Bambino piange ininterrottamente per ore ed ore nell'arco della giornata

Pietro

Egr. Dr.ssa, da pochi mesi a causa del terremoto che ha colpito la mia terra (Sant'Agostino) ho dovuto cambiare casa con la mia famiglia. Ora viviamo in un condominio a Renazzo di Cento. Da quando siamo arrivati nella famiglia che vive sotto il mio appartamento, piange ininterrottamente per ore ed ore nell'arco della giornata, chiedendo alla madre, single ed ai nonni con cui il bambno vive,spiegazioni, abbiamo ricevuto la risposta che dipende dal bambino che comunque è stato dichiarato sano da diversi consulti medici. Siccome la cosa continua e non sembra migliorare affatto, anzi mi sembra peggiorare, volevo da lei un consiglio sul da farsi, io sono solo un vicino di casa e non vorrei poi essere la causa di dissapori condominiali. Aspetto una sua risposta in merito grazie.

11 risposte degli esperti per questa domanda

Nei caso come il suo ho l'abitudine di fare una consulenza sulle conseguenze psicologiche che tali schiamazzi comportano e in accoro col collaboratore legale del mio studio si avvia una pratica eventuale per tutelarla.Oppure faccio semplicemente una consulenza psicologica del caso e collaborò con un legale da lei scelto. Ricevo ad Argenta e in varie località' pubblicizzate nel mio sito e se è' interessato mi può' telefonare per ulteriori informazioni.
Dott.ssa Giorgia Federici

Dott.ssa Giorgia Federici

Bologna

La Dott.ssa Giorgia Federici offre supporto psicologico anche online

E' probabile che il bambino sia rimasto traumatizzato dagli eventi che hanno tanto cambiato anche la vita della sua famiglia. Madre e piccolo dovrebbero consultarsi con un esperto della salute mentale per ritrovare un equilibrio che, evidentemente, hanno perso a seguito di tanti eventi fuori del loro controllo. Distinti saluti
Salve,Sig.Pietro. La sua richiesta è legata al contesto di vita che in emergenza avete dovuto cambiare repentinamente. Cosa la preoccupa? Il pianto del bambino che non si riesce a calmare? Si tranquillizzi, non è lei di sicuro la causa del disagio del piccolo, semmai le condizioni ambientali e concrete che hanno modificato le abitudini di un bambino così piccolo, così delicato da non adattarsi facilmente. Tanti auguri per la vostra situazione difficile.
Buongiorno, sarebbe opportuno comprendere la natura psicologica di questo pianto "ininterrotto". Riferendosi al terremoto potrebbe essere un sintomo di un quadro clinico riferibile ad un trauma (quello del terremoto appunto) per il quale esiste una specifica tecnica che si chiama EMDR molto efficace in questi casi. Potrebbe altresì essere una risposta emotiva ad una situazione familiare, ed in questo caso il terremoto non ha "voce in capitolo", per la quale sarebbe opportuna una presa in carico specialistica diversa e, soprattutto, l'aumenta della consapevolezza da parte dei familiari ovvero madre/nonni dell'esistenza di un problema per il piccolo. Distinti Saluti
Gentile Sig Pietro è lodevole che lei si interroghi sul da farsi per una situazione così delicata. La risposta che ha avuto credo non la soddisfi ma è anche allo stesso tempo legittima, non perchè sia giusto non dare risposte ma perchè probabilmente anche per loro rappresenta un disagio. Purtroppo le informazioni che ho e che ha anche lei sono poche, il fatto che sia stato portato in diversi consulti medici significa che la famiglia si sia posta lo stesso problema e abbia cercato di venirne a capo. Il piabto è sicuramente una forma di disagio che il bambino avverte e che manifesta come può. Non so che tipo di confidenza lei abbia con i suoi vicini però magari potrebbe aiutarli a capire che il bambino e la famiglia potrebbero avvalersi di un consulto psicologico per cercare di comprendere meglio di quale disagio si tratti. Esistono servizi sanitari gratuiti per l'infanzia e l'adolescenza (non il consultorio che si occupa di sessualità). Lei vive a rendazzo ed io non sono informata sulle strutture del suo territorio, ma può informarsi o invitare la famiglia a farlo su quali strutture esistano. Nel Lazio ad esempio esiste il TSMREE per l'assistenza psicologica da 0 a 18 anni. Spero di esserle stata d'aiuto almeno un pò. Mi ricontatti se avesse bisogno di altri chiarimento o delucidazioni, sono a disposizione.
Gentile signora, una delle terapie migliori in questi casi è l'EMDR poiché consente di rielaborare gli eventi traumatici a livello cognitivo, emotivo e corporeo. Provi a informarsi se nella sua zona c'è uno psicoterapeuta formato in tal senso: può inserire su un motore di ricerca EMDR italia. Cordialmente,
Gentile Pietro, comprendo il disagio e la sua preoccupazione per la sofferenza del piccolo. La sua posizione di certo è abbastanza scomoda, perchè non ha l'autorità per affrontare apertamente il problema della famiglia sua vicina di casa, ma questa situazione causa parallelamente a lei disagio e preoccupazione. Non mi addentro nei regolamenti condominiali e sicuramente non sarebbe piacevole dover ricorrere a quelli nel tentativo di migliorare la situazione. Lei ritiene che il piccolo possa essere in qualche modo oggetto di maltrattamenti? In tal caso, ci sono servizi in grado di aiutare i bambini maltrattati. Ma per fare questo passo occorre che lei abbia più di una "sensazione" e nel qual caso la invito ad informarsi direttamente ai servizi predisposti. Ad ogni modo, la cosa migliore e forse l'unica da fare nella sua posizione, rimane parlare pacificamente con la madre del piccolo in primis e/o con chi si prende cura di lui, qual'ora lei ritenga essere la persona più sensibile e accogliente, magari anche dimostrandosi genuinamente preoccupato per il benessere del bambino, senza volersi sostituire all'educazione genitoriale, e con calma e sincerità potrebbe dire anche che questo crea indubbiamente un disagio anche a lei in quanto vicino di casa. Valuti con molta attenzione eventuali violenze domestiche se ne ha il sospetto(come ho detto prima, ci sono servizi che possono darle informazioni a riguardo, ma deve verificare bene quello che sostiene prima di agire) e ad ogni modo parli con la madre con molta sincerità e tranquillità, magari facendo presente in modo assolutamente delicato che nel caso ci fosse bisogno esistono persone e strutture in grado di aiutare le famiglie che attraversono difficoltà con e per i propri figli. Quest'ultima cosa mi raccomando, la dica senza sembrare invadente o saccente. Ammesso e non concesso che ci sia bisogno di uno specialista per questa famiglia, un genitore può accogliere negativamente questa possibilità, soprattutto se detta da altri, e questo poi potrebbe generare ulteriori dissapori. Un augurio di felicità a tutti.
Gent.mo, capisco la sua difficoltà ad affrontare questa situazione, anche perchè insediati in quella casa da poco tempo e messi di fronte ai meccanismi di frustrazione ed impotenza che il pianto di un bambino attiva in noi. E' sicuramente una circostanza molto delicata, da ciò che scrive deduco che la famiglia abbia già provveduto a condurlo da specialisti, ma ovviamente la risposta della famiglia non è significativa: "dipende dal bambino" cosa significa? E' chiaro che il pianto di un bambino dipende da lui, ma in questo caso dove vanno ricercate le cause? Ai bambini capita spesso di piangere perchè è uno dei pochi meccanismi di comunicazione che hanno con l'esterno, ma è importante capire cosa ci vogliono dire. D'altronde lei non può assumersi l'onere di indagare, una famiglia è un sistema chiuso che non porta all'esterno le proprie difficoltà, soprattutto con chi conosce appena. Non dice da quanto tempo sente il pianto del bambino, di cui tra l'altro non scrive l'età, potrebbe essere un malessere passeggero che poi piano piano sparirà (coliche gassose se è un neonato ad esempio), ma nel caso dovesse protrarsi a lungo provi a suggerire ancora alla famiglia, con le dovute cautele,di procedere ad ulteriori approfondimenti medici e psicologici per valutarne le cause. Si renderà conto subito se dall'altra parte esiste questa disponibilità oppure, nel peggiore dei casi, c'è la tendenza a non volere intrusioni nel proprio privato. In bocca al lupo,
Mi sembra che lei da vicino non può fare molto, se non quello di fare presente la situazione alla famiglia. Trattandosi di un bambino il primo consulto è da chiedere al pediatra e poi alla neuropsichiatria infantile. nelle zone che hanno subito catastrofe natuali solitamente è attiva anche l'èquipe di psicologia dell'emergenza presso il DSM della ASL locale. Mostra una notevele sensibilità. Complimenti
Salve Pietro, sicuramente il bambino che piange continuamente esprime dei bisogni che non vengono soddisfatti, delle necessità di tipo esistenziale che riguardano anche le emozioni e il vissuto degli affetti e cioè la sicurezza interpersonale data dalle persone adulte che di lui hanno cura. Pur essendo sano fisicamente il pianto dei bambini manifesta sempre un forte malessere esistenziale, una richiesta di aiuto perché è il loro modo di esprimerlo. Non sono a conoscenza dell’ età del bambino ma posso pensare che questo bambino non sia accudito con amore ed affetto e, pertanto, si senta solo ed impaurito. Pertanto le consiglio di parlare ancora e tranquillamente con la madre per collaborare nel comprendere i disagi del bambino e degli adulti che lo circondano senza volere trovare il colpevole. E’ molto probabile che il bambino al quale si riferisce abbia solo bisogno di attenzioni e di comportamenti amorevoli di accettazione e di sicurezza da parte degli adulti. Cordiali saluti
Dott.ssa Maria Zampiron

