Uso di droga e alcol

Silvia

Sono molto preoccupata per mia sorella minore, 19 anni, estremamente intelligente e “talentuosa”, ma purtroppo decidita ad ad alcool e droghe. Ha iniziato verso i 14 anni fumando cannabis con regolarità, ma ultimamente beve spesso e so che fa uso occasionale di cocaina. Lei dice che si tratta di episodi isolati, legati al “fare serata” con gli amici, e nega di avere problemi, ma io sono molto preoccupata perché non vuole assolutamente nessun aiuto esterno

4 risposte degli esperti per questa domanda

La tua preoccupazione è assolutamente comprensibile e profondamente fondata. Quello che descrivi non è solo un comportamento “da serata tra amici”, ma un pattern che, da un punto di vista clinico, mostra segnali chiari di una difficoltà psicologica più profonda. L’uso regolare di sostanze in età adolescenziale e nella prima età adulta, soprattutto se iniziato precocemente come nel caso di tua sorella, raramente è solo ricreativo: spesso svolge una funzione di automedicazione, di gestione di emozioni complesse o di bisogno di appartenenza, e tende nel tempo a strutturarsi in modalità sempre più disfunzionali.

Ci sarebbe anche da aggiungere che l’età di tua sorella è particolarmente critica: a 19 anni il cervello è ancora in via di maturazione, soprattutto nelle aree che regolano l’impulsività, la capacità di giudizio e la consapevolezza emotiva. L’uso anche “occasionale” di cocaina, unito al consumo frequente di alcol e cannabis, rappresenta un’evoluzione del problema e un rischio serio di dipendenza. È del tutto naturale che neghi o minimizzi: la negazione fa parte del quadro, ed è uno dei primi ostacoli alla possibilità di cambiamento.

In tutto questo, il tuo ruolo è prezioso e delicato. È fondamentale che tu non ti carichi del peso di salvarla da sola. Non sei, e non puoi essere, il suo terapeuta, né la sua soluzione. Assumere questo ruolo ti espone a frustrazione, senso di impotenza e logoramento emotivo. Quello che puoi fare è esserci, in modo coerente e non giudicante: ascoltarla quando parla, offrirle uno spazio di contatto emotivo sincero senza forzarla ad ammettere nulla, spostare l’attenzione non tanto sulle sostanze quanto sul suo benessere globale. Puoi dire cose come: “Mi sembra che tu stia attraversando un momento difficile, e se anche non ne vuoi parlare ora, io ci sono quando e se vorrai”.

Allo stesso tempo, è fondamentale che tu ti prenda cura di te. Trovare momenti e spazi in cui poterti ascoltare, confrontarti o semplicemente rifiatare può fare una grande differenza nel modo in cui riesci a stare accanto a tua sorella, senza perdere te stessa nel tentativo di aiutarla.

Un caro saluto, Silvia!

Resto a disposizione se vorrai continuare a parlarne.

Dott.ssa Valentina Sassaroli

Dott.ssa Valentina Sassaroli

Ancona

La Dott.ssa Valentina Sassaroli offre supporto psicologico anche online

Cara Silvia,
Capisco perfettamente la tua preoccupazione per tua sorella. Vederla intraprendere un percorso che potrebbe metterla in difficoltà è doloroso, soprattutto quando rifiuta qualsiasi aiuto. È importante affrontare questa situazione con delicatezza e comprensione, senza farla sentire giudicata o messa sotto accusa.
Potresti provare a parlarle in un momento tranquillo, senza tensioni, mostrando il tuo affetto e il tuo timore per la sua salute. Evita confronti o imposizioni e cerca di capire cosa la spinge a questo comportamento. A volte, dietro l’uso di sostanze, ci sono emozioni profonde o difficoltà non espresse.
Se rifiuta di considerare un aiuto professionale, prova a coinvolgere persone di cui si fida, come amici o familiari, che possano farle vedere la situazione da una prospettiva diversa. Anche parlare con esperti o gruppi di supporto per famiglie che affrontano problematiche simili potrebbe darti strumenti utili per gestire al meglio la situazione.
Ricorda che il tuo sostegno è prezioso, ma la decisione finale spetta sempre a lei. Mostrale che sei lì per aiutarla, senza pressioni, ma con tutto l’amore possibile.
Un abbraccio,

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Massa-Carrara

La Dott.ssa Antonella Bellanzon offre supporto psicologico anche online

Cara Silvia,

la tua preoccupazione è più che comprensibile. Vedere una persona che amiamo – tanto più una sorella più piccola – imboccare un sentiero che può portare alla distruzione personale è una sofferenza enorme. Ed è anche un’impotenza difficile da tollerare, perché non basta vedere il pericolo per convincere chi lo sta correndo a fermarsi.

Il comportamento di tua sorella ha alcuni segnali d’allarme importanti:

  • Uso precoce e regolare di cannabis (iniziare a 14 anni è un fattore di rischio noto per disturbi psichici e dipendenze future),

  • Comportamenti attuali a rischio (abuso di alcol e uso di cocaina, anche se lei li minimizza),

  • Negazione del problema e rifiuto di aiuto, che spesso sono tipici di chi si trova in una fase di "normalizzazione" del rischio: crede di avere il controllo, ma non vede il quadro più ampio.

Anche se è “solo nei weekend”, anche se “lo fanno tutti”, ciò non toglie che la frequenza e la funzione che queste sostanze hanno nella sua vita siano segnali importanti. Più che gli episodi in sé, è l’atteggiamento a essere allarmante: l’assenza di riflessione critica, la minimizzazione, la chiusura a ogni confronto profondo.

Cosa puoi fare tu:

  1. Mantieni il legame: Non fare della “lotta contro le droghe” il centro del vostro rapporto. Continua a esserle vicina anche nei momenti in cui non parliate del problema. Chiudere il dialogo rende più forte la difesa.

  2. Parla dei tuoi sentimenti, non dei suoi comportamenti: Usa frasi come “Quando ti vedo così, mi spavento e mi sento impotente”, invece di dire “Stai sbagliando, stai rovinando tutto”. È più difficile negare le emozioni altrui che le critiche.

  3. Sii una presenza stabile e non giudicante, ma ferma: non assecondare o coprire comportamenti rischiosi, ma non diventare nemmeno un inquisitore. Il tuo ruolo può essere quello di “specchio amorevole”: qualcuno che vede, che non scappa, ma che non forza.

  4. Cerca alleati: un adulto di riferimento (genitore, insegnante, medico) che possa gradualmente agganciare tua sorella, anche indirettamente. A volte è una figura esterna a “bucare” la difesa.

  5. Considera un consulto per te stessa con uno psicologo specializzato in dipendenze o problematiche familiari: per capire come muoverti, proteggere te stessa e reggere questo peso nel tempo.

Silvia, tu stai facendo qualcosa di importante: non stai girando la testa dall’altra parte. Anche se lei non è pronta ad ascoltare, la tua voce conta. E, in fondo, sapere che qualcuno crede ancora in lei – anche quando lei stessa sembra non farlo – può essere un seme che germoglierà più avanti.

Con empatia e rispetto,
Dott. Alessio Gennaro Miele – Psicologo

Dott. Alessio Gennaro Miele

Dott. Alessio Gennaro Miele

Napoli

Il Dott. Alessio Gennaro Miele offre supporto psicologico anche online

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

Il Dott. Francesco Damiano Logiudice offre supporto psicologico anche online