Mio marito desidera le prostitute

Anny

Buongiorno dottore o dottoressa volevo spiegare il mio problema io ho 27 anni e mio marito 30, siamo sposati da due anni è abbiamo due bambine di 2 e mezzo è 15 mesi. Fino a quando ho partorito la mia seconda figlia non l'ho capito più, ha questo vizio delle prostitute eppure io non ho tabù prima di avere figli facevamo tutto è non riesco a capire pur essendo che non gli nego nulla e senza tabù vada o non lo soddisfo? o è un vizio? cosa fanno le prostitute più di me che lo eccita andare con loro? sono una mamma disperata perché ho paura se tocca le bambine si possono infettare vorrei salvare è superare questa cosa ma lui nega è non mi vuole dire cosa ci piace nel sesso buona giornata aspetto una vostra risposta aiutatemi

7 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile Signora ventisettenne senza nome...come saprà la sessualità umana è assai complessa e non è fatta solo dalla componente strettamente fisica, ma da tutto un universo sottile e vastissimo fatto di fantasie e di comportamenti non verbali e paraverbali che preparano e accompagnano l'atto sessuale. Per cui la prostituta, figura spesso inconsapevolmente mitizzata da alcuni uomini e legata a significati irreali, quali Trasgressione e molto altro produce la sua inevitabile fascinazione.

Dispiace pensare che la sua Disponibilità e Apertura sessuale, non sempre presente nella coppia, sia di fatto sottoutilizzata.

Se riuscisse a portare suo marito a condividere le sue fantasie in una sorta di Gioco Erotico come accade nel film di Kubrick Eyes wide shut tra Alice e John verrebbe fuori qualcosa di molto interessante.

Ovviamente sarebbe per voi utilissimo un breve percorso di Coppia in una forma anche ludica perchè il Sesso è Piacere e Benessere in senso assoluto.

Cara Anny, mi scusi la franchezza. Non posso conoscere a fondo la vostra situazione dalle sue poche righe, ma conoscendo a abbastanza il tema e i comportamenti umani le posso rispondere che molto probabilmente: si, è un vizio, o per dirlo in modo clinico un DOC basato sul piacere. E' quindi inutile guardarlo alla luce della sua disponibilità a 'fare tutto' o della sua capacità di soddisfarlo, anzi... probabilmente anche ciò fa parte del gioco. Può proporgli di andare in terapia, magari insieme, e provare semmai a 'togliergli tutto' per convincerlo se ce ne fosse bisogno. E' possibile anche che suo marito possa smettere con la sua sola forza di volontà, ma se non riesce, come accade nei disturbi strutturati è meglio consultare uno specialista. Cordiali saluti.

 

Dott. Andrea Bottai

Dott. Andrea Bottai

Firenze

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Gentile Signora, innanzitutto il problema non è Suo e non deve assolutamente sentirsi inadeguata o cercare di fare chissà quali cose per cercare di farlo rimanere accanto a Lei...Purtroppo Suo marito sta facendo una scelta e se lui non pensa di avere un problema non riuscirà a farlo smettere...piuttosto pensi a lei come madre e cerchi di concentrarsi sulle sue bambine, deve cercare di ritagliarsi un suo spazio insieme a loro, Lei è sempre la madre, segua il suo istinto e vedrà che andrà tutto bene..saluti

Gentile Anny,

in psicologia clinica non si danno consigli, si lavora sulle emozioni.

Ed è urgente una terapia di coppia: è l'unica soluzione, l'unica strada per affrontare e risolvere.

è chiaro che la l’irritabilità, l’agitazione, la conflittualità, l'insufficiente intimità sono propriamente non un disturbo della coppia, ma i sintomi di un disturbo, che riguarda chiaramente non il singolo, ma la coppia nel suo essere un’unità psicologica, nel presente come nella sua storia.

È possibile che, con un approccio specifico alla problematica della comunicazione, che potremmo presumibilmente chiamare psico-educativo – in direzione dell’acquisizione di adeguate e più costruttive ed efficaci strategie comunicative –, si potrebbe ottenere in tempi non lunghi sia una risoluzione della problematica in questione, sia un miglioramento, di riflesso, del più complessivo stato generale di agitazione e di irritabilità, sia individuale che di coppia.

