La nascita di una sorellina può scatenare un forte senso di gelosia e frustrazione, soprattutto in un bambino molto sensibile e vivace. Il suo comportamento non significa che sia "cattivo" o che non voglia bene alla sorella: sta cercando, nel suo modo immaturo, di gestire un’ondata emotiva che lo supera. Cosa sta vivendo il tuo bimbo? A 6 anni un bambino può: Sentire di aver perso il centro dell’attenzione. Non sapere come esprimere la rabbia o la tristezza senza essere sgridato. Cercare attenzione anche in modo negativo (se faccio dispetti, almeno mi guardano). Provare confusione perché ama la sorella… ma vorrebbe che non ci fosse.
Cosa evitare (anche se è difficile)?
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Punizioni fisiche (sberle), anche se date in un momento di rabbia, possono fargli sentire di essere "sbagliato" e aumentare la rabbia o il senso di esclusione.
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Etichette come “sei cattivo”, “sei geloso”, “non si fa!” senza spiegazioni lo fanno chiudere o lo rendono ancora più agitato.
Ecco alcuni strumenti pratici ed emotivi che potete usare:
- 1. Nomina le sue emozioni al posto suo
“Lo so che è difficile vedere la sorellina che ha tanto tempo con mamma e papà. A volte ti fa arrabbiare, vero?”
Così lo aiutate a sentirsi capito, anche se il comportamento non viene giustificato.
Parlate a parte, non davanti alla sorellina Quando succede qualcosa, portatelo in un'altra stanza (senza urli) e dite:
“Sei arrabbiato? Sei stanco? Forse volevi anche tu quel gioco. Ma non possiamo mai far male alla sorellina. Troviamo un altro modo per dirlo.”
So che è dura con due figli, ma anche solo 10-15 minuti al giorno con lui senza sorellina, dove può scegliere lui l’attività, possono aiutarlo molto a ricostruire la fiducia e la connessione.
Coinvolgetelo come “protettore”
“La sorellina ha bisogno di te. Sei il suo fratello grande. Vuoi aiutarmi a insegnarle come si gioca coi pupazzi?”
Dategli ruoli di “aiutante”, non solo di sorvegliato speciale Se i comportamenti diventano sempre più frequenti, intensi, o c’è molta tristezza o isolamento, potrebbe essere utile parlare con uno psicologo dell’età evolutiva. Anche pochi incontri possono aiutare a capire meglio cosa prova e offrirvi strumenti più personalizzati.
Dott.ssa Antonella Bellanzon