Crisi di pianto

Sara

Salve, sono una mamma di 31 anni. Quest’anno mia figlia che compie 6 anni a dicembre ha iniziato la scuola prima elementare. La prima settimana con difficoltà perché al momento dell’entrata a scuola piangeva e aveva difficoltà a staccarsi. Successivamente non ha mai fatto problemi.
Ora a distanza di un mese dall’inizio appena arriviamo a scuola piange (in modo composto cercando di non farsi vedere dagli altri genitori/bimbi) si attacca a me e ripete “voglio mamma”. Così fa anche a danza a cui andava molto volentieri già L anno prima. Io lavoro come infermiera e tutte le volte che devo andare a lavoro piange, dai nonni, dalle zie, dalla cugina. Piange come una matta e ripete sempre “voglio mamma” poi si calma e si tranquillizza ma per me sta diventando un problema grosso.

Io cerco di sdrammatizzare ma ammetto che questo mi provoca molta ansia. È sempre stata attaccata a me, ma in questo periodo la cosa sta degenerando.
Ripete in continuazione “voglio mamma”. Ho provato anche a parlare: ho chiesto se erano successe situazioni che le hanno creato disagio ma lei mi continua a ripetere di no. La sua motivazione è “voglio mamma”. È veramente stressante per me ma anche e soprattutto per lei.
Quando stiamo a casa mi chiede molte volte soprattutto il pomeriggio se devo lavorare di notte. Se sto a cada e quel giorno sono di riposo si tranquillizza. Invece se le dico che la sera dovrò andare a lavoro inizia già a piangere e a disperarsi.

Che devo fare? A scuola è ovvio che deve andarci, ma a danza? Devo insistere? Devo continuare a portarcela? Sbaglio qualcosa io? Mi sento una mamma inadeguata.

7 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile Sara,

Comprendo come questa condizione può generare un senso di smarrimento e ansia, che è più che ragionevole. Mi domando se sua figlia oltre a lei ha anche un papà: in particolare sarebbe utile capire anche il suo punto di vista, poichè il disagio si presenta nel momento del distacco o della separazione da lei. Prediamo anche atto del contesto che tutti stiamo vivendo in questo periodo, mi chiedo se non vi sia una correlazione con la situazione legata al COVID-19, o con il modo di vivere interiormente sia da parte vostra di genitori sia da parte della bimba quanto sta avvenendo. Credo sia opportuno che lei e il padre (se ancora presente) prendete contatti con uno psicoterapeuta, per trovare delle modalità costruttive che aiutino voi e sopratutto la bimba a dare un significato più preciso al "voglio mamma".

Spero di aver fornito qualche spunto di riflessione.

P.S. Quando un figlio viene al mondo il genitore non ha alcun manuale di istruzioni, pertanto è un imparare giorno per giorno. Così i figli crescono con i genitori e viceversa. Eviti di sentirsi inadeguata, da mamma sta solo migliorando la sua condizione, meglio cercare di capire che tenersi le cose dentro.

Dott. Fabio Bacci Bonotti

Dott. Fabio Bacci Bonotti

Massa-Carrara

Il Dott. Fabio Bacci Bonotti offre supporto psicologico anche online

Buongiorno signora,

dalle sue parole si intuisce tutta la sua sofferenza e quanto sia preoccupata di essere una buona mamma. Dobbiamo prima di tutto considerare che per alcuni bambini il distacco dai genitori e l’inserimento alla scuola elementare può non essere così semplice. E questi sono momenti molto stressanti per i genitori. Ha fatto bene a chiedere un consiglio, ma quello che le rispondo è di contattare uno psicologo o psicoterapeuta che possa aiutarla a gestire lo stress, a comprendere quali meccanismi ci siano dietro l’ansia da separazione di sua figlia e costruire insieme le strategie migliori e più efficaci per superare questo momento difficile!

