Buongiorno, Mio figlio di tre anni e tre mesi è sempre stato un bambino molto allegro, molto socievole, va al nido da due anni e le educatrici lo classificano come leader positivo poiché molto coinvolgente con gli altri bambini e molto scherzoso con le educatrici. Ha sempre avuto un temperamento molto deciso, a 9 mesi ha iniziato a dire le prime parole ed ora si esprime molto bene e riesce a comunicare esattamente cosa gli va bene e cosa no fornendo spiegazioni anche dettagliate. Sembrava andare tutto bene, molto energico e fumantino quindi comunque molto faticoso per noi, ma al contempo simpatico, sensibile e dolce. Da tre settimane a questa parte è cambiato qualcosa e sono veramente preoccupata. Si oppone fortemente a tutto quello che non gli va bene, e questo già lo faceva, ma ora siamo ad un altro livello, mi picchia ( prima mai osato), parolacce (sei una cacca, una pipì, puzzi ecc ecc), sputa e mi urla in faccia. Io cerco di rimanere calma ma ferma, dicendogli che capisco che è arrabbiato ma che non mi deve picchiare. Lui reagisce facendo tutto ancora più forte anticipandomi pure quello che mi vuole fare (qui poi io vado in difficoltà perché il mio istinto mi porterebbe a reagire in maniera forte, in tutta onestà vorrei tirargli un bello schiaffone, ma cerco di ristabilire un clima positivo ma lui si oppone così lo lascio sfogare allontanandomi fisicamente da lui comunicandogli che se fa così io non ci sto). Quando si è calmato cerco di capire cosa l’ha fatto arrabbiare siccome spesso basta un niente. Lui mi risponde che è arrabbiato con me perché l’ho picchiato, urlato e sputato (praticamente le cose che fa lui), che io lo faccio sempre arrabbiare e poi mi dice cosa l’ha fatto arrabbiare ( che può essere la cosa più banale del tipo io ho detto che avevo una cosa quando non ce l’avevo). Dopo un po’ mi dice “mamma ridi?” Perché è il suo modo per chiedermi se va tutto bene. Io gli dico che non mi è piaciuto quello che ha fatto (facendo un elenco di due cose specifiche) e lui mi risponde “eh pazienza”. Lo punisco anche, per esempio niente cartoni, o lo riporto a casa da un posto che a lui piace tanto quando inizia con le sue scenate e non mi vergogno a dire che l ho già chiuso in camera da solo, ma niente lui continua imperterrito, a volte mi dice anche “va bene” con aria di sfida e piuttosto va a letto da solo senza chiamarmi. Mi sembra in generale “arrogante”, non ha paura di niente, anche con estranei lui entra a gamba tesa e chiede e dice esattamente quello che vuole e non si lascia intimorire nemmeno da una parola detta da un esterno e contesta dicendo “ io non sono d’accordo “ oppure “ tutti lo fanno ma io no” . Ho l’impressione che lui si creda un adulto per come si approccia alla gente. Capisco che questa fase è classificata come abbastanza normale, ma qui secondo me siamo ad un livello ben oltre, sopratutto perché lui ha compiuto da poco tre anni ed è già così difficile da gestire. In casa vive un clima sereno, siamo due genitori impegnati ma presenti, non vede liti in casa e sia io che il suo papà siamo due persone tranquille che comunichiamo sempre tranquillamente, sopratutto davanti a lui. Io sono molto sensibile in generale quindi cerco sempre di accoglierlo. Sono veramente preoccupata e affranta, non capisco cosa sbagliamo
Buongiorno Simona,
dice che è iniziato da 3 settimane.
E’ successo qualcosa che ha provocato l’inizio di queste reazioni in suo figlio?
Nonostante posso sembrarti più maturo, è un bambino di 3 anni ha ha difficoltà a gestire la frustrazione e probabilmente ha molta ansia.
Importante offrirgli l’opportunità di rassicurazione quando ti chiede: “mamma ridi?”. Ti sta chiedendo se il tuo amore è rimasto.
Avere dei rituali, una routine, più contatto fisico potrebbero ridurre le ansie. Rallentare i ritmi della giornata.
Potresti anche leggerli delle storie per bambini che parlano della rabbia.
Eviterei delle punizioni che lo fanno sentire cattivo: tipo chiuderlo in camera.
Mentre suggerirei:
“Mi allontano perché questo comportamento non lo accetto, ma ti voglio bene.”
Quando passa il momento di rabbia, poi chiedergli di sistemare
Dare rinforzi positivi fisici verbali. Fargli notare i suoi atteggiamenti, comportamenti positivi.
Cerca di evitare di entrare in una situazione di simmetria/potere.
A volte riuscire a sdrammatizzare, il tono della voce, lo sguardo del volto possono aiutare ad evitare l’esplosione di rabbia o entrare in una dinamica di lotta per il potere.
Io lavoro con i bambini e che hanno spesso questi atteggiamenti.
Se ha bisogno mi contatti.
Bergamo
Il Dott. Filippo Arnoldi offre supporto psicologico anche online
Buongiorno Simona,
il rapido cambiamento di atteggiamento di suo figlio porterebbe a pensare che possa essere successo qualcosa.
Lei ha detto che siete genitori tranquilli ma molto impegnati, cercherei di capire se a scuola o con la baby sitter o coi nonni ( non so con chi sta il bambino quando voi lavorate) sia successo qualcosa o se altri notano questo cambiamento.
Sicuramente suo figlio ha bisogno di essere rassicurato e voi genitori di essere supportati, affinchè gli atteggiamenti oppositivi non si strutturino.
Più che di punire ci sarebbe bisogno di dare un senso, cioè cercare di capire vostro figlio cosa vi sta segnalando.
Se crede sia utile sono disponibile per una consulenza genitoriale online
A volte può bastare poco
Matria Laura Sanna
Roma
La Dott.ssa Maria Laura Sanna offre supporto psicologico anche online
Gentile signora,
dal suo messaggio emerge chiaramente un cambiamento piuttosto netto e recente nel comportamento di suo figlio, collocabile temporalmente a circa tre settimane fa. Questo dato, seppur accennato, non va trascurato: sarebbe utile chiedersi se in quel periodo possa essere accaduto qualcosa (anche apparentemente secondario o non traumatico) che possa aver generato in lui un senso di insicurezza, frustrazione o disorientamento.
I comportamenti che descrive possono indicare un disagio che il bambino non riesce a esprimere in altro modo. A tre anni, i bambini non hanno ancora gli strumenti emotivi e cognitivi per elaborare e verbalizzare ciò che provano in maniera coerente: per questo, il comportamento spesso “parla al posto loro”.
Inoltre, il fatto che lui la accusi di fare a lui esattamente ciò che lui fa a lei (picchiare, urlare, sputare), potrebbe essere una modalità simbolica per restituire un malessere interiore, o una confusione tra vissuto interno e realtà esterna. Non è raro che i bambini, soprattutto se molto precoci come sembra essere suo figlio, mettano in atto modalità relazionali complesse quando si sentono in difficoltà.
Potrebbe essere utile, se la situazione persiste o peggiora, valutare un breve percorso di consultazione con uno psicologo dell’età evolutiva, che possa aiutarvi a leggere più in profondità il senso di questi segnali, e a fornire a voi come genitori strumenti più mirati per affrontarli.