Ho un rapporto molto difficile con mia madre

Michela

Buonasera, Vi scrivo per raccontarvi il rapporto molto difficile che ho con mia madre, sperando, di ricevere qualche consiglio utile su come potermi comportare con lei... Vorrei fare un passo indietro nella vita di mia madre per raccontarvi brevemente la sua infanzia difficile. Figlia di due gran lavoratori che passavano 3/4 della giornata fuori casa e il poco tempo che passavano con lei lo spendevano a litigare pesantemente tra loro, a rimproverarla e a punirla mettendola in castigo pur lei non avendo fatto nulla di male. Ha passato l'infanzia e l'adolescenza in completa solitudine, passando giornate intere da sola chiusa in casa anche in tenera età. Dai suoi racconti emerge che è sempre stata sua madre, cioè mia nonna, a terrorizzarla con crisi di nervi, violenza psicologica e fisica. Le regole in casa cambiavano tutti i giorni e lei era sempre vittima degli sbalzi di umore di mia nonna che puntualmente sfogava le sue frustrazioni su di lei. Pur avendo sempre avuto un rapporto molto difficile con mia nonna, mia madre, non è mai riuscita a staccarsi da lei, tanto da accettare di vivere nello stesso palazzo, passare tutte le giornate insieme al telefono, in casa o a spasso e lasciando che si intromettesse anche nella sua vita coniugale e nei suoi rapporti interpersonali, ovviamente creando scompiglio e dando luogo a molte liti ma questo sembrava non darle problemi, l'importante era avere sua madre vicino. Un rapporto davvero ossessivo direi. Ora vi racconto la mia storia... Sin da quando ero piccola (6/7 anni di età) ricordo che mia madre soffriva di depressione e abusava quotidianamente di Xanax e Lorazepam, alternava giorni dov'era felice, solare e molto calma a giorni dove invece era molto nervosa, arrabbiata e spesso violenta, non erano rari i casi dove mi tirava addosso il primo oggetto che le capitasse in mano o dove mi rimproverava mettendomi le mani addosso senza un motivo valido. Alternava giorni dov'era la mamma più felice del mondo e orgogliosa di noi figlie a giorni dove affermava esattamente il contrario o dove piangeva disperatamente dicendo di non essere una buona madre. E' sempre stata molto gelosa di me e di mia sorella e non ho mai capito il motivo. Dopo che decise di divorziare di punto in bianco da mio padre (per un altro uomo che si rivelò un manipolatore riempiendola di finte promesse) il rapporto, con lei, andò sempre più a picco, le sue crisi erano sempre più violente e numerose, inutile dire che in casa con lei non si poteva più vivere, ogni giorno rovistava nei miei armadi e in tutta la mia stanza nella speranza di trovare qualcosa che potesse indurre al litigio o ad uno scontro verbale molto acceso e quando ciò accadeva, ogni volta, era sempre peggio e si finiva con lei in evidente stato di shock con la boccetta di xanax a portata di mano che puntualmente veniva presa d'assalto, si chiudeva in camera a dormire stordita dal farmaco e si risvegliava calma e felice come se nulla fosse successo. Decisi di fuggire da quella situazione di disagio e rifarmi una vita andando a convivere con il mio ragazzo all'età di 18 anni, ero emotivamente distrutta ma ora per fortuna dopo anni ho ritrovato il mio equilibrio. Purtroppo con mia madre il rapporto non è cambiato, ho deciso di prendere le giuste distante per evitare discussioni e liti violente. Adesso si va d'accordo per il quieto vivere, ci si sente spesso per telefono ma sono anni che non ci vediamo, le poche volte che organizzo per passare una giornata insieme, la sera prima di vederci trova una scusa per litigare o sparisce direttamente per giorni, alterna sempre momenti dove è molto gentile e disponibile a conversare a giorni dove mi evita e si rende fastidiosa cercando di apparire migliore di tutti quanti, rinfacciando tutto quello che ha fatto per me quando ero piccola cercando in qualche modo di farmi alterare e guai a contraddirla perché “ha sempre ragione lei“ Sembra che mi eviti e che non voglia vedermi ed è sempre evanescente. Credo abbia un disturbo di personalità e non so come comportarmi con lei, non so se sia giusto o sbagliato frequentarla. Di sua spontanea iniziativa non c'è la voglia di vedermi o di passare il tempo con me, difatti, sono anni che non le dico più di vederci. Spero possiate darmi qualche dritta. Vi ringrazio anticipatamente. Saluti.

3 risposte degli esperti per questa domanda

Buonasera, dalle sue parole percepisco un dispiacere molto forte legato ad un passato pesante e ad un presente che sembra quasi sospeso, in cui ci sono situazioni difficili da gestire.

