Sono preoccupata per come l'ansia del mio compagno prenda piede ogni giorno

anna

Buona sera, sono Anna e scrivo perché sono preoccupata per come l'ansia del mio compagno prenda piede ogni giorno... E' partito tutto all'improvviso,tempo fa mi aveva parlato di un episodio accaduto nella sua infanzia...(la sua famiglia è soggetta a svenimenti)era piccolo e dopo una lunga pedalata in bicicletta dallo sforzo si è sentito il cuore pompare fortissimo e poi svenire...quell'episodio lo condiziona tutt'ora,io non lo vedo cosi da tempo..anzi l'ho conosciuto attivo e fiero di sè..ora sembra molto insicuro e pauroso verso le novità..da un qualche mese a questa parte ha iniziato ad avere attacchi di panico,dovuti a non si sa bene cosa,non vuole prendere i autotrasporti perchè non è lui che li guida manco parlarne di prendere un aereo per viaggiare..ma anche a recarsi al corso che frequenta con il tram.è capitato che quando eravamo a fare una passeggiata in mezzo alla gente si sentisse come un peso nel petto,nausea,mal di pancia,mal di testa forte e quindi fatica a respirare..la sua paura più grande è stare mare in pubblico quindi non riuscire a controllarlo...lui automaticamente quando sente un sintomo pensa al peggio..lui sembra sicuro quando sa di essere in un posto che conosce bene,come casa sua o un locale dove si sente sicuro appunto...io gli sto vicino come posso e cerco di essere sempre comprensiva..ma vorrei spingerlo a cercare di voler veramente a riuscire a convincersi a fare qualcosa...credo che più avanti si andrà più la cosa diventi cronica..oppure smetterà e dopo degli anni ricomincerà..io non posso saperlo,so solo che voglio vederlo sereno e non preoccuparsi di prendere un tram,o aver paura di fare un viaggio con me perché non ha mai visto il posto...

10 risposte degli esperti per questa domanda

Salve Anna, per chiedere aiuto il tuo fidanzato dovrebbe arrivare a sentire lo stato di ansia che sta vivendo come un problema, altrimenti è difficile che spontaneamente possa rivolgersi ad un professionista. Magari potreste provare ad andare insieme, oppure puoi iniziare ad andare tu, perchè senti questa sua ansia come limitante e problematica per te e la tua vita e poi pian piano coinvolgere anche lui. Sai, esistono delle Associazioni che organizzano dei corsi molto interessanti su come gestire l'ansia, potresti cercare nella tua zona ed andarci insieme. Buona fortuna.
Cara Anna, la tua intuizione è corretta: se il tuo compagno continua ad ignorare i sintomi peggiorerà, poichè questo è l'esito quando non ci si cura da una malattia. Il tuo compagno dovrebbe cominciare a cercare un terapeuta per i suoi disturbi poichè niente passa, se non lo si affronta. Distinti saluti.
Le consiglio di insistere col suo compagno perchè inizi un percorso con uno psicoterapeuta, prima che l'ansia diventi sempre meno gestibile. Cordialmente
Gli manifesti la sua sincera preoccupazione e lo inviti a provare ad andare da uno professionista. Spesso adesso i professionisti fanno il primo colloquio gratuito, punti su questo per far leva sul suo compagno. Di solito poi se ci si è trovati bene ci si torna, però all'inizio è dura riconoscersi un problema. In bocca al lupo
Dott.ssa Elisa Fedriga

