Difficoltà relazionali perché parlo poco

Alex

Come dal titolo della domanda mi è difficile creare relazioni interpersonali che è una cosa che mi sta creando davvero problemi nella vita.

Sono una persona un po timida, ma non credo che si tratta della mia timidezza il non riuscire ad entrare in contatto e creare delle relazioni con le persone. Il problema è che parlo poco, è come se avessi la testa svuotata e stare con gli altri mi fa sentire a disagio, perché loro sempre trovano delle cose da dire. Non importa che siano banalità o cose intelligenti che nella maggior parte si tratta sole delle banalità ma osservando sono quelle cose che alle persone interessa parlare di più. E io non ci riesco non mo viene mai in mente di cosa parlare.

Quando incontro delle persone che conosco da tempo mi vergogno, perché oltre il saluto, il come stanno e qualche chiacchierata sul lavoro, poi inizia un silenzio imbarazzante, che potrebbe durare fino all'infinito, se non è l'altra persona a dire qualcosa. Io non so cosa mi stia succedendo, perché si anche prima non e che parlavo troppo ma adesso parlo sempre di meno. Adesso che ho finito l'università non so più cosa fare.. Ho paura a cercare un lavoro, perché ogni cosa dipende dalla conversazione e sapendo le mie difficoltà non voglio che gli altri scoprano questo mio handicap. Per tutto il tempo non faccio altro che pensare cosa ho sbagliato, perchè sono arrivato a questo punto?

Mi sento anche troppo stanco, ma credo che tutto dipenda dal mio problema, perché come ho detto prima penso solo come uscire da questa situazione e forse anche per il fatto che mi sforzo sempre a trovare delle cosa da dire quando sono in compagnia degli altri. Poi non riesco a concentrarmi.

 

Ho studiato "Economia e Diritto" e nelle materie diciamo "esatte" sono uscito con la media del 26-27, invece la parte del diritto appena 19-20, perché come detto prima non riuscivo a concentrarmi. Non so se mi sono spiegato bene, ma mi farebbe piacere se mi date qualche consiglio.

Grazie!

6 risposte degli esperti per questa domanda

Carissimo Alex,

immagino che il momento che stai affrontando non sia affatto facile, mi arriva la tua preoccupazione e il tuo sconforto.

Parli di questo momento come un problema, come un handicap... proviamo a vederlo diversamente.

E se fosse un momento della tua vita, adesso acutizzato? In molti di noi esistono dei momenti più positivi ed altri più negativi, momenti più estroversi e momenti in cui non riusciamo a stare bene con nessuno, momenti più attivi e momenti in cui qualsiasi cosa diventa pesante e difficile. A volte questi momenti andrebbero solo fatti passare, sai come? Semplicemente accettandoli come parte di noi. Si Alex, accettandoli!

"Non so che dire quando parlo con un mio amico?" Non importa! E invece di ripetermi che sono sbagliato a non parlare, faccio un respiro e mi dico "Ok, non c'è nulla di male se non parlo, vado bene così". Una volta accettato, abbassando così il tuo livello di preoccupazione, e non vedendolo più come un problema, tutto diventerà più fluido e le difficoltà piano piano diventeranno minori...

Spero di esserti stata utile.

Buongiorno Alex,

Vada in terapia. Non esiti, si faccia aiutare.

A Torino ci sono molti bravi analisti, soprattutto di scuola junghiana, cerchi accuratamente e si faccia dare una mano.

Se le fosse più di aiuto, può cercare anche un gruppo, sempre tenuto da qualcuno di molto qualificato.

Si sbloccherà. E' giovane, non perda tempo. Anche un omeopata unicista, una volta iniziata la terapia, potrà esserle d'aiuto per accelerare il processo.

In bocca al lupo.

Buongiorno,

il mio consiglio è di approfondire in un percorso di psicoterapia le ragioni per le quali la sua ansia si sia accentuata in questo periodo e sia così preoccupato di non trovare cose da dire, tanto che questa preoccupazione rischia di ostacolarla nei rapporti interpersonali e anche nella ricerca di un lavoro. 

Mi sembra che il suo problema sia legato a un eccessivo bisogno di controllo: infatti riesce bene nelle "scienze esatte" e un po' meno dove si tratta di mettersi in gioco. 

Sembra che in lei ci sia un rigido giudice interiore che le chiede di fornire delle prestazioni elevate, che le intima di dire delle cose e possibilmente non banali. Lei continua a farsi una richiesta paradossale: "sii spontaneo!".

Dovrebbe farsi aiutare a lasciare andare il controllo, ad apprezzarsi per come è e non per come pensa di dover essere. 

I miei auguri!

Cordialmente

Ciao

non è poi così drammatico rimanere in silenzio e ascoltare.

Per poter essere più attivo e intraprendente potresti incominciare a chiederti cosa voglio ora? e poi cosa posso fare per realizzarlo? Riappropriandoti così del potere che è in te per attuarlo. Non delegare agli altri quello che ti piace e interessa e fai in modo di essere tu a decidere quello che vuoi.

Ricorda comunque che saper ascoltare vale come saper parlare.

Buongiorno Alex,

sarebbe importante capire quando ha iniziato a sentirsi in difficoltà nella relazione con gli altri; e' ovviamente difficile fare un quadro preciso da questa descrizione che richiederebbe un'osservazione piu' approfondita e di persona. Dalla descrizione sembrerebbe che lei eviti determinate situazioni perché in qualche modo la conversazione diventa elemento non gestibile e fonte di vergogna. Di solito l'evitamento di queste situazioni richiede un elemento ambientale scatenante che si aggiunge a fattori genetico - costituzionali presenti. Vergogna e espressione del Se' sono legati e quando si evitano situazioni interpersonali la persona teme che il confronto riveli qualcosa di sé che lo rende cosi vulnerabile. Se lo desidera ci possiamo accordare per un colloquio: ricevo a Chieri e da poco anche a Torino in corso Casale. Cordiali saluti.

Gentile Alex,

generalmente entriamo in relazione con gli altri così come le varie parti della nostra personalità entrano in relazione tra loro. Talvolta la paura di sbagliare e di esporsi accompagna il pensiero di dover essere perfetti e la scarsa tolleranza nei confronti di un giudizio negativo.

Le indicherei di comprendere meglio le sue difficoltà rivolgendosi a un professionista della Sua zona e definire la tipologia migliore di intervento.

Alcune tecniche molto efficaci sono il Metodo del Disegno Psicoemotivo per l'Analisi e la Consapevolezza, l'EMDR, il Training Autogeno Bionomico e la Mindfulness.

In bocca al lupo.