Resto a disposizione,

Dott.ssa Noemi Taddio

Cara Sara,

Sembrerebbe che sua figlia stia esprimendo una difficoltà a separarsi da lei.. sarebbe da capire come è andato il processo di separazione fino ad adesso.

il sentirsi inadeguata non aiuta, potrebbe aumentare frustrazione e generare di conseguenza il bisogno da parte della bambina di richiedere vicinanza.

sarebbe opportuno capire meglio con qualche colloquio con professionista.

il mese di ottobre mette a disposizione il primo colloquio gratuito con diversi psicologi che si sono offerti..

un saluto, resto a disposizione 

Dott.ssa Federica Piccinelli

Dott.ssa Federica Piccinelli

Lucca

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Buongiorno Sara, la questione che lei pone riguarda l'attaccamento affettivo di sua figlia nei suoi confronti. Ci vorrebbero più elementi di conoscenza per darle informazioni chiare. Vedo che lei per il lavoro infermieristico fa dei turni, anche di notte. Intanto le domanderei come la bambina vive la separazione proprio quando sa che deve andare a fare un turno notturno. Poiché va considerata la possibilità che la bambina abbia delle sue fantasie di tipo abbandonico, ogni volta che la mamma non è con lei la notte. Se tiene conto che il primo anno di scuola elementare è una prova sulla capacità di accettare la separazione, può comprendere l'ansia di sua figlia. Probabilmente non si sente abbastanza pronta. E per aiutarla è importante parlarne quando la bambina è tranquilla, raccontandole cosa fa la mamma quando non state insieme, quando lei va a lavoro, etc. A sua figlia può mancare il controllo della relazione in questi momenti, provando la paura inconscia di perderla. Pertanto provi a farsi un'idea di cosa possa pensare sua figlia delle vostre separazioni, del perché le vive con questo senso di pericolo. Si renda disponibile affinché sua figlia possa farle delle domande, in modo da rassicurarla, e da fugare le sue angosce.

Auguri,

dr.Cameriero Vittorio 

Buongiorno sarebbe il caso di indagare se c' è stato qualche episodio spiacevole per la bambina. Credo sia importante rassicurarla e magari fare un colloquio con le insegnanti per capire la situazione. Le consiglierei di rivolgersi a uno psicologo e psicoterapeuta che possa aiutarla nello stress e capire come comportarsi con sua figlia. Cordialmente dott.ssa Bonaria Peri psicologa psicoterapeuta ctp 

Dott.ssa Bonaria Peri

Dott.ssa Bonaria Peri

Massa-Carrara

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Gent.ma Sara,

la situazione appare molto stressante sia per lei che per sua figlia, ma, forse, anche per le persone che si prendono cura della bimba quando lei non c'è...

Lei Sara ha un lavoro molto importante e impegnativo, sia dal punto di vista emotivo che dal punto di vista pratico, e immagino che ulteriori difficoltà, come quella che ci descrive, possano metterla a dura prova.

Io credo che la sua bambina abbia bisogno di sentirsi maggiormente al sicuro e con la richiesta che fa dicendo "voglio mamma", io capisco che ha bisogno della sua "base sicura" (intesa come l'ha teorizzata Bowlby), ovvero del suo affetto, della sua fiducia e della relazione unica (e insostituibile) che c'è fra di voi.

Inoltre, probabilmente sua figlia è una bambina sensibile, perciò (inconsapevolmente) questa ansia nel distacco potrebbe essere il risultato di una preoccupazione che nutre nei suoi confronti: magari per la sua salute (lei lavora in ospedale?).

Ogni volta che vi preparate al "distacco", cerchi di parlarle in modo da rassicurarla sul fatto che appena lei sarà di ritorno potrete stare insieme e sul fatto che lei (mamma) è al sicuro nel suo lavoro; e, se la bambina vuole saperlo, le spieghi anche come si protegge rispetto ai contagi mentre lavora. Infine, per sdrammatizzare le racconti degli episodi (semplici e positivi) che possono accaderle sul lavoro, come piccoli aneddoti buffi: questo contribuirà a creare un sentimento di "vicinanza" in sua figlia anche quando lei non c'è.

Il 2020 è stato (e continua ad essere) un anno difficile per tutti e le conseguenze sul piano psicologico sono state serie anche se non le abbiamo ben consapevolizzate o, talvolta, neppure prese in considerazione. L'ansia manifestata dalla bambina è l'espressione di un bisogno che va visto ed accolto.