Dott.ssa Elisa Fedriga

Brescia

La Dott.ssa Elisa Fedriga offre supporto psicologico anche online

Cara Anna, i sintomi che lei descrive sembrano corrispondere chiaramente a un disturbo di attacchi di panico ocn agorafobia. Il disturbo è ben conosciuto e curabile, soprattutto con un approccio cognitivo comportamentale.Io consiglio al suo compagno di rivolgersi a uncollega della sua zona, con grande tranquillità e fiducia, poichè si tratta di un distrubo tanto invalidante e preoccupante per la persona che ne soffre, quanto relativamente facile da affrontare dal punto di vista terapeuttco. Faccio a lei e al suo compagno i mieir auguri più cari.
Salve Anna, capisco il suo spaesamento e il suo timore. Non sa gestire l'ansia del suo compagno perchè anche lui sembra essere colto a sorpresa dall'ansia stessa. Tra l'altro si presenta spesso e volentieri in ambienti pubblici e poco conosciuti. Tutto questo comporta una chiusura verso l'esterno per lui ed evidentemente anche per lei. Che fare? Sarebbe interessante capire se questi svenimenti in famiglia derivino da qualcosa di fisico, se quand'era piccolo qualcuno della sua famiglia è svenuto portando una conseguenza (anche solo psicologica "pesante") sugli altri membri della famiglia e sul suo compagno, rendendo insicura la famiglia e, in un certo senso, facendola sentire in pericolo. Ad esempio se sua "suocera" sveniva, come si sentiva suo "suocero" nei confronti di sua moglie, di se stesso e del figlio/i (suo compagno)? Che faceva? E se sveniva suo suocero, che faceva sua suocera? Quando e dove svenivano? Da che cosa si sottraevano? Lancio lì delle domande perchè possa fare delle riflessioni per aumentare la sua conoscenza-sicurezza.
Cara Anna, sembra che il suo fidanzato soffra di attacchi di panico; lasciando perdere le origini di tale sintomatologia (che verrebbero fuori solo dopo un adeguato percorso terapeutico) la soluzione a tale problema è l'esposizione agli eventi temuti. E' tipico di chi soffre di questo sintomo EVITARE tutto ciò che li spaventa, e tale comportamento non fa che alimentare ulteriormente i timori e le incertezze di poter affrontare ciò che si teme. Un approccio terapeutico molto mirato alla cura degli attacchi di panico è la terapia cognitivo-comportamentale, per cui le suggerirei di trovare qualche terapeuta specializzato in tale indirizzo e condividere con il suo fidanzato l'idea di iniziare un percorso strategico per risollevarsi dalla sofferenza che sta vivendo... proprio questo sarebbe il punto cruciale: valutate insieme quanto gli pesa questo sintomo e cosa potrebbe guadagnare se lo sconfiggesse. In bocca al lupo!
Buongiorno, la situazione da lei descritta mi fa pensare a una probabile presenza di fobia sociale, accompagnata da attacchi di panico. Sicuramente c'è qualcosa, anche se non palese, che ha scatenato la reazioni ansiose in lui, forse un fatto accadutogli o una situazione stressante a cui è sottoposto. Le consiglio di provare a convincere il suo ragazzo a intraprendere un percorso psicologico, che lo aiuti a comprendere a fondo le cause del suo malessere e, quindi, gli fornisca gli strumenti necessari per contenere i questi sintomi, che a lungo andare sì, possono divenire davvero invalidanti, in quanto vanno ad incidere negativamente sulla sfera sociale. E' possibile richiedere al medico di base dei farmaci che contengano l'ansia, oppure, se si preferisce, si può ricorrere ai fiori di bach, che sono un rimedio più naturale. Spero di esserle stata d'aiuto.
Dott.ssa Gloria Baisini

Dott.ssa Gloria Baisini

Brescia

La Dott.ssa Gloria Baisini offre supporto psicologico anche online

Ritengo necessario che il Suo compagno intraprenda un percorso psicologico, gli evitamenti tendono ad aumentare di solito. Questa, però, può essere solo una sua decisione. Saluti,
Cara Anna, molto probabilmente nel tuo ragazzo rievocare l'episodio di quando era bambino ha rimesso in moto certi 'antichi' vissuti ed emozioni che - invece - fino ad allora aveva 'rimosso' ma senza una adeguata elaborazione psichica che gli facesse superare l'angoscia vissuta in quei momenti problematici e di forte paura! Ora quei ricordi hanno scatenato alcuni sintomi e somatizzazioni che andrebbero approfonditi ed analizzati per poterli capire e gestire in modo adeguato. Quindi il consiglio che posso fornirti é quello di convincere il tuo ragazzo a richiedere una psicoterapia (anche presso l'ASL) al più presto proprio al fine di non far 'cronicizzare' la sindrome di attacchi di panico da te descritta. Faccio gli auguri ad entrambi e ti saluto cordialmente.