Da circa 8 anni soffro di disturbi alimentari

Greta

Mi chiamo Greta, ho 25 anni e da circa 8 anni soffro di disturbi alimentari. E' molto difficile riassumere la mia storia in poche righe, ma tutto è iniziato con una semplice dieta alle superiori per perdere qualche chilo. Da lì poi la ricaduta nelle abbuffate, che mi accompagnano da sempre, in un circolo vizioso senza fine. In questi ultimi anni pensavo di aver trovato il mio equilibrio, mi sono appassionata sempre più al fitness e all'alimentazione corretta, ma forse proprio tutto questo ha scatenato in me delle abbuffate sempre più violente. Ora mi capita anche di abbuffarmi per una settimana intera, mi sento male psicologicamente e fisicamente ma allo stesso tempo non riesco a fermarmi. Ancora mi chiedo da cosa dipenda tutto questo, sono una normalissima ragazza, sono laureata in lingue e sto proseguendo gli studi per conseguire la laurea magistrale, ma ho un senso di inadeguatezza che non mi abbandona mai, specialmente ora che sto riprendendo peso a causa di queste abbuffate. Vorrei chiedervi un aiuto per uscire da questo incubo, anche solo un consiglio, ne ho davvero bisogno. Grazie della disponibilità.

11 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno Greta,

il rapporto che abbiamo con l'alimentazione è influenzato da moltissimi fattori, alcuni psicologici-emotivi, altri che riferiscono alle abitudini, allo stile di vita, ed altri ancora a meccanismi fisiologici ed organici. La conoscenza di tutti questi aspetti può aiutare a comprendere meglio quale sia il proprio "tallone d'achille" e capire come porvi rimedio. Questo però può avvenire soltanto all'interno di un apposito contesto terapeutico e psicologico. Non è possibile dare consigli a priori senza comprendere le motivazioni di fondo che ci portano a certi comportamenti alimentari.

Mi occupo nello specifico di queste problematiche e di supporto alle diete e al ripristino di una sana alimentazione, attraverso le strategie terapeutiche cognitivo comportamentali. Moltissime persone, pur non avendo passati traumatici o grandi difficoltà personali o familiari, si trovano a doversi confrontare con un disequilibrio a livello nutrizionale, causato proprio da modalità inconsapevoli di rapportarsi al cibo. 

Se desideri approfondire la questione e darti la possibilità di prenderti meglio cura di te stessa e del tuo stato psicofisico, mi trovi disponibile a darti maggiori informazioni riguardo ai percorsi psicologici che offro.

Contattami pure senza impegno, un caro saluto.

Gent.ma Greta, capisco la sua frustrazione.

E' vero, è difficile riassumere la propria storia in poche righe ed è difficile allo stesso modo potele dare un aiuto reale via mail. Tuttavia dalla sua mail si intuisce la voglia di "venire fuori" e questo è l'energia e la spinta più grande che si possa desiderare per avere la forza di intraprendere un percorso di psicoterapia. Le consiglio di affidarsi ad un professionista che possa accoglierla e aiutarla concretamente.

Buon lavoro!

Cordialmente

Buongiorno Greta,

in base a quello che ho letto nel suo messaggio, le consiglierei caldamente di rivolgersi ad uno specialista; allo scopo di valutare attentamente la situazione che descrive e per effettuare un intervento appropriato. Attualmente per le problematiche alimentari, come nel suo caso, disponiamo di interventi efficaci (cioè ci sono studi che dimostrano l'efficacia di questo trattamento per problematiche alimentari) come la terapia dialettico comportamentale.

Svolgendo la professione presso la città in cui le vive, rimango a sua disposizione per ulteriori chiarimenti o informazioni. 

Gentile Greta, se sono diversi anni che lotta contro questo vissuto di inadeguatezza e con i conseguenti disturbi alimentari, deve rivolgersi immediatamente ad un centro che si occupi di questo. Ve ne sono diversi e per lei non sarà difficile trovarlo, magari facendosi consigliare dal suo medico o attraverso i centri riconosciuti a livello nazionale che si occupano di questi disturbi specifici. Avendo superato l'età adolescenziale, le consiglio di iniziare subito un percorso che possa guidarla dal punto di vista psicologico e anche fisico. Non aspetti ancora illudendosi di risolvere la problematica con le sue sole forze, convinzione molto diffusa in chi soffre di questo tipo di problemi. Da soli e' molto difficile uscirne e ogni tentativo che fallisce produce un peggioramento psicofisico , intaccando l'auto stima in primissima. Si faccia aiutare e vedrà che questi alti e bassi così frustranti potranno gradualmente essere gestiti!

