Lite in famiglia

Angelo

Gentili Dottori spiego la mia situazione perché non riesco a darmi una risposta concreta... Sono un uomo di 42anni mia moglie 35 abbiamo 3figli e sposati da 10 anni... Abbiamo sempre fatto liti perché lei sempre che affermava che la mia famiglia non la rispettasse però in un certo qual modo non è proprio così. Lei ha un carattere ombroso ogni cosa dice che sbagliano e io devo rimediare. Dopo tanti anni che per colpa sua sono stato lontano da uno dei miei familiari finalmente abbiamo di nuovo approcciato un rapporto ma alla prima sciocchezza ha ricominciato ma stavolta senza limiti dicendo ogni sorta di cattiveria verso di me che non la difendo, cosa che non è vera, e poi le solite cose padre non esemplare non presente, invece sono l'opposto sto sempre vicino a loro a casa e non vivo la mia vita se non tranne il lavoro. Comunque per non prolungarmi per ultimo mi ha fatto paura perché mi ha malmenato e io rispondendo al suo atteggiamento, dopo mi è sembrata una posseduta dicendomi che voleva la mia morte... Mi chiedo io dopo questa violenza ci i puo stare bene da parte sua verso di me? O dovrò aspettarmi qualcos altro? Cosa mi consigliate?In attesa porgo cordiali saluti

4 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno Angelo,
è stato forte a condividere la sua storia con piena sincerità, ed è chiaro quanto sia difficile la situazione che sta vivendo. Dal suo racconto emerge un rapporto di coppia molto teso, dove lei si sente non riconosciuto nei suoi sforzi e messo spesso sotto accusa, oltre che sentirsi lontano da i suoi affetti familiari. È importante dire che i comportamenti violenti, da qualunque parte arrivino, non sono mai una soluzione e vanno presi sul serio.

Il mio consiglio è di cercare un supporto psicologico individuale, per aiutarla a fare chiarezza su cosa sta vivendo, su cosa desidera e su come tutelare il suo benessere e quello dei suoi figli. Ci potrebbero essere anche le condizioni, per una consulenza di coppia che potrebbe rivelarsi utile, ma questo è un argomento che dovrebbe affrontare con sua moglie per capire quali sono le sue volontà.

Non si abbatta, è normale essere confusi, ma non deve affrontare tutto da solo. Chiedere aiuto è il primo passo per uscire da questa confusione e ritrovare equilibrio.

Un caro saluto.

Dott. Nicola Nacca

Dott. Nicola Nacca

Caserta

Il Dott. Nicola Nacca offre supporto psicologico anche online

Gentile Angelo,

comprendo profondamente la sua preoccupazione e il senso di disorientamento che traspare dalle sue parole. La situazione che descrive, caratterizzata da conflitti prolungati, accuse di mancanza di rispetto, e culminata in un episodio di violenza fisica e verbale, è indubbiamente fonte di grande sofferenza e merita un'attenzione seria e professionale.

È importante sottolineare che la violenza, in qualsiasi forma, non è mai accettabile e mina profondamente la fiducia e il benessere di entrambi i partner. L'episodio in cui sua moglie l'ha malmenata e le ha espresso frasi così gravi come "voleva la sua morte" rappresenta un campanello d'allarme significativo che non può essere ignorato.

La sua domanda se si possa "stare bene" dopo un evento del genere è assolutamente legittima. La paura e l'incertezza che prova sono comprensibili. È difficile ricostruire un senso di sicurezza e serenità dopo aver subito o assistito a manifestazioni di aggressività così intense.

In situazioni come la sua, è fondamentale considerare diversi aspetti:

  • La gravità della violenza: L'escalation del conflitto fino alla violenza fisica e alle minacce di morte indica una profonda sofferenza e una dinamica relazionale disfunzionale che necessita di essere compresa e affrontata.
  • Il vissuto emotivo: Il suo racconto evidenzia un senso di frustrazione per le continue accuse, un desiderio di mantenere i legami familiari e una percezione di non essere riconosciuto nel suo ruolo di padre e marito presente. Anche sua moglie, con il suo "carattere ombroso" e le sue reazioni, manifesta probabilmente un disagio significativo.
  • La sicurezza: La sua incolumità fisica ed emotiva è prioritaria. È importante valutare attentamente se sussistano rischi di ulteriori episodi di violenza.