In alternativa, una soluzione più radicale sarebbe – su tempi più lunghi – affrontare una terapia del ‘profondo’, che risolva le radici della conflittualità di coppia – instauratesi nel rapporto relazionale – e, di conseguenza, anche i suoi sintomi.

Tale approccio potrebbe in tal caso essere valido per riorganizzare e rielaborare le parti problematiche della struttura-coppia ed eliminare dai suoi ‘meccanismi’ quei granelli che – per così dire – ne ostacolano il corretto e felice funzionamento in direzione della crescita personale e di coppia e dello sviluppo adulto della sua identità relazionale, oltre ogni psicopatologica insicurezza e conflittualità.

Intanto, Le invio cordiali saluti.

Non si capisce bene da quello che scrive se suo marito desidera o va con le prostitute, perchè sono due cose diverse. Se suo marito va, è assai più grave

in quanto si trova nello stato di fedifrago che  è causa di separazione aggravata dal fatto che lei non rifiuta l'atto sessuale. 

Per capirne le ragioni di ciò che fa e capire se vi è un minimo di coscienza dei rischi e conseguenze di quello che fa, occorrerebbe che suo marito iniziasse 

a vedere uno specialista. Se non vuole andare lui, vada lei perchè sicuramente si sentirà persa, confusa, arrabbiata, tradita,ecc e tutto questo si può naturalmente riflettere negativamente sulle 

vostre figlie che invece non solo non hanno colpe ma hanno diritto di avere due genitori sereni e dediti a loro. Per tale ragione è urgente che facciate qualcosa. 

Salve Anny, a me sembra leggendo queste poche righe che è come se voglia trovare una falla o una mancanza nei suoi comportamenti e quindi attribuire le abitudini di suo marito a lei, questa tendenza può svilupparsi in situazioni come la sua, quindi le suggerisco di concentrarsi di più, almeno inizialmente, sul modo in cui potrebbe aiutarlo ad aprirsi, provando a chiedere aiuto ad una persona di cui suo marito si fida molto o che ha un buon ascendente su di lui, con il quale cominciare a confidarsi per capire qual è il reale malessere, per potersi poi aprire anche con lei e in una seconda fase con un esperto che potrebbe aiutarvi anche per un' eventuale terapia di coppia, sempre senza pressare troppo, che come ben sa, comporta solo effetti opposti a quello desiderati!

In bocca al lupo.

 

Buongiorno,

avendo pur nel profondo disagio di entrambi un confronto e non la negazione, potrebbe chiedere al suo partner di intraprendere un percorso di supporto psicologico insieme.

Se lui dicesse di no sarebbe altrettanto utile lei lo faccia individualemente, per se stessa.

Le scelte dell'altro, soprattutto quelle che esprimono disagio, non dipendono da noi ma dalla personalità e storia individuale della persona.

Comprendo il suo disagio ma non credo le sia utile chiedersi cosa fa lei di sbagliato o di meno rispetto alle prostitute.

E' facile comprendere che più che una questione di prestazione sessuale la ricerca di situazioni trasgressive o a pagamento riguardi più l'atmosfera che si crea, la compulsione, l'uso della donna, il senso di "libertà", l'allontamento dalla dimensione relazionale-istituzionale.

E' importante concentrasi sulla dimensione relazionale di coppia ed emotiva individuale più che su quella prestazionale.

Rispetto alle infezioni ovviamente la sua più che una preoccupazione medica- sanitaria è una preoccupazione legata al senso di "sporcizia", di "pudore" e quindi di fastidio rispetto al suo partner come uomo e poi di riflesso anche come padre.

Se ritiene che sia un buon padre e che lei è delusa come moglie, provi a non mescolare i ruoli, se invece ha timori anche della relazione tra padre e figlie ne parli sia con lui che con un professionista.

Provi a pensare a un sostegno, a non chiudersi, a non offrire anche lei prestazioni fisiche ma a prendersi cura di se stessa e della sua famiglia.

Le auguro di cuore di sentirsi presto più serena, e supportata