Perdita memoria dopo grave lutto

Marta

Gentili Dottori, scrivo per avere un consulto sulla situazione che si trova a vivere mio padre e di conseguenza io che sono sua figlia e mia madre, da ormai poco più di 15 giorni. Riassumo in breve la nostra storia. Eravamo una famiglia normalissima, che vive ancora sotto lo stesso tetto, unitissima, abituata a fare tutto insieme e composta da mio padre (71 anni), mia madre (67), mia sorella (39) ed io (35). Eravamo perché a dicembre la nostra famiglia ha iniziato a sgretolarsi. A dicembre a seguito di alcuni malesseri (nemmeno importanti) mia sorella viene sottoposta a degli accertamenti che evidenziano un tumore metastatico al IV stadio, fino a quel momento era sempre stata bene, una ragazza che non ha mai bevuto, fumato. La sua vita era stare in casa con i miei genitori, lavorare, leggere. Mio padre orgogliosissimo di lei, che finalmente aveva trovato un lavoro fisso e una certa serenità dopo anni tribolati. L'accompagnava tutti i giorni all'autobus, per sottolinearLe l'attaccamento che avevano.... sono anche molto simili di carattere, emotivi, sensibili... Dal primo esame che ha evidenziato noduli sospetti, mio padre (persona emotiva all'ennesima potenza) è sprofondato nella disperazione, da subito è stato negativo e da subito ha iniziato a piangere quotidianamente, disperarsi, aveva dolori al petto costanti dall'ansia, insonnia severa ecc. E già dalla prima ecografia "brutta" di mia sorella, lui ha iniziato a tenere a bada l'ansia con benzodiazepine (svariate molecole). Io sono contro ma se una persona sta male non la si può lasciare così. Mia sorella, con una diagnosi (arrivata poi a gennaio) del genere sulle spalle, consolava mio padre, era lei che cercava di tirare su lui. Il 20 febbraio vedendo che mio papà da quasi 2 mesi non riusciva a sbloccarsi e a stare meglio, lo abbiamo convinto a farsi prescrivere un antidepressivo (citolapram 20 mg) perchè già in passato a seguito di stress simili per sua madre aveva avuto 2 episodi depressivi. Anche mia sorella ne ha sofferto, c'è una certa famigliarità. Grazie al minimo effetto dell'antidepressivo e al fatto che io e mia madre ogni giorno abbiamo tentato di trasmettergli positività e fiducia nelle cure, poco poco si notava qualche miglioramento ed è tornato piano piano a sorridere (non ridere come suo solito) ma ad accennare qualche sorriso, seminare le patate nell'orto e dormire qualche ora (anche grazie all'affiancamento di 75 mg di trittico). Inaspettatamente però la situazione di mia sorella è degenerata in pochissimo tempo, dalla sospensione della 3° chemio, fino al ricovero, e in una settimana se n'è andata a soli 40 anni. Inutile dirle che è stato uno shock, un trauma inenarrabile, gli ultimi 2 giorni sono andata con lui in ospedale a trovarla perché lei stava peggiorando, perdendo piano piano la lucidità fino al coma. Fino ad allora non lo avevamo mai portato per non traumatizzarlo, da sempre l'ospedale gli crea un grande stato di agitazione, figuriamoci quel reparto e sua figlia ricoverata per quel tipo di patologia. Non so cosa possa aver scatenato in lui vederla così. I giorni dopo sono stati allucinanti ma mio padre, non so se si rendeva bene conto, aveva smesso di piangere e di disperarsi. Probabilmente non riusciva a razionalizzare quello che era accaduto, tutti i parenti vicini, l'essere indaffarati a sbrigare le pratiche burocratiche... non c'era il tempo di pensare, siamo stati travolti, in 3 mesi la nostra vita era stata stravolta. Dopo alcuni giorni dalla sepoltura, momento terribile, mio padre, da un giorno all'altro, ha cominciato a dimenticare un sacco di cose (saprei dire il giorno del calendario, 15 gg fa). Tutta la malattia di mia sorella, il ricovero, gli ultimi giorni, il funerale. Non solo, una perdita di memoria sia a breve che a lungo termine. Poi ha iniziato