Ho 32 anni e da un po di tempo soffro di un disturbo che penso sia attacco di panico

Giuseppe

Buongiorno, sono un ragazzo di 32 anni e da un po di tempo soffro di un disturbo che penso sia attacco di panico ma non ne sono poi così convinto. Mi capita principalmente quando devo andare da qualche parte, quando sono invitato a casa di persone a mangiare o quando entro in luoghi che non conosco. Ieri ad esempio ero invitato a pranzo da un mio collega con la mia famiglia e gia prima di andare ero molto agitato, ma quando sono entrato in casa sua mi sentivo come smarrito e spaesato e avrei voluto uscire subito, non volevo stare li, non mi sentivo a mio agio. Ho tenuto duro e alla fine sono riuscito ad ambientarmi e a rimanere. Nessuno si è accorto di nulla ma è una sensazione davvero brutta e mi capita molto spesso.Vorrei sapere di cosa si tratta, così da provare a combattere questo malessere. Grazie

17 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno, innanzitutto sarebbe da capir meglio quello che Lei definisce "attacco di panico", cosa prova quando succede, non solo a livello di emozioni, comportamenti e sensazioni, ma anche a livello corporeo in quanto l'attacco di panico da DSM ha manifestazioni fisiche evidenti. Cercherei, inoltre, di capire le situazioni specifiche in cui queste difficoltà si propongono per valutare insieme se ci sono dei fattori comuni e/o scatenanti. Può non essere un attacco di panico questo malessere che Lei descrive, sarebbe da indagare e valutare meglio insieme alla sua collaborazione. I dati che lei descrive io personalmente non li etichetterei come sintomi di attacco di panico, ma non ci sono sufficienti informazioni. Spero di esserLe stata di aiuto, Cordialmente
Sicuramente quello che ti è capitato è un attacco d'ansia che più avanti può trasformarsi in attacco di panico vero e proprio. Ti consiglio di farti dare dal tuo medico di famiglia delle gocce per queste occasioni e ti consiglio di intraprendere una terapia psicologica dove puoi parlare di questo problema, non tenertelo dentro perchè peggiora la situazione.
Buongiorno Giuseppe, quello che lei descrive è un disturbo d'ansia che generalmente si accompagna gli attacchi di panico. Dai sintomi che lei descrive, tuttavia, non è possibile confermare la sua diagnosi anche se sembrerebbe verosimile. Ogni tentativo che lei fa per evitare le situazioni e i pensieri che scatenano le sue ansie, in realtà, anzichè aiutarla, la preparano all'attacco di panico. Si tratta di ansia anticipatoria che si sfoga nella realizzazione della situazione temuta.L'attacco di panico le dà conferma sul fatto che certe situazioni scatenano il disagio così da confermale la sua idea disfunzionale circa la natura e la manifestazione dei disturbi. Si innesca così un circolo vizioso in cui ogni tentativo di evitare le situazioni temute non solo non la aiutano, ma addirittura potrebbero aggravare il suo disturbo. Capisco pefettamente il suo disagio nello stare in mezzo alle persone mentre fa finta di nulla ma in realtà soffre terribilmente. Cercare di resistere alla voglia di scappare e sperare che passi, lì per lì la aiuta, ma non risolve il suo problema. Le posso suggerire un percorso psicologico volto ad una spiegazione più specifica dei processi psicofisiologici qui sopra descritti, abbinata ad un intervento psicoeducativo di tecniche specifiche da utilizzare nella vita di tutti i giorni. Nella maggior parte dei casi si ottengono ottimi risultati. Le auguro buone cose, saluti
Il Disturbo di Panico con o senza Agorafobia è tra i disturbi d'ansia più comuni . Chi ha sperimentato anche un solo attacco lo descrive come un’esperienza terribile, spesso improvvisa ed inaspettata. Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM -IV-TR) descrive le caratteristiche di un Attacco di Panico come segue. Un periodo preciso di paura o disagio intensi, durante il quale quattro o più dei seguenti sintomi si sono sviluppati improvvisamente ed hanno raggiunto il picco nel giro di 10 minuti: 1. palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia 2. sudorazione 3. tremori fini o a grandi scosse 4. dispnea o sensazione di soffocamento 5. sensazione di asfissia 6. dolore o fastidio al petto 7. nausea o disturbi addominali 8. sensazioni di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di svenimento 9. derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere staccati da se stessi) 10. paura di perdere il controllo o di impazzire 11. paura di morire 12. parestesie (sensazioni di torpore o formicolio) 13. brividi o vampate di calore Come si può facilmente intuire leggendo sopra, questa catena di sintomi generano inevitabilmente la paura di poter avere un nuovo attacco. Il singolo episodio, quindi, sfocia facilmente in un vero e proprio disturbo di panico, principalmente per "paura della paura". Quando, infatti, gli attacchi sono ricorrenti e ad essi segue un mese o più di preoccupazioni persistenti di avere altri attacchi, e di andare incontro a conseguenze sfavorevoli ( come paura di impazzire, di avere un attacco cardiaco ecc) accompagnate da una significativa alterazione del comportamento (l’impossibilità di uscire di casa da soli, viaggiare in treno, autobus o guidare l’auto, stare in mezzo alla folla o in coda, ecc), si può parlare di