Auguri

Gentile Greta, sono sicuro, come lei afferma, che si senta una ragazza normale come le sue amiche e le sue colleghe. Il particolare, rispetto al variegato mondo femminile, è che a partire dalla sua adolescenza ha cominciato a sentirsi inadeguata. Il senso di inadeguatezza può riguardare solo l'immagine del corpo oppure essere esteso ad altri aspetti importanti della sua persona e della sua vita di relazione. L'insicurezza  a partire dall'immagine del corpo può riguardare e coinvolgere, infatti, negativamente il rapporto con gli altri. Come pensa di essere guardata e valutata dal prossimo, femminile e maschile. La sofferenza del disturbo alimentare la induce forse alla restrizione delle relazioni sociali. Dopo otto anni dacché è comparso questo vissuto di inadeguatezza e il comportamento di cui scrive, talvolta ha avuto l'impressione di aver raggiunto un equilibrio. Può darsi che si tratti di un falso equilibrio perchè ormai è diventato, il vomito, un'abitudine dipendenza. Per comprendere qualcosa di più profondo  di sé, i vissuti e le relazioni familiari, sarà utile affidarsi con fiducia ad un terapeuta che l'aiuti a dare senso all'incertezza e al disorientamento affettivo ed emotivo da cui è stata investita al tempo dello sviluppo della sua femminilità. Vedrà che le sarà possibile, anche se con fatica, uscire da quello che lei descrive come un circolo vizioso che la tiene prigioniera. Un cordiale saluto.

Cara Greta,

penso che Lei abbia già colto cosa sta alla base di questo disturbo, cioè il suo senso di inadeguatezza e probabilmente il suo bisogno di compensarlo attraverso la ricerca di una forma fisica "perfetta", che la porta a condotte di restrizione (dieta, fitness, alimentazione corretta), le quali a loro volta sia per ragioni psicologiche sia per motivi legati al metabolismo la portano ad abbuffarsi.

Psicologicamente la restrizione porta a un eccesso di dovere senza soddisfare il piacere legato al cibo (che viene poi soddisfatto in modo disfunzionale tramite le abbuffate) e anche a un bisogno di ribellione rispetto all'eccesso di regole che si impone.

L'uscita da questo problema passa come ultimo punto da un'accettazione di sè come persona il che va molto al di là del suo aspetto fisico.

Se le interessa, collaboro da esterno con MondoSole, un centro specializzato per la cura di disturbi alimentari a Rimini e credo di poterle essere d'aiuto.

Le problematiche alimentari, identificate nell'anoressia-bulimia, sono sicuramente difficili da affrontare e richiedono l'aiuto di qualcuno (un clinico) che riesca a sostenerla in un percorso che deve condurla a ritrovare la propria condizione psicofisica ottimale.

Da che cosa dipende questa situazione? Sono molti i fattori alla base di questa problematica, fattori emotivi e affettivi in primo luogo, e quel senso di inadeguatezza che dice di provare trova probabilmente origine da qualche esperienza vissuta male o relazione che ha lasciato un segno negativo. Analizzarsi e capire di più di se stessi, può essere la strada giusta.

Cara Greta

Come Lei dice bene i fatti sono due; il senso di inadeguatezza e i suoi sforzi di non sentirlo dicendosi che è una normalissima ragazza eccccc. .Non ci sono perché “razionali” che ci spieghino a fondo come mai ad un certo punto questo senso di inadeguatezza compaia e tenda a non andarsene. Se fosse tutto così semplice basterebbe la “volontà”, come molti ritengono, per superare ogni crisi. In fondo lei stessa si è impegnata a fondo con l’attività fisica, con il seguire un’alimentazione corretta, insomma non se ne è stata con le mani in mano. Eppure nulla cambia; il senso di non essere adeguata, le abbuffate….. Tutto inizia a 18 anni, dice; un’età di passaggio che spesso, troppo spesso oggi, riteniamo quasi un semplice adeguamento burocratico. Si tratta invece di un salto, di un ulteriore (non certo il primo) passo verso l’età adulta, verso la “propria” vita. “Quale” vita? Secondo quali bisogni? Quali sogni? Ascoltando quali voci? Ecco, seguendo Hillman bisogna anche cercare di ritornare a quei momenti nei quali, in qualche modo, ricordiamo che la nostra vita ha subito una svolta, soprattutto la nostra vita interiore. Se esiste un momento chiave nella nostra crescita è forse quello in cui abbiamo smesso di credere di avere un destino, una vocazione, una natura profonda che, manifestandosi in un linguaggio solo a noi noto, continuava invece a guidarci e, soprattutto, a farci sentire bene, profondamente bene. Le abbuffate, le inadeguatezze saranno facilmente superate se ritroverà ciò che ha perduto forse molto prima dei 18 anni, quando forse ha deciso che qualcosa di lei doveva “morire” perché lei potesse essere un adulto “normale”. Le auguro ogni bene.

