Buongiorno, Mi chiamo Sara e ho una figlia di 19 anni. Fin dai 14 anni della ragazza, purtroppo, le si è accostata la donna da cui sono nata e da cui fui tolta dal tribunale in passato perché pur sapendo degli abusi fisici del suo partner su di me lo consentiva (mio padre morì che ero piccolissima). Io ho cercato di tenere lontano mia figlia da costei ma la curiosità è la voglia di ribellione hanno invece fatto sì che si sentissero e si vedessero (e quella donna, che oggi lavora come cameriera, le comprava tutto quel che io invece negavo, dalle scarpe firmate alle lampade vintage). A 15 anni mia figlia provó per due volte a fuggire di casa e andare da lei e io per due volte chiamai la polizia e la salvai. Ora mia figlia ha 19 anni. Fuma, ha una sessualità promiscua, dipende dal cellulare e dai cuoricini che riceve (se non ne ha abbastanza o passa le notti a piangere o le giornate a maltrattarmi), finge di studiare e non cerca lavoro (le ho pagato in anticipo un anno intero di università, ma ha speso i soldi per i libri per un tatuaggio). Io e il padre siamo separati, lui ha una nuova famiglia ma anziché cercare di mettere un freno alla ragazza ha deciso di raddoppiare il mantenimento...io purtroppo sono malata di cancro da un anno a questa parte e ho dovuto ridurre il lavoro, e di conseguenza lo stipendio, per curarmi. Il 17 ottobre mia figlia ha fatto una scenata perché, quando sono tornata da due giorni in ospedale per le terapie, ho rifiutato di accogliere a dormire da noi uno dei ragazzi che lei frequenta. Mia figlia ha fatto la valigia ed è andata da mia nonna. Non vuole più tornare. Io ricevo solo continue richieste di denaro da tutti i parenti e da lei, che mi minaccia che andrà a vivere con chi mi ha abusato se non le do quel che vuole. Sono distrutta. Non so che fare. Mi sono sentita augurare la morte persino da lei e mio zio ieri mi ha chiesto quanto mi manca perché, in fondo, la mia casa deve andare a lei e quindi loro la possono gestire. Sento molto schifo e in questi momenti vorrei dare via tutto pur di non dar loro alcuna soddisfazione. Scusate lo sfogo, non so se qualcuno mi potrà rispondere, Sara
Cara Sara,
quello che sta vivendo è qualcosa che consumerebbe chiunque. Tra la malattia, la solitudine, i comportamenti di sua figlia e il peso della sua famiglia d’origine, sta portando avanti una battaglia che non dovrebbe combattere da sola. E il punto che ferisce di più è che proprio chi dovrebbe sostenerla sembra invece approfittarsi del suo momento di debolezza: sentirsi chiedere soldi, sentirsi augurare la morte, essere trattata come un ostacolo… sono colpi che vanno ben oltre il conflitto familiare. Sono ferite vere. La cosa che colpisce è che, nonostante tutto, lei ha continuato a fare la madre, a proteggere sua figlia, a mettere limiti quando necessario. Ha fatto più di quanto fosse nelle sue forze. Non è lei a essere mancata: è l’ambiente intorno che non le ha dato alcun appoggio.
Proprio per questo, oggi non può pretendere di reggere tutto da sola. Ne ha già sopportato fin troppo. Ha bisogno e il pieno diritto, di avere un sostegno che la aiuti a respirare e a ritrovare un po’ di sicurezza. Un supporto psicologico professionale le darebbe uno spazio protetto, qualcuno che la aiuti a mettere confini chiari e a non farsi trascinare dentro dinamiche che la stanno consumando emotivamente. Chiedere aiuto, in un momento come questo, non è un fallimento. È un gesto di cura verso se stessa, l’unico possibile quando si arriva a sentirsi schiacciati da tutto. Lei merita di essere ascoltata, accolta e protetta molto più di quanto le persone che ha attorno le stiano mostrando.
Un caro saluto
Milano
Il Dott. Fabiano Foschini offre supporto psicologico anche online
Buongiorno Sara,
leggerti fa capire quanta forza tu abbia dovuto mettere in ogni fase della tua vita. Hai affrontato un passato doloroso, hai protetto tua figlia come meglio potevi, e ora stai combattendo una malattia durissima mentre gestisci una situazione familiare profondamente ingiusta e carica di tensione. Le emozioni che provi — dolore, sconforto, senso di tradimento — sono più che comprensibili. Nessuno merita tutto questo peso sulle proprie spalle.
Tua figlia oggi è adulta, ma sta vivendo scelte impulsive, legate probabilmente a fragilità profonde e a un bisogno costante di conferme. Questo però non giustifica né le minacce né la violenza verbale, che sono forme di abuso emotivo e che ti stanno logorando. È importante proteggere te stessa, la tua salute e i tuoi confini: mettere un limite non significa abbandonare una figlia, significa evitare che il dolore altrui distrugga anche te.
Sul piano pratico, può essere utile farti affiancare da un* psicolog* o da un servizio territoriale che possa sostenerti e aiutarti a gestire la pressione della famiglia d’origine e le richieste manipolatorie. Anche parlare con un avvocato o con un assistente sociale potrebbe alleggerire parte del carico e chiarire cosa sei o non sei obbligata a fare.
In questo momento, però, la priorità sei tu: la tua cura, la tua dignità e la tua sicurezza emotiva. Non sei egoista se scegli di proteggerti da chi ti ferisce, indipendentemente dal legame biologico. Hai già dato tantissimo.
Se lo desideri, sono qui per aiutarti a fare un passo alla volta.
Un caro saluto.
Dr. Vincenzo Capretto
Roma
Il Dott. Vincenzo Capretto offre supporto psicologico anche online