Gentile Anna,
innanzitutto vorrei esprimerle la mia sincera vicinanza per la perdita di suo padre..
Il ruolo centrale che ha avuto suo padre nella sua vita e la simbiosi nel vostro rapporto parlano di un legame profondo, affettuoso e totalizzante. La sua sofferenza è comprensibile e merita spazio e ascolto.
Quando si perde una figura così importante, è naturale sentirsi disorientati, soli, e persino “svuotati”. Soprattutto dopo un lungo periodo di accudimento amorevole, in cui si è presa cura di suo padre in modo totalizzzante, perdendo di vista se stessa ed i suoi stessi bisogni..
Anche se le sue figlie le sono state vicine dopo la perdita di suo padre, questo tipo di dolore può far sentire comunque molto soli. E questo non è segno di debolezza, ma del fatto che il lutto ha un impatto psicologico profondo, diverso per ognuno.
Se non ha la possibilità economica per un percorso terapeutico a pagamento, vorrei segnalarle alcune strutture gratuite che potrebbero esserle d’aiuto, come sportelli psicologici gratuiti presso i Consultori Familiari del suo territorio (ASL/ATS) e Associazioni di supporto al lutto che offrono gruppi di auto-mutuo-aiuto (alcuni anche online).
Potrebbe nel frattempo aiutarla prendersi dei piccoli spazi per sé e, se se la sente, tenere un diario in cui scrivere ciò che prova e dove condividere i suoi ricordi. Il dolore non va forzato a passare, ma può essere accolto e attraversato, fino a trasformarsi, col tempo, in un ricordo che, pur nella malinconia, possa diventare delicato e confortante.
Un caro saluto,
Katia Romano