Sua mamma ha vissuto in una situazione a sua volta difficoltosa in cui si è trovata sola o in compagnia di persone ambivalenti nei suoi confronti. Mi sembra di capire che lo stesso comportamento è quello che sua madre attua nei suoi confronti. Ci sono studi che confermano il fatto che i traumi non risolti passano tra generazioni.

Sua mamma ha una difficoltà relazionale legata a ciò che ha vissuto in prima persona e che ha imparato dalle sue esperienze precoci. Inoltre è possibile che la rabbia inespressa che si porta dietro la induca a sabotare tutto.

Detto questo, ciò che lei (figlia) prova nei suoi confronti è legittimo e il fatto che lei sia voluta andare via molto giovane è stata una strategia protettiva per lei. E' stata brava ad aver trovato un buon equilibrio. Dopo vissuti di questo tipo è difficile a volte persino darsi il tempo di farlo.

Il rapporto con sua mamma non è cambiato perchè le dinamiche che lei mette in atto purtroppo, sono le stesse. Ora lei è cresciuta e ha trovato condizioni che le hanno permesso in qualche modo di ristabilire uno stato di benessere, sua mamma no. Il fatto che lei (sua mamma) non l'abbia fatto però non dipende da ciò che può fare l'altro.

Il mio consiglio è di condividere con sua mamma cosa sente ogni volta che litigate prima di vedervi o come la fa sentire l'idea che sparisca per giorni.Probabilmente sua mamma è spaventata o si vergogna di ciò che vive e di quello che fa, pur non rendendosene conto. Dietro ad ogni problema o "patologia" c'è una strategia di sopravvivenza bambina e un bisogno grande inascoltato. Entrare in quest'ottica consente di vedere le cose in modo diverso, prendendo atto che l'altro però non si può cambiare se non lo desidera.

Sta ad ognuno fare le proprie scelte, così come ha fatto lei quando aveva 18 anni, si protegga e faccia le sue.

Resto a disposizione

In bocca al lupo

Da come descrive la relazione tra sua madre e sua nonna, sembra evidente che sua madre abbia sviluppato un disturbo di personalità. L' attaccamento è la relazione che ci condziona molto nelle relazioni future e nel ruolo di madre in particolar modo. Penso che sua madre avrebbe bisogno di costanza incondizionata. Se vuole avere un rapporto con lei le faccai una telefonata al giorno e le dica ogni giorno come stai e ti voglio bene, in modo costante. Putroppo prima di nascere non sappiamo in che dinamiche ci stiamo intromettendo, ma dalla sua capacità di analisi e deduzione molto attente bisogna ammettere che spesso il male, se non nuoce, ci spinge a sviluppare risorse, di cui al suo posto io sarei contenta. Una persona che conosce il disagio e riesce a sollevarsi da momenti di forte angoscia scopre di potercela fare e questa consapevolezza la farà sentire forte durante l' arco della sua vita. Non sta a lei aggiustare le emozioni rotte di sua madre, ma se vuole comunque avere un rapporto con lei le dia solo amore, senza aspettarsi nulla e senza chiedere nulla e ignorando il più possibili le fastidiosissime provocazioni che non servono ad altro che a provocare quelle liti che le fanno pensare che non è una madre e una persona degna di rispetto e di amore. Sa, noi siamo bravissimi a creare profezie autoavveranti con il nostro comportamento. Lei faccia solo arrivare il messaggio ogni giorno ed ignori le marachelle. Magari un giorno sua madre farà qualcosa di diverso nei suoi confronti.

Buona Vita, ha la saggezza per godersela

Gentile Michela,

il rapporto con i genitori è sempre molto importante. Quando i figli crescono deve restare un legame affettivo che però deve lasciare ai figli quella distanza e quell'autonomia di cui hanno bisogno per condurre la loro vita di adulti.

Forse mancano delle informazioni su sua madre, potrebbe averle dalla sorella? Non è chiaro perchè ad esempio la eviti. Consideri anche che l'uso protratto di ansiolitici può dare dipendenza.

Certamente un consulto con una psicologa psicoterapeuta potrebbe darle spunti di riflessione, renderle più chiari i significati insiti e inconsci nel vostro modo di comunicare, fornirle ipotesi probabili sui motivi che sostengono il comportamento di sua madre, chiarire i vostri bisogni, migliorare la comunicazione ecc. 

Per il motivo detto nella mia prima frase perciò ritengo sia auspicabile consultare un professionista.

Cordiali saluti

Dott.ssa Valentina Sciubba

Dott.ssa Valentina Sciubba

Roma

La Dott.ssa Valentina Sciubba offre supporto psicologico anche online