Come aiutare mia figlia a relazionarsi con i suoi coetanei

Filomena

Buongiorno
Scrivo questo messaggio perché mia figlia di anni 13 (domani), non vuole più andare a scuola, va in seconda media e da quando ha iniziato la scuola media ha dovuto affrontare il problema "amiche" . E' una ragazzina che studia, timida ha sempre paura di non piacere agli altri.
Oggi è tornata da scuola e mi ha detto che non vuole più andarci.
Mi ha anche detto che le sue amiche la escludono dai giochi e dalle conversazioni, la prendono in giro chiamandola secchiona, cocca della prof..
Io non so cosa fare: se non piangere.
Le ho detto che non deve farsi queste strane idee , magari è lei che ha mal interpretato gli atteggiamenti delle sue amiche.
Secondo lei cosa posso fare per aiutarla?
Grazie
Filomena

3 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile Filomena,

come prima cosa sta già facendo il passo giusto, confrontarsi con lei, starle vicino e per di più chiedere aiuto a degli esperti per avere maggior supporto.

Le amicizie non sono mai nate in questa classe? Come sono stati gli anni precedenti? Cosa fa sua figlia nel tempo libero? Alle scuole elementari, secondo lei e secondo la ragazza, ha faticato a creare relazioni scolastiche ed extra? Fuori da scuola ha degli amici? Con chi si "frequenta" o frequentava (pensando al momento storico)?

1) Provate insieme a riflettere su come lei si pone nei confronti delle compagne di classe;

2) Si potrebbe chiedere anche un colloquio con le insegnanti per descrivere la difficoltà e per avere maggiori rimandi anche da parte loro che la vedono e la possono osservare nella loro quotidianità. Capisco che oggi non sia possibile fare lavori in gruppo ma si potrebbe chiedere alle insegnanti se hanno una modalità lavorativa di classe da proporre per far "collaborare" e "avvicinare" tutti: magari proponendo un tema e poi leggendolo tutti insieme e confrontandosi anche stando ai propri banchi;

3) Cercare di trovare insieme delle nuove strategie comunicative. Magari proponendo qualcosa lei per prima al gruppo classe. All'inizio magari cercando di accettare un rifiuto ma osservare se invece con le settimane qualcosa cambia.

4) Il periodo storico, inoltre, non aiuta perchè si potesse lei come mamma o voi come famiglia potreste cercare di incontrare persone, di interagire di più fuori dal vostro nucleo per essere voi i primi che fate vedere "come si fa" e che "siete anche voi che invitate o che proponete" pur talvolta sentendovi dire dei "no";

5) E' importante anche dialogare e far aprire la ragazza riguardo alle difficoltà che può incontrare nel legarsi affettivamente a dei coetanei, quali difficoltà incontri nel dialogare con loro, cosa accade quando, una volta instaurato il rapporto, questo poi viene a mancare. E' probabile che le esperienze negative, vissute fino ad oggi, le impediscono di instaurare una "vera" amicizia. Questo potrebbe essere per la paura di un possibile rifiuto o per paura di soffrire in futuro o per paura di essere "abbandonata" ecc.

Le consiglio eventualmente anche di cercare un terapeuta di vostra fiducia, che possa seguire sua figlia per aiutarla a prendere fiducia in se stessa e negli altri. In questi incontri potrebbe sentirsi maggiormente accolta e supportata perchè sono coperti da segreto professionale e sono senza giudizio. Aspetto non facile da ritrovarsi nella vita quotidiana.

Resto disponibile per informazioni, domande aggiuntive, eventuale consulenza online o se volesse rispondere in privato alle domande poste.

Le auguro di trovare presto una soluzione al problema.

Cordialmente

Dott.ssa Federica Ciocca

Psicologa e psicoterapeuta

Ricevo a Torino, provincia (Collegno) e online

Dott.ssa Federica Ciocca

Dott.ssa Federica Ciocca

Torino

La Dott.ssa Federica Ciocca offre supporto psicologico anche online

Buongiorno Filomena, non si scoraggi!

Può capitare che le cose non funzionino, questo non significa che debbano rimanere immutabili per sempre.

I cambiamenti sono sempre possibili, è importante che lei per prima trovi dentro di sè la speranza e la forza per trasmettere questi sentimenti a sua figlia. I nuovi inizi non sempre sono facili, ma come dicevo le cose cambiano nel corso del tempo e per quanto sia importante avere degli amici, l'approvazione del gruppo non è per forza la priorità.

Sicuramente con il tempo e magari anche con altre possibilità di incontrare amici con delle attività extrascolastiche sua figlia troverà degli amici.

non mi sbilancio perchè non conosco bene la situazione ma un confronto con uno psicologo potrebbe esserle utile per individuare qualche suggerimento adatto alla specifica situazione (ad esempio, se tendono a vederla come una cocca della maestra potrebbe attuare qualche comportamento con cui condivide ciò che ha imparato con i pari, può rendersi disponibile per aiutarli in qualcosa in cui lei effettivamente è più brava).

Spero di esserle stata utile,

Cordiali saluti,

Dott.ssa Chiara Crespi

Cara Filomena,

Anzitutto dire a sua figlia che male interpretato è inutile, anzi aumenta il senso di solitudine e incomprensione che già esperisce con le compagne di classe. 

Ricerchi in se stessa un'esperienza che ha vissuto (magari proprio in adolescenza) e che le ha provocato una sensazione di sconforto o un sentimento avvilente, simile a quella che le ha comunicato sua figlia... entri in risonanza con lei e approfondisca il disagio che prova. 

Mi sembra che abbiate un rapporto aperto e affettuoso nel quale sua figlia si è sentita libera di parlarle sinceramente del malessere che prova; questo è un grande punto di forza.

Forse sua figlia è insicura nelle relazioni coi pari. 

Le suggerisco di contattare una/uno psicoterapeuta, formata/o in infanzia e adolescenza per poterla comprendere meglio e aiutarla ad adottare nuove modalità di comunicazione e relazione con i suoi pari.

Spero che troverete il modo di uscire da questa antipatica situazione e che sarete più serene.

Saluti cordiali,

Dott.ssa Verusca Giuntini