Cosa le consiglio:

  1. Priorità alla sua sicurezza: In questo momento, la sua sicurezza e quella dei suoi figli sono la cosa più importante. Se si sente in pericolo, valuti la possibilità di allontanarsi temporaneamente dall'ambiente domestico e di cercare supporto da familiari, amici o strutture dedicate.
  2. Richiedere un supporto psicologico individuale: Un percorso terapeutico individuale può aiutarla a elaborare l'esperienza traumatica, a comprendere le dinamiche relazionali in atto, a gestire la paura e l'ansia, e a prendere decisioni consapevoli per il suo futuro e quello dei suoi figli.
  3. Considerare una terapia di coppia: Se entrambi siete disposti a lavorare sulla relazione, una terapia di coppia potrebbe offrire uno spazio neutro e guidato per esplorare le radici dei conflitti, migliorare la comunicazione, affrontare le accuse di mancanza di rispetto e, soprattutto, comprendere le ragioni profonde che hanno portato all'episodio di violenza. Tuttavia, è importante che entrambi i partner siano motivati al cambiamento e che la sicurezza di tutti sia garantita.
  4. Valutare un supporto legale: Data la serietà dell'episodio di violenza, potrebbe essere utile consultare un avvocato per comprendere i suoi diritti e le opzioni legali a sua disposizione per tutelare se stesso e i suoi figli.

È fondamentale non sottovalutare quanto accaduto e cercare un aiuto professionale per affrontare questa difficile situazione. Non è solo responsabilità sua "rimediare" costantemente; una relazione sana si basa sul rispetto reciproco, sulla comunicazione costruttiva e sulla condivisione delle responsabilità.

Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti e la incoraggio vivamente a cercare il supporto di professionisti qualificati anche online.

Cordiali saluti,
dott Sandro Mangano, Psicologo

Dott. Sandro Mangano

Dott. Sandro Mangano

Catania

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Gentile Angelo, la situazione che descrive è molto delicata e dolorosa, e mi dispiace sinceramente che lei stia vivendo tutto questo. Le sue parole trasmettono un forte senso di frustrazione, di fatica e di paura, ed è importante dare il giusto peso a ciò che ha vissuto, soprattutto nel momento in cui si è arrivati a un episodio di violenza fisica e verbale così grave. 1. La violenza non è mai giustificabile. Anche nelle situazioni più tese, alzare le mani o augurare la morte a qualcuno supera ogni limite accettabile in una relazione. Questi episodi non devono essere minimizzati o normalizzati. Lei ha descritto un comportamento che può rientrare in un quadro di violenza psicologica e fisica, e va preso molto sul serio. Nessuno merita di subire aggressioni o di vivere con la paura di quello che potrebbe succedere.       2. Ci si può aspettare di più? Sì, purtroppo se un comportamento violento si è manifestato una volta, c'è il rischio concreto che possa ripetersi o peggiorare, soprattutto se non si interviene in modo chiaro. Non si tratta solo di litigi di coppia, ma di un rapporto che – da quanto lei racconta – è segnato da un forte squilibrio, manipolazione emotiva e ora anche aggressione fisica.

Cosa può fare adesso?

  • Tuteli se stesso e i suoi figli. La priorità è la sicurezza. Se teme che possano esserci altri episodi violenti, si rivolga alle autorità competenti o a un centro antiviolenza, anche se è un uomo (esistono servizi anche per uomini vittime di violenza domestica, meno noti ma reali).

  • Valuti un supporto legale. Un avvocato può aiutarla a capire quali sono i suoi diritti, specie se si parla di separazione, affidamento dei figli o tutela personale.

  • Cerchi aiuto psicologico. Un percorso con uno psicoterapeuta esperto in dinamiche familiari o violenza domestica può aiutarla a mettere a fuoco meglio la situazione e a prendere decisioni più chiare per il suo benessere emotivo.

  • Non affronti tutto da solo. Se ha amici o familiari fidati, ne parli. Il silenzio e l’isolamento sono terreno fertile per la sofferenza e il rischio.

Domande fondamentali da farsi:

  • Posso davvero stare bene in una relazione dove vengo maltrattato e aggredito?

  • Che modello di relazione sto mostrando ai miei figli?

  • Mi sento libero e rispettato come persona?

In conclusione: nessuno merita di vivere nella paura o nel disprezzo. Lei ha il diritto di essere trattato con rispetto e dignità, sempre. Riconoscere che qualcosa è sbagliato e cercare aiuto non è debolezza, ma un atto di forza e responsabilità-

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Massa-Carrara

La Dott.ssa Antonella Bellanzon offre supporto psicologico anche online

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

Il Dott. Francesco Damiano Logiudice offre supporto psicologico anche online