Mia figlia viene esclusa

Silvia

Buongiorno, mia figlia ha 5 anni e fa l’ultimo anno di materna. È una bambina molto educata, molto sensibile e riservata. Ha cambiato quest’anno tutte le maestre e ultimamente la vedo più taciturna, meno energica, va a scuola – come posso dire? – in modo passivo, spesso tende a temporeggiare la mattina quasi come se non volesse andarci. Ieri mi ha detto di aver giocato da sola tutto il giorno perché ogni volta che chiedeva a un compagno di giocare, questo ha risposto di voler giocare con qualcun altro. Le compagne della sua classe sono molto più esuberanti e tendono quindi a imporsi su altre che pendono dalle loro labbra. Oggi, infatti, non voleva andare a scuola. Non so come poterla aiutare, perché immaginarla da sola in giardino con nessuno che vuole giocare con lei mi ferisce molto.

Grazie per l’attenzione,
Silvia.

10 risposte degli esperti per questa domanda

Deve considerare che i bambini, tanto più quanto sono piccoli, sono inseriti in un "Sistema familiare" che spesso li condiziona, anche senza volerlo e senza sapere come. Ne deriva che quasi sempre per aiutare un bambino ad attualizzare al meglio le sue potenzialità, la cosa migliore è coinvolgere i genitori perché sono le persone più autorevoli e maggiormente coinvolte nell'accudimento e nell'educazione del bambino.

Le consiglio di recarvi da uno/a psicoterapeuta assieme al padre della bambina e alla bambina stessa, di modo che il professionista possa avere un quadro più chiaro del problema e delle relazioni all'interno del sistema familiare e possa consigliare interventi opportuni, quasi sempre, come dicevo, mediati dai genitori stessi.

Consulenze e psicoterapie a distanza hanno risultati equivalenti a quelle in studio.

Dott.ssa Valentina Sciubba

Dott.ssa Valentina Sciubba

Roma

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Buongiorno,

vedere la propria figlia che attraversa un momento difficile angoscia molto un genitore che non sempre si sente in grado di sostenere il proprio bambino o bambina in modo efficace. 
Sarebbe importante poter meglio approfondire quanto accade, se è una fase, se ci sono stati eventi specifici, o se accade qualcosa di più profondo e complesse nella sua bambina. É possibile capire tutto questo rivolgendosi ad uno specialista che possa confrontarsi coi i genitori e poi eventualmente conoscere il/la bimbo/a. 

Dott.ssa Francesca Fabiani

Dott.ssa Francesca Fabiani

Roma

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Buongiorno Silvia capisco la sua preoccupazione: per una bambina sensibile e riservata l’inserirsi in un gruppo di compagni più esuberanti può essere difficile. Le consiglio di parlarne con le insegnanti, così da favorire momenti di inclusione e piccoli giochi guidati. A casa può sostenerla valorizzando la sua gentilezza e creando occasioni di incontro con un compagno alla volta. Con il giusto supporto troverà il suo posto nel gruppo.

Rimango a disposizione

Dott.ssa Giorgia Girolami 

Gent.le mamma Silvia, 

I bambini a volte vanno aiutati nelle attività di socializzazione. Parla con le maestre e di loro che la bimba ha necessità di essere sostenuta per giocare con gli altri bambini, magari è solo un po' introversa, timida ed ha bisogno di essere un po' sostenuta all'inizio e stimolata nello stare con gli altri. 

Cordiali saluti

Dr.ssa Iolanda Lo Bue

Dott.ssa Iolanda Lo Bue

Dott.ssa Iolanda Lo Bue

Roma

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Cara Silvia

da madre non dev'essere per nulla facile immaginare e vivere queste situazioni perchè per i nostri figli vorremmo sempre il meglio e, soprattutto, proteggerli da qualsiasi tipo di sofferenza, soprattutto quando sono cosi piccoli e vulnerabili.

Per quanto dolorose, però, queste sono fasi che il bambino deve attraversare, poichè formano le basi di quello che sarà poi il suo carattere e la sua struttura intrapsichica. Come genitore potresti intervenire nell'incoraggiamento, nonchè nella normalizzazione di questi eventi. Non sottovalutare la situazione ma cerca, davanti a lei, di farle capire che può superarla senza problemi, che hai fiducia in lei e che tutto si risolverà presto. I bambini sono come spugne e sentono e percepiscono il nostro tormento.

Auguroni

Dott.ssa Paola Schizzarotto

Dott.ssa Paola Schizzarotto

Padova

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Buongiorno Silvia, parli con le maestre e cerchi di capire anche da loro cosa accade a scuola e come vedono sua figlia. Il cambiamento delle maestre potrebbe aver contribuito in qualche misura al cambiamento di Sua figlia e forse questo andrebbe compreso meglio. Le consiglio però una valutazione da parte di uno Psicolog* dell'Età Evolutiva per verificare se, ad esempio,  è presente ansia scolastica e a cosa sia dovuta oppure verificare altri fattori che un professionista potrebbe cogliere osservando Sua figlia nel gioco e nelle interazioni. 

Dott. Fulvio Perilli

Dott. Fulvio Perilli

Roma

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Buongiorno,

capisco quanto possa essere doloroso vederla sentirsi esclusa: è naturale che questo la faccia soffrire.

Può aiutarla creando occasioni di amicizia anche fuori da scuola e aggiornando le insegnanti su quanto sta accadendo.

A casa continui a sostenerla emotivamente e, se la situazione dovesse persistere, può essere utile il supporto di uno psicologo per insegnarle a gestire meglio questi momenti.