a dire che non sapeva cose che sapeva a menadito fino al giorno prima. Non sapeva più chi era il suo dottore, i soldi che ha in banca, le medicine che deve prendere e su cui è stato sempre preciso, fa dei momenti dove la confusione è tale da scordarsi in che mese siamo, ha dubbi su tante cose. Devo dire che poi su quasi tutto poi ci arriva autonomamente dopo poco (quando non è agitato), però spesso il giorno dopo ha stessi dubbi o defaillances. A volte sembra una grande insicurezza, mentre altre cose sembra averle cancellate/eliminate. Io dubito che una malattia degenerativa (alzheimer, demenza senile) inizi da un giorno all'altro, una settimana dopo la sepoltura della persona più cara nella propria vita, casualmente dopo uno shock terribile di questa entità, ma io mi affido a voi e alla vostra esperienza. E soprattutto che la memoria persa riguardi già così tante cose (nuove, più vecchie, eventi, informazioni). Da quel che so sono patologie ad esordio lento e subdolo, così si legge dappertutto. Può invece insorgere da un momento all'altro? Può averla scatenata o anticipata questo momento difficile? O si tratta di amnesie dovute allo stress e alla depressione che ha avuto per 4 mesi (e che continua anche se in modo diverso) e la fatica nel metabolizzare tutto? Non ha nessun problema a guidare o andare a far metano, o a fare i conti (ho provato a fargli sottrarre 7 da 100 al contrario e non ha mai sbagliato). E' un deficit importante che colpisce la memoria generale (che va e viene) e relativa alla vicenda di mia sorella (di cui ha cancellato quasi tutto il percorso di malattia). Spesso ci chiede perché è morta e cosa aveva, quando ci rimuginava su tutti i giorni fino a 15 gg fa e sapeva ogni dettaglio. Ogni giorno piange, seppur un po' meno di prima, appena le viene in mente e ripete in loop le stesse frasi "Povera la mia Elena, le volevo bene, era brava, mi diceva "papino", questo era il suo posto (indicando la sua sedia), siamo stati sfortunati in tutto ecc". Mi si spacca il cuore a sentirlo così. Lui ogni tanto dice che sta bene, poi dice che sta male, ma si esaurisce e si logora ancora pensando sempre queste cose. Non è più lui e lo capisco, mi stupirei del contrario. Gli è successa la cosa più brutta che possa accadere ad un genitore, in un modo che facciamo fatica a comprendere, con una velocità disarmante. Lui non si farà ma visitare perché dice che lo vogliamo far passare da matto, a volte è lui stesso a dire "sono fuori di testa" o "mi tornerà la memoria?" ma appena siamo noi a evidenziare il suo problema parte sulla difensiva dicendo che lui non ha niente e quelle cose non le se sapeva non è che non se le ricorda. Non si fida della nostra parola. Credo faccia parte anche questo dell'esaurimento perché già in passato inizialmente non voleva fare la cura e diceva che ne avevamo bisogno noi, non lui. E' diffidente e poco collaborativo da sempre. LA MENTE PUO' FARE QUESTI SCHERZI? E' depressione, stress post traumatico, amnesia dissociativa generalizzata? Può essere un effetto collaterale della terapia (citalopram+trittico) o un'eventuale interferenza con terapie per ipertensione e ipertiroidismo? Ho pensato anche che in questi 3 mesi possa aver esagerato con le benzodiazepine ma 3 mesi non mi sembrano un'eternità, oppure che abbia preso male gli antidepressivi (interrotti, presi a caso) e che sia andato un po' in tilt. Soffre di ipertensione ed è ipertiroideo ma per entrambe le cose prende la pastiglietta. Nei giorni scorsi lo abbiamo portato a fare ecocolordoppler TSA ma c'è scritto "placche sottili non stenosanti" quindi sembra che non ci sia niente a livello di occlusione carotidi. Io rivorrei solo mio papà, quello con cui potevo parlare di tutto fino a pochi giorni fa. Non lo riconosco più e sto male. In attesa di un cortese riscontro porgo cordiali saluti Marta

