Bisogno di sentirsi qualcun altro

Marika

Salve,

sono una ragazza poco più che trentenne e mi accorgo di stare male. Non ho un lavoro, frequento una scuola serale perché, a causa del bullismo, ho lasciato gli studi a 17 anni.
Vivo con la mia famiglia dalla quale mi sento accudita, ma anche scossa quando ci sono le liti.
Ho fatto vari lavori, ma mi sentivo sempre fuori luogo, ho amato uomini che mi volevano solo per sesso e son stanca.

Mi capita di stare bene quando interpreto qualcun'altro. Avevo una relazione con un uomo più grande di me che mi usava esplicitamente, senza rispetto alcuno, per sesso. Una volta vidi una tipa a cui lui piaceva e iniziai a desiderare di voler essere lei in tutto. Quando mi sento lei mi sento integrata però quando sento lo stacco e torno me stessa sento che in realtà certe qualità non mi appartengono. Quando mi sento altre persone sento di piacere di più.
Il fatto è che ho creato uno strappo con me stessa che non riesco più a ricucire.
Non riesco a finire la scuola, a trovare un lavoro, ad essere amata. E sprofondo nell'essere niente.
Spero di venire ascoltata per poter capire come stare meglio.
Grazie infinite

3 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile ragazza,

se è attirata dal poter essere qualcun altro,  forse tende a perdere se stessa. Se è così dovrebbe ritrovarsi negli studi, nel lavoro, nelle relazioni, forse in primis nei rapporti con la sua famiglia.

Per far ciò è indispensabile che si faccia aiutare da una psicologa o psicologo psicoterapeuta.

Le segnalo un mio articolo sull'efficacia della terapia della Gestalt nelle relazioni interperso.

psicologi-italia.it/disturbi-e-terapie/psicoterapia-della-gestalt/articoli/i-miracoli-della-terapia-della-gestalt.html

Cordiali saluti ed auguri

 

Dott.ssa Valentina Sciubba

Dott.ssa Valentina Sciubba

Roma

La Dott.ssa Valentina Sciubba offre supporto psicologico anche online

Salve Marika,

mi "saltano all'occhio" alcune tue parole ed espressioni che indicano un chiaro malessere. Tra queste: "Ho creato uno strappo con me stessa...."; "Sprofondo nell'essere niente". Nella vita quotidiana "interpretiamo" vari ruoli: siamo figli, genitori, amanti, colleghi, amici, ecc..... Ognuno di questi ruoli, di fatto, fa emergere in maniera più o meno evidente alcune nostre caratteristiche che, nell'insieme ci rendono unici. Quel "niente" di cui tu parli ed in cui senti di sprofondare, in realtà è qualcosa: sei tu, nella tua individualità e con le tue qualità o punti di forza (oltre che difetti o punti di debolezza, diciamo, che tutti abbiamo e sui quali puoi lavorarci, se vuoi, per modificare la tua vita e sentirti serena).

Comprendo il tuo disagio e immagino che ci sia molto di più oltre a queste righe che hai scritto. Suppongo che ci siano anche delle risorse su cui fare leva per un eventuale percorso psicologico, che ti consiglio. Quantomeno una consulenza inziale per capire meglio (non so se hai mai provato a contattare un professionista per una psicoterapia).

Rimango disponibile per dubbi ulteriori o domande.

 

La tua lettera è delicata e fragile, proprio come ti descrivi. Non è facile darti una risposta in poche righe, ci vorrebbe un percorso intero che punti a darti fiducia, a farti riscoprire te stessa e i tuoi obiettivi. Ma proverò a darti qui un consiglio utile:Cosa ti piace del fingerti un altra. Cosa apprezzi nell'altra persona? Il confronto con gli altri non serve a nulla, se non a demoralizzarci. Ognuno ricerca la sua particolare quiete e tranquillità. La felicità è un concetto soggettivo basato non su obiettivi raggiunti o no, ma sui valori per noi importanti.Se abbiamo difficoltà a risalire forse possiamo farlo guardando a noi stessi e prendendoci cura di noi. Cosa apprezzi di te? Cosa ti manca? Ci sono in te molto qualità, riparti da lì per ritrovare slancio.

Un caro Saluto

Dott.ssa Caterina Allevato

Dott.ssa Caterina Allevato

Cosenza

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