Dott.ssa Maria Zampiron

Padova

La Dott.ssa Maria Zampiron offre supporto psicologico anche online

signor Pietro, buonasera. Leggendo la sua richiesta ho capito che lei e la sua famiglia avete mutato casa a causa del terremoto ma non mi è chiaro se lo stesso sia avvenuto per la famiglia del bambino che abita sotto di voi e per il quale lei esprime preoccupazione. Ipotizzando che il bimbo non abbia subito traumi dovuti al terremoto, è condivisibile la sua preoccupazione ed ammirevole che lei si interessi per il bne del bimbo. Sarebbe importante avere maggiori elementi circa la situazione che ci presenta: l'età del bimbo, il contesto familiare, le relazioni tra gli adulti e con il bambino, le modalità educative..etc... Sicuramente il pianto di un bimbo è una richiesta (di un bisogno da soddisfare, che può andare dalla fame, al dolore, al bisogno di contatto , di rassicurazione, etc..) che evidentemente non viene soddisfatta o un bisogno a cui i suoi familiari non riescono a provvedere. Se i pianti di questo bimbo la preoccupano, può provare rivolgendosi al servizio psico-sociale della sua zona, per esporre il caso, o fare una segnalazione. Saranno poi loro a decidere se raccogliere ulteriori elementi o no e come procedere. Nella duplice possibilità di errore decida lei dove rischiare: compromettere i rapporti di vicinato o lasciare un bimbo in una situazione di disagio. Spero comunque che il bimbo possa trovare accolti i propri bisogni il prima possibile ad auguro a lei di riuscire a prendere la miglior decisione. Un saluto cordiale,