una situazione di tale sofferenza e a trovare il modo di alleggerirla. E consiglio di cercare un professionista esperto nella pre adolescenza. Personalmente sono disponibile nel mio studio a Milano (tutti i riferimenti nel mio sito). Buona giornata.