Buongiorno Marika,
comprendo la sua preoccupazione ed, immagino, anche dei sentimenti di sofferenza nel vedere suo figlio così in difficoltà.
Effettivamente, come ha già notato, è un pò grande per questo genere di manifestazioni, che risultano tanto più insolite se prima non ha mai manifestato nulla e non c'erano problemi al distacco.
Ora la prima domanda è se ci sono difficoltà di separazione solo all'ingresso a scuola o anche in altri contesti. Se fosse solo per la scuola bisognerebbe comprendere meglio se il contesto è in qualche modo per lui attivante rispetto a qualche paura.
Ci sono però le paure dei ladri, ovvero un'immaginaria intrusione nella propria intimità di qualcosa che possa mettere a repentaglio la propria sicurezza, per cui si attivano comportamenti di ricerca della vicinanza della figura accudente.
E' forse successo qualcosa negli ultimi mesi che possa aver minato la sua sicurezza? Non dev'essere necessaria un evento eclatante (o almeno noi adulti lo consideriamo non eclatante), ma che possa aver minato il suo senso di sicurezza e stabilità. Una malattia di un adulto caro? Un allontanamento di qualcuno? Un accesso in pronto soccorso? un lutto?
Questi ed altri accadimenti possono generare perdita di sicurezza, quindi una reazione iperallarmata che si manifesta con stati ansiosi e bisogno di vicinanza agli adulti di riferimento.
Parlare col bambino di eventi come prima strategia non è utile perchè passa su un piano cognitivo, mentre lui si vuole difendere dalle sue paure. Però è chiare che qualcosa lo spaventa, quindi innanzitutto gli si può fare presente l'associazione tra mal di pancia e paura (es. "sai mi sono accorta che ultimamente hai spesso mal di pancia e hai bisogno di stare vicino alla mamma. Allontanarsi per andare a scuola è difficile. Non so cos'è ma ci deve essere qualcosa che ti spaventa proprio tanto"). Creare quindi un contenitore in cui il bambino comprende che la mamma già sa cosa mi sta succedendo. E poi chiedergli di parlare della propria paura: "Senti, ma cosa ti spaventa tanto dei ladri? Cosa t'immagini possa succedere?" questo dialogo apre le fantasie dei bambini, coi loro differenti affetti, e se noi riusciamo a mostraci tranquilli e rassicuranti (magari anche con una cura al pancino - Una copertina, una camomilla, un massaggio se lo accetta oppure insegnargli un automassaggio, che è una carezza alla sua paura) riusciamo a riparare e a ristabilire un senso di sicurezza.
Può anche fargli degli esempi di quando lei era piccola, o anche adesso, di quando ha paura e come fa a regolarsi e a stabilire un senso di sicurezza e calma per sè.
Spero queste riflessioni possano esserle utili.
Psicologa-Psicoterapeuta