Mia madre è attaccata morbosamente a me.

Francesco

Salve Dottori e grazie in anticipo. Mia madre è attaccata morbosamente a me. Nel 2022, 3 anni fa, ha avuto un'embolia polmonare e da lì, non è mai più stata libera e non vive, e non fa vivere neanche gli altri. Praticamente ogni mese si inventa qualcosa per la quale sta male. Una volta non ci vede bene, e quando ci vediamo per un'ora, per bere un caffè ad esempio, passa il tempo a parlarne. Un'altra volta sostiene di avere parassiti in casa che non la fanno dormire. Un'altra, ha male al fegato o alla milza. Il discorso è che parla SOLO di questo, e nonostante i tentativi di tranquillizzarla, di dirle che non c'è alcun parassita, che i dolori possono semplicemente essere intercostali, insiste. Di conseguenza ci sono sempre cose da fare, una volta deve correre in ospedale e un'altra volta bisogna buttare i mobili, oppure è urgente andare in farmacia a prendere questo o quello. Insomma, viviamo in un costante stato di ansia ed emergenza. Sta rovinando la mia vita, è diventata insopportabile. Non posso permettermi di scriverle un messaggio, perché la conversazione verte immediatamente sul suo stato di salute, sul quanto sia "nei guai fino al collo". Capita più volte che mi dica cose del tipo "non mi abbandonare", oppure, "io qui sono nella m*rda". Non mi permette di pensare ad altro, di distrarmi. È come se volesse ricordarmi in continuazione che lei sta male, che ha bisogno di me. Questo mi provoca uno stato di grande ansia e tristezza. Viviamo vicini, quasi nello stesso palazzo, e la mia compagna è incredibilmente paziente, ma anche lei non ne può più. Cosa posso fare? Di cosa soffre? Vi ringrazio in anticipo della risposta

8 risposte degli esperti per questa domanda

Ciao, grazie per aver condiviso la tua storia. Capisco quanto sia difficile e stressante vivere in una situazione come questa, soprattutto quando ti senti costantemente travolto dalle preoccupazioni e dalle richieste di tua madre. Quello che descrivi sembra essere un attaccamento molto forte, quasi morboso, in cui tua madre cerca di mantenere un controllo sulla tua attenzione e sul tuo tempo attraverso le sue lamentele di salute e le sue emergenze continue. Dal punto di vista dell’Analisi Transazionale, potremmo dire che tua madre sta agendo principalmente dal suo “Bambino Bisognoso”, quella parte di sé che cerca attenzione, rassicurazioni e cure, forse perché si sente vulnerabile dopo l’embolia polmonare e ha paura di essere abbandonata o di non essere più autonoma. Questo Bambino Bisognoso la porta a creare continuamente situazioni di emergenza, anche quando non ce n’è realmente bisogno, per assicurarsi che tu sia sempre lì per lei. 

Allo stesso tempo, potrebbe esserci anche un “Genitore Protettivo” che la spinge a cercare di controllare la situazione, magari perché si sente insicura o spaventata dalla sua condizione di salute. Questo mix di bisogni e paure la porta a comportarsi in modo iperprotettivo e ansioso, ma finisce per avere un effetto opposto: invece di avvicinarti, rischia di allontanarti, perché ti senti sopraffatto e incapace di vivere la tua vita in modo sereno. 

Tu, invece, sembri agire principalmente dal tuo “Genitore Nutritivo”, quella parte di te che si prende cura degli altri e cerca di rispondere alle richieste di tua madre, anche quando questo significa mettere da parte i tuoi bisogni. Tuttavia, è importante che anche tu ascolti il tuo “Bambino”, quella parte di te che ha bisogno di spazio, di tranquillità e di vivere la tua vita senza sentirsi costantemente in ansia. 

Per affrontare questa situazione, potresti provare a stabilire dei confini più chiari con tua madre. Non significa abbandonarla o smettere di aiutarla, ma trovare un equilibrio in cui tu possa essere presente senza sentirti sopraffatto. Ad esempio, potresti decidere di dedicare un momento specifico della giornata a lei, in cui ascolti le sue preoccupazioni e la aiuti, ma al di fuori di quel momento, cerchi di concentrarti sulla tua vita e sulle tue relazioni. Potresti anche provare a coinvolgere altri familiari o professionisti, come un medico o uno psicologo, che possano aiutare tua madre a gestire le sue ansie e le sue paure in modo più costruttivo. 

Infine, ricorda che non è compito tuo risolvere tutti i problemi di tua madre. Puoi essere presente e supportarla, ma non puoi vivere in uno stato di emergenza continua. Prenditi cura di te stesso e della tua relazione con la tua compagna, perché anche tu meriti di vivere serenamente. Se senti di averne bisogno, considera di chiedere supporto a un professionista, come uno psicologo, che possa aiutarti a gestire questa situazione in modo più equilibrato. Se vuoi parlarne ancora, sono qui per ascoltarti.

Buongiorno, da quello che leggo sua madre potrebbe soffrire di ipocondria.

È una patologia legata all'ansia che fa si che ogni sensazione "strana" percepita nel proprio corpo possa essere ricondotta ad una particolare malattia (spesso grave). 

Da quanto capisco sua madre ha subito probabilmente un trauma legato all'embolia. Mi pare di capire che da quel momento ha iniziato a manifestare i sintomi e le difficoltà che racconta...non accenna a altri familiari (fratelli o un padre) quindi immagino che sia solo nella gestione della mamma che forse è quindi sola. 