Ciao Greta,

sei una giovanissima donna e per questo mi viene naturale darti del tu.

La tua email mi colpisce per la durata del disagio che ti attraversa. Otto anni sono tanti davvero!

Non so se è la prima volta che parli a degli esperti psicologi. Se è così, mi chiedo perché tu non l’abbia fatto prima.

Ad ogni modo, credo che tu abbia fatto bene ad aprirti. Se ne parli qui sicuramente è perché vuoi  finalmente vedere il problema.

È chiaro Greta che in questo contesto tu potrai trovare solo delle riflessioni ed eventuali suggerimenti.

Hai 25 anni, ti impegni nello studio e da qui si evince che sei proiettata alla realizzazione professionale. Fantastico! Vuol dire che sei una persona che ha progetti e che si impegna per realizzarli!

Dici di non capire il perché ricorri alle continue abbuffate, mentre percepisci dentro di te un senso di inadeguatezza che ti pervade.

Perché allora non partire dall’affrontare gli aspetti che ti fanno sentire inadeguata?

Prova a riflettere sulle situazioni in cui avverti questo tipo di disagio. Prendi un quaderno e buttale giù. Ti suggerisco vivamente di “non giudicarti” mentre le trovi. Prova piuttosto a descrivere il problema e cosa ti piacerebbe trasformare.

Scrivere ti potrà servire a vedere ciò che emerge! Ti servirà a definire meglio le situazioni della tua vita che non mandi giù e che vuoi diverse per te.

Il secondo suggerimento: una volta fatto questo tipo di riflessione rivolgiti ad un professionista della tua città - già qui, come hai già letto, ci sono dei colleghi disponibili a darti un aiuto professionale - per affrontare tutto ciò che ti fa stare male.

Greta, sei giovane e sei nel pieno della vita!

Lavora per “scoprire” la tua stoffa personale con cui creare quell’abito che desideri indossare!

Vedrai che sarà una bella esperienza!

Con gioia e anche con impegno certamente, lavora su di te per realizzare ciò che desideri e vivere così la vita che vuoi vivere!

Ok??????

Forza, mettiti al lavoro e… … …. crea!!!!!!!!

Saluti 

Gentile Greta,

dovrebbe consultare uno psicologo psicoterapeuta perchè, al di là delle possibili motivazioni che spingno questi comportamenti, esistono comunque strategie che li aggirano e li contrastano piuttosto efficacemente e velocemente. 

Mi riferisco alla Terapia Strategica Breve che ha elaborato specifici protocolli di trattamento che dovrebbero risolvere il problema in tempi piuttosto ridotti.

Lo psicoterapeuta potrà poi, tanto più con una psicoterapia integrata, affrontare anche i motivi " a monte" del problema, completando il trattamento.

Cordiali saluti

Dott.ssa Valentina Sciubba

Dott.ssa Valentina Sciubba

Roma

La Dott.ssa Valentina Sciubba offre supporto psicologico anche online

Salve Greta, è importante lasciarsi aiutare. Quando ci dice "ho un senso di inadeguatezza che non mi abbandona mai" con buone probabilità ci sta indicando anche il nocciolo del suo problema. Ovviamente lei in questi anni ha provato già di per se stessa a utilizzare le strategie che erano a sua disposizione per gestire la situazione, ma evidentemente questo non è sufficiente altrimenti lei si sentirebbe in armonia con se stessa e ciò che le accade non la turberebbe o non avrebbe bisogno di ricorrere alle abbuffate. Poichè così non è provi a fare quel passo che finora non ha ancora fatto, lasciarsi affiancare nel prendersi cura di se. Si rivolga ad un centro specializzato per i disturbi alimentari, lo cerchi nella sua zona. All'inizio potrà succedere che le sembrerà molto difficile lasciarsi sostenere, man mano che acquisterà più fiducia in se stessa e imparerà a conoscere i professionisti che lavoreranno con lei, tutto diventerà più semplice. 

Buon lavoro!