vero e proprio disturbo di panico. Chi ne soffre è dunque costretto a far fronte a questa emergenza attraverso strategie specifiche che in genere si suddividono in due tipologie: - Comportamenti di Evitamento (evitare luoghi chiusi, non usare la macchina o mezzi pubblici, evitare sforzi fisici) - Comportamenti Protettivi (uscire solo se accompagnati, portarsi dietro i farmaci, controllare le vie d’uscita) La persona si trova rapidamente intrappolata in un tremendo circolo vizioso dove la qualità della vita sarà notevolmente compromessa. Come intervenire? Come prima cosa occorre far luce sul problema cercando di individuare quali sono gli elementi che mantengono e alimentano il circolo vizioso: fattori scatenanti, minaccia percepita, sintomi somatici e cognitivi, interpretazioni che attribuisco a tali sintomi e infine quali sono i comportamenti di evitamento e protettivi messi in atto. E' importante rcostruire il circolo vizioso in cui ci si sente intrappolati. Fare maggior chiarezza sul disturbo, comporta già talvolta un miglioramento della sintomatologia. E'importante prestare attenzione agli aspetti emotivi al fine di favorire una lettura diversa alla loro attivazione (e non "mi sta succedendo qualcosa di brutto!!" o "oddio ora tutti vedranno che non sto bene"!) e nel contempo riconoscere e collegare le emozioni ai contesti relazionali.
Gentile utente... dalla sua richiesta deduco come non sia facile per lei dover fronteggiare la presenza di alcuni sintomi che irrompono improvvisamente nella sua vita. Dalle poche informazioni che ha fornito a riguardo non si può azzardare una diagnosi, anche se probabilmente l'entità dei sintomi che lei descrive sembrano non indirizzare, al momento, verso un vero e proprio disturbo di panico, il quale è caratterizzato nella sua molteplicità di sensazioni soprattutto da sensazioni di soffocamento, paura di una catastrofe imminente ed intensa apprensione unita ad un forte terrore. Attualmente le consiglierei di pensare di intraprendere un percorso psicologico che la aiuti a comprendere eventuali cause legate all'esordio di questo malessere e ad apprendere strategie adatte a ridurre la sua "ansia". Sperando di essere stata utile, la saluto cordialmente.
buongiorno Giuseppe. Naturalmente dovrei conoscerla di persona per dire con più esattezza di che natura sia il suo disturbo, ma posso dire che si tratti di un sintomo di un'ansia che va indagata, capita e trattata. Le sarebbe molto utile un colloquio con un professionista psicoterapeuta esperto nei disturbi d'ansia. mi ricontatti pure se vuole. Intanto le auguro una buona giornata
Gentile utente, il primo passo è una diagnosi certa, per poi strutturare interventi altrettanto precisi e mirati. Si rivolga ad uno psichiatra per fare valutare in modo approfondito (anche attraverso esami mirati) il suo disagio. Cordialmente
Caro Giuseppe, il disturbo che riporti rientra sicuramente nei disturbi d'ansia, anche se non si può parlare in maniera specifica di attacco di panico. Da quanto affermi si potrebbe ipotizzare una possibile fobia sociale. Ti consiglio di non sottovalutare la cosa, come spieghi può portarti a sperimentare forti livelli di sofferenza e, a lungo andare, limitarti nelle tue relazioni sociali, spingendoti all'isolamento. Soprattutto perchè se trascuri questi segnali che il tuo corpo e la tua mente ti mandano, a lungo andare potresti non riuscire più a controllarti, e avere delle reazioni che risulterebbero invece visibili anche agli altri, oppure addirittura fuggire dalle situazioni in modo per gli altri incomprensibile. Ti consiglio di provare a rivolgerti ad uno psicologo esperto nella tua zona, sicuramente ti potrà aiutare a fare chiarezza sulle cause del tuo disturbo e potrà darti degli utili consigli per gestirlo laddove si riproponga. Spero di esserti stata d'aiuto.
Dott.ssa Gloria Baisini

Dott.ssa Gloria Baisini

Brescia

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Gentile ragazzo, in tale contesto non è possibile fare una diagnosi, date anche le poche informazioni a disposizione. Da come lei descrive il suo malessere potrebbe non trattarsi di un vero e proprio attacco di panico, ma di uno stato ansioso che può emergere per una moltitudine di fattori che andrebbero indagati di persona. E' importante capire da quanto ne soffre, se c'è stato qualche evento particolare che crede possa aver influito sulla sua sintomatologia, i pensieri che fa, ecc. Le consiglio di richiedere una consulenza ad uno psicologo per indagare tali questioni e trovare la strategia più idonea per superare la paura. Sinceri saluti
Gentile utente, l'agitazione, il desiderio di andar via e anche il sentirsi spaesati depongono per un lieve attacco di panico, anche se mancano i classici sintomi della tachicardia, del respiro difficoltoso, della paura di morire. Gli attacchi d'ansia riconoscono in genere delle motivazioni inconsce che devono essere superate perchè i sintomi diminuiscano o cessino. Le consiglio perciò di rivolgersi a uno psicoterapeuta. La Terapia Strategica Breve ha elaborato specifici protocolli per l'ansia che funzionano molto bene, spesso però essi vanno utilizzati appositamente per le problematiche inconsce di cui le parlavo o queste problematiche vanno comunque affrontate.
Dott.ssa Valentina Sciubba

