Come dico alla mia famiglia che voglio convivere?

Elisa

Salve, sono Elisa e Ho 23 anni. Da alcuni mesi mi sono trasferita, insieme al mio ragazzo, in Canada. Era un passo che volevamo fare sin dal 2019. Come coppia la decisione è stata presa per avere aspettative future migliori, personalmente invece l'ho fatto per scappare dalla mia famiglia. Vengo da una famiglia opprimente, una famiglia in cui se ti comporti diversamente allora sei la pecora nera. Una famiglia in cui tutti gli adulti hanno dimenticato di quando anche loro avevano la mia stessa età. Non sono mai stata libera di prendere le mie scelte: loro hanno deciso la scuola che dovessi fare, l'università che dovessi frequentare, non mi è mai stata data la possibilità di avere un lavoro (nonostante io lo chiedessi). Così ho deciso di partire e allontanarmi per la mia salute e felicità. Avendo perso mio padre da piccola, nel corso degli anni molte volte tutti i ruoli all'interno della mia famiglia erano spesso e volentieri invertiti. Per la maggior parte del tempo, erano i miei zii a farmi da genitori. Questo ha solo peggiorato ogni situazione, mia madre a causa anche del suo carattere fragile non aveva sempre voce in capitolo e spesso era anche lei stessa a subire le decisioni degli altri. Purtroppo venendo da una famiglia del genere, non mi sono mai sentita libera di parlare ed esprimere me stessa. Questo negli anni ha portato a diversi problemi che poi sono sfociati in ansia e attacchi di panico. Oggi a distanza di alcuni mesi dal mio arrivo in Canada, posso dire di iniziare a stare bene perché non averli sempre intorno mi da molta tranquillità. Ma il motivo principale per cui scrivo qui è che io e il mio ragazzo, con il quale sto da 6 anni, abbiamo deciso di andare a convivere. Lui ha un lavoro stabile e io a breve inizierò a lavorare, nel frattempo studio anche. Il punto è che non ho idea di come affrontare l'argomento con mia madre e con tutto il reso della famiglia. In questo momento io e il mio ragazzo abitiamo a circa due ore di distanza e riusciamo a vederci una volta a settimana a causa degli impegni lavorativi. E tutti e due sentiamo che il nostro rapporto ne sta risentendo perché non è per niente facile. Purtroppo come ho detto, non so come comunicare questa decisione alla mia famiglia. Immagino, nella mia testa, gli scenari peggiori. Mi sento paralizzata perché loro hanno innescato in me questo modo du fare: quando desidero qualcosa, ma penso che potrebbe fare felice solo me e non gli altri, automaticamente allora mi tiro indietro. E questa, purtroppo, è una cosa che odio di me perché nella vita di tutti i giorno sono una persona intraprendente e solare, Spero qualcuno possa darmi consigli. Ringrazio infinitamente.

4 risposte degli esperti per questa domanda

Salve Elisa, 

è comprensibile la sua preoccupazione per la comunicazione con la sua famiglia considerando le dinamiche che ha descritto.

Da ciò che ha raccontato mi sembra che si stia occupando del suo benessere e che sia riuscita a prendere alcune importanti decisioni in questa direzione che l'hanno portata a costruirsi il suo spazio al di la delle dinamiche familiari.

Potrebbe essere importante capire il ruolo che svolge il giudizio della sua famiglia nei suoi confronti ed anche come questo si riflette nel giudizio che attribuisce a se stessa e che la fa tirare indietro, come ha spiegato. Capire da che cosa le sue scelte siano influenzate può aiutarla a viverle più serenamente, compresa la loro comunicazione.

In caso voglia approfondire, resto a disposizione anche online.

Un saluto, Dott.ssa Chiara Dini  

Salve Elisa, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

Il Dott. Francesco Damiano Logiudice offre supporto psicologico anche online

Buonasera Elisa, da quanto scrive questa situazione la sta facendo soffrire davvero molto. La decisione di iniziare un percorso di psicoterapia personale potrebbe essere una scelta adeguata per poter affrontare le difficoltà che sta attraversando e capire come gestire innanzitutto i propri vissuti interni, facendo chiarezza dentro di sé e nelle modalità con cui gestire le relazioni familiari. 

Qualora volesse intraprendere un percorso con approccio psicodinamico mi rendo disponibile on line.

Saluti cordiali

Dott.ssa Emanuela Peruzzo 

Dott.ssa Emanuela Peruzzo

Dott.ssa Emanuela Peruzzo

Modena

La Dott.ssa Emanuela Peruzzo offre supporto psicologico anche online

Buon giorno Elisa, non odi quella parte di se stessa che le dice che prima deve far felici gli altri e poi se stessa, perchè non è colpa sua se ha questa convinzione; ce l'ha perchè gliel'hanno trasmessa i suoi zii. Lei sta dimostrando molto coraggio, prendendo le distanze dagli zii molto invadenti. Ma c'è un "ma", perchè andare in Canada e quindi mettere una distanza fisica molto importante tra lei e la sua famiglia, non le permette di completare la sua crescita psicologica, perchè ,in realtà, è più una fuga e un taglio emotivo. Lei è stata coraggiosa, ma per crescere in modo più completo e stare bene con se stessa, ha bisogno di compiere un lavoro personale.

Quindi, io le consiglio di intraprendere una psicoterapia individuale che le permetta di diventare più forte e più sicura di sè e, dopo che, grazie alla psicoterapia, lei avrà compiuto vari passaggi di crescita, allora potrà tornare dalla sua famiglia e spiegare le sue ragioni e i motivi per cui ha avuto bisogno di andarsene da casa, per non impazzire e per non rischiare di perdere se stessa. Parli con il suo compagno e cercate di avvicinarvi e di vivere insieme, perchè lei ha bisogno del suo sostegno e di non sentirsi sola.

Sono una psicoterapeuta familiare e sono a disposizione per una psicoterapia individuale ad approccio familiare, che le permetta di comprendere le dinamiche presenti nella sua famiglia d'origine e a capire come differenziarsi da loro e nello stesso tempo comprendere in che modo mantenere un'appartenenza, che la può aiutare a diventare se stessa e a volersi bene, in modo da non dover più odiare se stessa, a causa di credenze, che le sono state trasmesse e che lei percepisce come estranee a se stessa.

Sono a sua disposizione, mi contatti pure.

Arrivederci

Chiara Moretti

Dott.ssa Chiara Moretti

Dott.ssa Chiara Moretti

Venezia

La Dott.ssa Chiara Moretti offre supporto psicologico anche online