Mi verrebbe da pensare ad un percorso psicologico-psicoterapeutico che possa prendervi in carico come diade madre-figlia: sua figlia probabilmente non riesce a mettere in parole quello che sente.

Oppure, potrebbe provare con un sostegno per lei stessa Sara, magari con un percorso orientato alla genitorialità che la possa aiutare nella gestione della situazioni di separazione dalla bambina.

Sono usciti molti articoli che parlano delle conseguenze dello stress dovuto alla pandemia, soprattutto per i bambini; faccia una ricerca sul web. Anch'io, insieme a una collega, ho parlato di "riprendere insieme la vita"... (le allego il link dell'articolo di seguito se fosse interessata ad approfondire: https://www.breakoff.it/riprendere-insieme-la-vita/ ).

Riguardo alla danza cerchi di parlarne con la bambina; le dica che capisce profondamente quello che sente e provi ad insistere, ma dolcemente e con amore e comprensione, affinché porti avanti le sue attività per se stessa (questo se il motivo del rifiuto è l'ansia, diversamente trovate insieme un'attività alternativa).

Se avesse ulteriori domande o richieste inerenti a dei chiarimenti, resto a disposizione senza problemi.

Saluti cordiali,

Dott.ssa Verusca Giuntini

 

 

Buonasera gentile Sara,

dalla descrizione si sente la sua profonda vicinanza verso la figlia. Allo stesso tempo anche la sua “preoccupazione - paura” riferita a questo momento difficile che state vivendo (come singole persone, come madre e figlia).

La separazione tra lei e la bimba fino agli scorsi mesi come avveniva? È mai capitato in passato che la bimba piangesse o non volesse stare “senza” la mamma?

Essendo lei un’infermiera, a causa del Covid-19, i suoi orari lavorativi e turni di riposo hanno subito modifiche rispetto alla solita routine? Se la risposta dovesse essere positiva, come ha spiegato il periodo “momentaneamente inconsueto”? Come avveniva il vostro “saluto” al rientro dal lavoro?

Nella vostra storia di vita è mai capitato un allontanamento improvviso e prolungato?

L’ansia da separazione è presente solo verso di lei o anche verso il padre? Cosa succede al suo ricongiungimento? Se non erro, invece, durante la giornata a scuola non sono presenti momenti di pianto o tristezza.

Lei in questo periodo come si mostra di fronte alla bambina al momento della separazione? Potrebbe aver sentito qualche discorso da adulto “magari poco compreso – a causa della tenera età” e dire “non è successo niente” per paura di ferirla o perché non riesce a riformulare la frase udita?

Se già non l’ha fatto, potrebbe provare, nel momento della separazione a mostrarsi vicina ed empatica alla bambina, lasciare un vostro oggetto o comprarlo nei prossimi giorni promettendovi una frase per cui “non vi separerete mai” anche se per alcune ore non sarete nello stesso luogo.

Avete provato insieme a parlare di questa paura? A darne una risposta, provare a trovare una causa ed una possibile soluzione?

Altro consiglio è normalizzare questa emozione con la bambina e farle capire che è normale avere delle paure ma insieme potete “superarle” e capire come ritornare a sorride a 360°. Potrebbe anche portare un esempio di una sua paura durante gli anni dell’infanzia.

Le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per valutare un intervento genitoriale dove poter riformulare la problematica, ricevere aiuto per come aiutare la bambina a tollerare la separazione, capire anche il vostro stato della mente (pensieri, emozioni, ecc.) presenti prima e durante la separazione.

I bambini sono molto empatici e “captano” gli stati d’animo (ansia, paura, felicità, agitazione, ecc.) dei propri genitori.

Non se ne faccia una colpa. Lei è già stata molto attenta alla difficoltà e vicina a sua figlia; ha iniziato a porsi domande, a riflettere sulla situazione ed a trovare possibili soluzioni al vostro problema.

Le auguro di ritrovare presto un vostro equilibrio non solo in famiglia ma anche durante la separazione.

Resto disponibile per eventuali altre richieste o informazioni.

Dott.ssa Federica Ciocca

Psicologa e psicoterapeuta

Studi su Torino e provincia – consulenze e psicoterapia anche online

Dott.ssa Federica Ciocca

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Torino

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