I miei genitori non accettano il fatto che abbia 19 anni!

chiara

Salve,
sono una ragazza di 19 anni,
sono sempre stata molto responsabile, mi prendo cura di mio fratello, aiuto in casa, non ho mai dato problemi a scuola ...
I miei genitori faticano ad accettare il fatto che abbia 19 anni e che abbia bisogno di alcune libertà che le mie coetanee invece hanno senza problemi.
La sera ad esempio devo tornare a casa a 00:00, stesso orario di mio fratello di 16 anni, è il limite di orari vale anche per il sabato dove devo obbligatoriamente ritirarmi all’1:00 nonostante gli orari delle mie coetanee. Non sembrano apprezzare nulla di quello che faccio: se ad esempio dopo essermi aver aggiustato casa la mattina, il pomeriggio sto a guardare la Tv sottolineano quanto io non faccia niente. Se esco poi la sera lo stesso, se ne escono con la solita frase “vuoi sempre uscire” e la questione non è nemmeno economica poiché ho una paghetta di 20€ settimanale (uguale a quella di mio fratello) e nonostante ciò, anche prima di averla, il budget settimanale sempre quello era.
Ho provato ad ottenere il dialogo ma sembrano non ascoltarmi, tutto mi sembra inutile.
Vi prego di aiutarmi, di darmi qualche consiglio!

4 risposte degli esperti per questa domanda

Cara Chiara, ho letto con il cuore la sua richiesta. Se i suoi genitori la tacciano di non fare nulla. le consiglio di usare assertività nella comunicazione. Ossia una comunicazione decisa ma senza azioni aggressive nè spropositatamete passive. Esprima adeguatamente come si sente quando le dicono che la sua età non è veramente di 19 anni e che lei non ha capacità di intendere. Lei sa discernere quando i suoi genitori le fanno dei commenti fuori luogo o adeguati? Io mi arrabbio molto con i genitori che inducono depressione dicendo che i figli non fanno nulla. Non è possibile non fare nulla. Non è possibile quantificare le attività svolte con i propri figli in modo comparativo ed ipercritico. Riguardo all'orario di rientro in casa, sono d'accordo con loro. L'1am mi sembra una richiesta per non generare neanche in lei inutili paragoni con le sue amiche. Questa richiesta mi sembra lecita e rispettosa.

Le auguro di potersi difendere in modo discernitivo. La sua famiglia la ama. Cerchi di lottare per rispetto, dialettica e coerenza anche in casa e per una adeguata condivisione dei compiti.

Buona fortuna.

 

 

Buongiorno Chiara! I genitori non sono mai come noi li vorremmo ma tu racconti veramente troppo poco del comportamento che loro hanno nei tuoi confronti...il tuo sentirti trattata come una bambina sicuramente ti fa soffrire ma bisognerebbe analizzare le dinamiche che avvengono nella tua famiglia per poter eventualmente aiutarti...ricorda però che per ottenere dei cambiamenti all’interno della tua famiglia devi innanzitutto chiarire le dinamiche emotive che avvengono dentro di te...quando avrai imparato a conoscere meglio te stessa (anche magari con l’aiuto di un professionista), vedrai che anche le dinamiche familiari ti sembreranno più semplici da gestire...in bocca al lupo!

Gentile Signorina,

non sono i consigli che servono, ma la clinica, ovvero la terapia.

è chiaro che i diversi problemi psicologici, relazionali e familiari sono propriamente non un disturbo, ma i sintomi di un disturbo, che riguarda chiaramente tutta la personalità, nel presente come nella Sua storia personale.

È possibile che, con un approccio specifico alla problematica, che potremmo presumibilmente chiamare psico-educativo, si potrebbe ottenere in tempi non lunghi sia una risoluzione della problematica in questione, sia un miglioramento, di riflesso, del più complessivo stato generale d’ansia e di insicurezza.

In tal senso, una focalizzazione strategica sul sintomo e una rieducazione psicologica appaiono senz’altro adeguati.

In alternativa, una soluzione più radicale sarebbe – su tempi più lunghi - affrontare una terapia del ‘profondo’, che risolva le radici dell’ansia e della depressione e, di conseguenza, anche i suoi sintomi.

Tale approccio potrebbe in tal caso essere valido per ristrutturare le parti immature e ancora infantili della Sua personalità ed eliminare dai suoi ‘meccanismi’ quei granelli che – per così dire – ne ostacolano il corretto e felice funzionamento in direzione della crescita personale e dello sviluppo adulto della Sua identità, oltre ogni psicopatologica insicurezza e disistima.

Le invio cordiali saluti.

Gentile Chiara, mi rendo conto del suo legittimo desiderio di sentirsi "grande"ed essere riconosciuta come tale; tuttavia non mi sembra che gli orari che i suoi genitori le consentono siano inadeguati ad una persona della sua età. Trovo che,  al contrario, forse quelli delle sue coetanee siano un pochino fuori misura..... Inoltre non si possono, né si debbono, prendere a modello le regole e le  abitudini delle altre famiglie. Francamente, pur comprendendola, non posso che  approvare il comportamento dei suoi genitori almeno  relativamente all'orario. Per il resto penso  che  La apprezzino per quello che fa e siano soddisfatti di lei, anche se non si esprimono in tal senso. Il compito di un genitore, dolcissima Chiara, è quello di insegnare ai propri figli il rispetto delle regole, l'impegno verso lo studio e verso la vita; cose queste che ci formano e ci fanno affrontare la vita al meglio  permettendoci di raggiungere i nostri progetti futuri. Le faccio tantissimi auguri e resto a disposizione per eventuali consigli futuri.