Dott. Charbel Farah

Dott. Charbel Farah

Roma

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Salve Sig.ra Silvia,

capisco bene quanto possa essere doloroso vedere sua figlia vivere momenti di solitudine a scuola, soprattutto sapendo quanto sia sensibile e riservata. È del tutto naturale che, di fronte a un ambiente nuovo e a compagni molto esuberanti, possa sentirsi più taciturna e mostrare resistenze nel voler andare a scuola. I bambini con un temperamento più tranquillo o sensibile spesso hanno bisogno di tempi e modalità diversi per inserirsi nei gruppi e sentirsi parte del gioco. Le suggerisco di parlarne con le maestre: è loro compito favorire l’inclusione e stimolare i rapporti tra i bambini, evitando che qualcuno rimanga isolato. Le maestre possono aiutare creando situazioni in cui sua figlia possa partecipare in modo graduale e sentirsi accolta, magari associandola a compagni più disponibili o organizzando giochi di piccolo gruppo in cui possa emergere senza sentirsi sopraffatta. Può essere utile anche valutare la situazione con uno psicologo o una psicologa infantile. Una valutazione professionale permetterà di capire se sua figlia sta incontrando delle difficoltà relazionali specifiche e, in tal caso, lavorarci su può aiutarla a sviluppare maggiore autostima, strategie per fare amicizia e sentirsi più sicura di sé nelle interazioni con i coetanei. Nel frattempo, puo' sostenerla anche a casa con alcuni accorgimenti:

- Parlare con lei delle emozioni che prova a scuola, aiutandola a dare un nome a ciò che sente senza giudicarla.

- Stimolare giochi a casa con altri bambini, anche in piccoli gruppi o con incontri mirati, per aiutarla a sperimentare rapporti sociali in un contesto più protetto.

- Rafforzare la sua autostima ricordandole le sue qualità e valorizzando ogni piccolo passo che compie nelle interazioni con gli altri.

- Inventare giochi “a turno” o strategie per proporre il gioco agli altri in modo divertente e sicuro, così da sentirsi più preparata quando interagisce a scuola.

- Non sottovalutare l’importanza del suo sostegno emotivo: sapere di avere un genitore che la comprende e la accoglie è una risorsa enorme per una bambina sensibile come la sua. Con l’aiuto delle maestre, il supporto professionale e il rinforzo positivo a casa, è molto probabile che sua figlia possa sentirsi più sicura e trovare i suoi spazi nel gruppo.

Le faccio un forte in bocca a lupo virtuale in questa sfida cosi delicata: si ricordi che non e' sola e la sua attenzione e cura fanno già una grande differenza per lei e sua figlia. Un carissimo saluto. 

Dott.ssa Chiara Ilardi

Dott.ssa Chiara Ilardi

Roma

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Salve, sì certo capisco quanto sia doloroso per una mamma pensare che la propria bambina viene isolata e che nessun bambino voglia giocare con lei. Sicuramente la bimba è più timida di altre sue coetanea che sanno essere più intraprendenti di lei. Sarebbe bene che lei parlasse con la maestra  per capire che cosa sta succedendo e se si fosse accorta di questa esclusione. Forse dovrebbe essere il compito della maestra di cercare di coinvolgerla di più e di creare dei giochi di gruppo in modo che tutti possono giocare insieme. Parli con la maestra e le faccia presente la sua preoccupazione per la  sua bambina che si sente esclusa. Penso che sarebbe bene creare anche il pomeriggio nella sua casa, delle merende con le altre bambine, in modo che sua figlia crei anche dei contatti ludici fuori dalla scuola e forse trovandosi nel suo ambiente possa sentirsi più a suo agio e stringere dei legami anche a  scuola  con le altre bambine. Spero che possa trovare giovamento dai miei consigli, la saluto dott.Eugenia Cardilli

Dott.ssa Eugenia Cardilli

Dott.ssa Eugenia Cardilli

Roma

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Ciao Silvia,

quello che racconti tocca corde molto profonde per un genitore: vedere la propria bambina esclusa o sola fa male, perché risveglia un senso di impotenza e di ingiustizia. Ma il fatto che tu lo colga e cerchi un modo per aiutarla è già un passo prezioso: significa che lei ha accanto una mamma capace di vedere e accogliere il suo mondo emotivo, e questo è uno dei fattori di protezione più importanti.

A cinque anni, le dinamiche di gruppo possono essere molto variabili: bastano piccoli cambiamenti — nuove maestre, nuovi ruoli tra i compagni — per modificare gli equilibri. Alcuni bambini più sensibili e riservati, come tua figlia, possono inizialmente ritrarsi di fronte alla maggiore esuberanza degli altri, sentendosi spaesati o “invisibili”. Questo non significa che abbia un problema relazionale, ma che ha bisogno di tempo e sostegno per ritrovare fiducia nel gruppo.

Puoi aiutarla così:

  • valorizza le sue qualità (“sei una bambina dolce, attenta, e queste sono cose importanti per gli amici”);

  • non minimizzare (“vedrai che domani andrà meglio”), ma ascolta e rispecchia i suoi vissuti (“immagino che sia stato triste non riuscire a giocare con loro”);

  • favorisci piccole esperienze di gioco con uno o due compagni alla volta fuori dalla scuola: l’intimità di un contesto più sicuro può aiutarla a creare legami che poi porterà anche in classe;

  • parlane con le insegnanti, condividendo ciò che ti ha raccontato, così possano osservare e facilitare l’inclusione nei momenti di gioco libero.

Questa fase può essere un’opportunità per rafforzare la sua autostima e il senso che può avere un posto nel gruppo anche rimanendo sé stessa.

Se noti che la chiusura o la tristezza persistono, un breve confronto con uno psicologo dell’età evolutiva può offrirti strumenti per sostenerla meglio e aiutarla a ritrovare fiducia. A volte, il modo più efficace per farla sentire meno sola è concederti tu uno spazio in cui capire come accompagnarla, con calma e sicurezza.