Dott.ssa Valentina Sciubba

Roma

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Salve Sig. Giuseppe, il vissuto che descrive potrebbe rientrare in quadro di personalità di tipo ansioso con sintomi di disagio e di smarrimento in situazioni nuove o inaspettate. Questa sintomatologia richiede necessariamente una lettura all'interno di un contesto psicoterapico che le consiglio di intraprendere.
Buongiorno Giuseppe, il disturbo che le capita sembra circoscritto a luoghi che non conosce ed ad ambienti relazionali in cui si trova a disagio in quanto non famialiri ma spaesanti. Si tratta di crisi d'ansia che, se trascurato, potrebbe evolvere in attacchi di panico o in problematiche analoghe. Per una trattazione più ampia di questi argomenti, mi permetto di consigliarle il mio libro "Senza confini. Considerazioni psicoanalitiche sulle crisi di panico" (edizioni Franco Angeli, Milano). Le propongo un appuntamento conoscitivo gratuito, presso il mio studio sito in Como. Cordiali saluti,
Buongiorno Giuseppe, ritengo che il suo caso possa rientrare nei c.d. “disturbi d‘ansia” in cui possono verificarsi attacchi di panico ed anche una certa fobia sociale. Chiaramente questi sono sintomi e disturbi che vanno verificati raccogliendo anche dati anamnestici relativi alla persona interessata a colloquio con un professionista. Le consiglio pertanto di consultare uno psicologo/a con cui intraprendere una terapia di tipo cognitivo-comportamentale. Le faccio i miei auguri e La saluto cordialmente.
Ciao Giuseppe, quello che tu descrivi non può configurarsi come un attacco di panico(i sintomi che descriveresti sarebbero ben diversi), tuttavia posso dirti che la sensazione da te descritta potrebbe essere un attacco di ansia, una sensazione generalizzata di allarme e di malessere, che si registra nelle situazione a te sconosciute, non note,e per le quali probabilmente non sai bene cosa aspettarti. Potrebbe esserti utile consultare un terapeuta che possa aiutarti a superare tale disagio.
Dott.ssa Annalisa Sammaciccio

Dott.ssa Annalisa Sammaciccio

Padova

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Caro Giuseppe, quello che descrivi mi sembra un disturbo d'ansia, ma prima di parlare di attacco di panico vero e proprio mi sembrerebbe meglio approfondire quello che hai riportato. L'attacco di panico può comportare una crisi d'ansia inaspettata che poi si impara a riconoscere e spesso ricorre in situazioni simili tra loro, può portare sensazioni di costrizione e disagio in cui ci sentiamo molto male. Capisco che siano brutte le sensazioni che provi e che questo non ti permetta di sentirti a tuo agio nella quotidianità. Se vuoi puoi chiamarmi anche solo per un confronto, mi trovi nelle ore pasti o se mi lasci un messaggio ti richiamo in giornata. Io ricevo ad Erba(CO). Per ora ti mando un abbraccio, per qualunque informazione chiama pure.
caro Giuseppe, mi pare di capire che la tua ansia si manifesta soprattutto in contesti sociali (andare a pranzo con altre persone) o luoghi che non conosci, non familiari; potrebbe trattarsi di una forma di fobia sociale se però l'ansia che descrivi è anche accompagnata dal timore di ricevere giudizi negativi, essere considerato ridicolo, incapace...(di cui però non parli); al di la della diagnosi che non potrebbe essere corretta in quanto mancano alcuni elementi prova a pensare cosa può essere successo a cavallo dell'esordio di questo malessere. sappi che dietro l'ansia ci sono sempre emozioni che per diversi motivi non ascoltiamo, quindi l'ansia e il malessere sono un campanello d'allarme psichico: occorre fermarsi e cogliere il messaggio che la psiche ci invia,magari con l'aiuto di uno psicoterapeuta.

Buondì Giuseppe,

ho letto la sua domanda. A me viene da dirle che al di là di una diagnosi, che sarebbe opportuno fare dopo essersi conosciuti e dopo aver ben compreso la situazione, posso sottolinearle che c’è un vissuto di ansia importante cioè che le rende faticoso vivere alcune circostanze. Credo che sarebbe utile, intanto capire un po’ meglio cosa scatena questa ansia, e poi trovare delle strategie per gestirla e quindi risolverla. L’ansia può essere gestita, si può trovare cioè un modo per affrontarla e vivere in modo più sereno.

Dott.ssa Cathia Aldeghi

Dott.ssa Cathia Aldeghi

Como

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