5 risposte degli esperti per questa domanda

Salve Marta, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

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Buongiorno Marta, sono per gli eventi successi e  capisco quanto possa essere difficile convivere con questa situazione. Credo sia importante per lei richiedere consulenza psicologica  per cogliere i particolari e affrontare  pensieri e ed emozioni , inoltre sarebbe utile  evitare che la situazione possa peggiorare.
Credo che una psicoterapia individuale possa aiutarla ad acquisire il  benessere psicologico desiderato.
Cordiali saluti 

Dott.ssa Bonaria Peri 

Studio: centro direzionale Olidor 

Via degli Oliveti 110 - Marina di Massa (MS)

Dott.ssa Bonaria Peri

Dott.ssa Bonaria Peri

Massa-Carrara

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Gentile Marta, 

Le porgo anzitutto le mie condoglianze più sincere per la sua perdita.

Il mio è un consiglio, (potrebbe essere un disturbo post traumatico da stress, ma anche no! ) Perchè una eco ? Dovrebbe far fare a suo padre una risonanza dell'encefalo con mdc per vedere se ci sono importanti stroke. Se è negativa può rivolgersi ad uno psicoterapeuta. 

Auguri

Cara Marta, 

Oltre a farlo vedere da uno specialista per sistemare la cura, penso, come giustamente ha affermato, che sia una concomitanza di fattori a causare la semi perdita temporanea della memoria. L'elaborazione del lutto per la scomparsa di sua sorella deve aver peggiorato la sua situazione. Parliamo di un uomo che aveva già avuto episodi depressivi e ansiogeni. Io direi che si tratta di un disturbo post traumatico. A volte la mente per non provare dolore si difende in questo e altri modi. Non credo che ci sia un principio di malattie degenerative come la demenza o l'Alzheimer, tuttavia  fatelo vedere da un neurologo. Io credo che suo padre debba avere il tempo per metabolizzare questo lutto tremendo, i genitori non dovrebbero sopravvivere ai figli, ma talvolta accade. Tutti in famiglia avete necessità di stabilire un nuovo equilibrio ora che sua sorella non c'è più, ma anche lei Marta e la sua mamma avete bisogno di elaborare la scomparsa di sua sorella, ma suo padre ha incominciato ad avere sintomi come se avesse bisogno di attenzione e di aiuto da parte vostra. Suo padre ha solo 71 anni, è giovane, dategli un po' di tempo, cercate di stargli vicine senza metterlo in difficoltà e se lui decida potrebbe parlare con uno psicoterapeuta che lo aiuti ad elaborare questo dolore. Parlare con qualcuno fa sempre bene. Spero di averla rassicurata un pochino. Buona serata

Dott.ssa Loredana Massaro

Dott.ssa Loredana Massaro

Roma

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Buon giorno Marta, mi dispiace se le rispondo solo ora, ma non avevo visto il suo messaggio. Non so se nel frattempo avete già intrapreso dei percorsi di sostegno psicologico per suo padre e per voi familiari. Le perdite di memoria possono essere dovute al dolore profondo che suo padre , lei e sua madre state provando. Io le consiglierei di fare un lavoro familiare con un psicoterapeuta familiare, poichè suo padre, sapendo di fare un lavoro con voi, potrebbe essere più disponibile a chiedere aiuto e perchè anche lei e sua madre potreste avere bisogno di un sostegno. Infatti, non avete potuto occuparvi del vostro dolore, dovendo concentrarvi su di lui, ma credo anche che voi due vi stiate logorando, per seguire lui e nell'affrontare il dolore che state provando.

Per l'esclusione di eventuali problematiche organiche, chieda al medico di base di suo padre quali potrebbero essere gli esami da fare.

Sono a disposizione per una consulenza psicologica familiare, anche on line. La vostra famiglia ha bisogno di un sostegno congiunto.

Arrivederci

Chiara Moretti

Dott.ssa Chiara Moretti

Dott.ssa Chiara Moretti

Venezia

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