Sola. È qui il punto. Chiede di essere al centro della sua vita perché è sola. Cerca di attirare la sua attenzione. Le chiede di non abbandonarla e di aiutarla nelle varie visite perché ha solo lei. Ora per quanto sia possibile suggerirle cosa fare mi rendo conto che ci sia una forte difficoltà anche logistica visto che abitate anche vicini. Io le suggerisco di parlare con sua madre, di coinvolgerla in cose semplici ma che la distolgano dal pensiero delle malattie. Solitamente io do sempre un compito ai miei pazienti. Nel caso di sua madre e suo le suggerisco di comprare un paio di piantine e metterle sul balcone o sulla finestra dando a sua madre il compito di prendersene cura. È un'attività che potrebbe spostare la sua ansia altrove e convogliare le energie in altro. 

Ha qualche amica di sua mamma che potrebbe farle fare una piccola passeggiata ogni giorno? Basta anche solo 15 minuti soprattutto adesso che le giornate si allungano. Anche questo può aiutare a tenere a bada l ansia. Probabilmente sua madre potrebbe anche rifiutarsi ma ci provi e magari le prime volte la accompagni. Mi faccia sapere come va se le fa piacere. Un saluto 

Dott.ssa Valeria Carolina Paradiso

Dott.ssa Valeria Carolina Paradiso

Milano

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Francesco, tua madre sembra fissata su sintomi fisici, nonostante i vari tentativi di rassicurazione. Questo schema – in cui piccole sensazioni vengono interpretate come segnali di gravi malattie – è tipico di quello che in ambito clinico viene definito disturbo da sintomi somatici o, in maniera più colloquiale, ipocondria. Si tratta di una condizione in cui l’ansia per la salute diventa così pervasiva da influenzare la vita quotidiana. La costante richiesta di attenzioni e il timore di essere "abbandonata" indicano una forte dipendenza emotiva. Tua madre, da un lato, manifesta una grande ansia per il proprio stato di salute, mentre dall’altro sembra cercare in te una fonte costante di rassicurazione e supporto. Questo legame eccessivamente dipendente può rendere difficile per te e la tua compagna mantenere i vostri spazi emotivi e vivere serenamente.
Cerca di esprimere a tua madre, in maniera calma e rispettosa, come il continuo focalizzarsi sui problemi di salute stia influenzando anche te e la vostra vita quotidiana. Sarebbe utile che tua madre si confrontasse con uno psicologo,  specialmente se il suo modo di vivere l’ansia sta compromettendo la qualità della vita sua e della famiglia. Anche per te e la tua compagna potrebbe essere prezioso un supporto terapeutico, per gestire lo stress e imparare strategie di coping efficaci. Considera la possibilità di un percorso di terapia familiare così da affrontare insieme le dinamiche relazionali e stabilire nuovi modi di comunicare.

Dott.ssa Antonella Bellanzon

 

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Massa-Carrara

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

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Buonasera, sua madre probabilmente ha molta paura. L esperienza che ha vissuto forse le ha causato questo terrore di stare da sola. Le mie sono mere supposizioni basate sul nulla si dovrebbe indagare di più.

Di soluzioni pronte non ce ne sono ma se ha bisogno rimango a disposizione,

Dott Ssa Casumaro Giada 

Dott.ssa Giada Casumaro

Dott.ssa Giada Casumaro

Modena

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Buongiorno Francesco,

da quanto scrive si percepisce chiaramente il senso di pesantezza ma anche di pena che prova per la situazione di sua madre, oltre che per se stesso e la sua compagna. Sembrate davvero in una condizione di scacco. Invece bisogna sempre provare ad agire, anche a piccoli passi, per provare a migliorare la qualità della propria vita. Lei lo ha fatto scrivendo qui. E' un primo passo. Mi sentirei di suggerirle una strategia per far sì che sua madre abbia l'aiuto di cui necessita e a cui ha diritto (perché chiaramente è una persona fragile, che non sta bene), sollevando però al contempo lei come unico "care giver" di una donna che dev'essere curata da professionisti. Non conosco la sua zona di residenza precisa. Se vuole resto a disposizione per darle indicazioni maggiori e anche un supporto per sè.

Buona giornata e auguri per il suo percorso

Monza

Dott.ssa Francesca Fontana

Dott.ssa Francesca Fontana

Monza e della Brianza

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Buongiorno, come lei giustamente ha pensato, la sua malattia - forse la paura di poter perdere il proprio figlio - ha attivato in sua mamma forti angosce di abbandono che si riattivano quotidianamente, ottenendo però purtroppo l'effetto contrario a quello desiderato. Non so il papà che ruolo abbia in questa dinamica ma come lei scrive: "È come se volesse ricordarmi in continuazione che lei sta male, che ha bisogno di me". Sicuramente uno spazio in cui elaborare tutto ciò è molto utile per superare questa situazione, per lei e per sua mamma.

Dott.ssa Prisca Puoti

Dott.ssa Prisca Puoti

Milano

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Ciao,

Ti ringrazio per aver condiviso la tua esperienza e posso immaginare quanto questa situazione ti stia causando stress, ansia e tristezza. Quello che descrivi sembra essere un comportamento che potrebbe essere legato a un disturbo psicologico noto come "disturbo somatoforme" o, in alcuni casi, "disturbo di somatizzazione", in cui la persona manifesta continui sintomi fisici che non hanno una base medica comprovata, ma che sono radicati in un disagio emotivo o psicologico. La difficoltà di tua madre di distogliere l'attenzione dai suoi presunti malesseri fisici potrebbe anche essere legata a una forte ansia, paura della malattia o necessità di ottenere attenzione e supporto costante da parte tua.

Il comportamento che descrivi, in cui le sue preoccupazioni per la salute diventano il fulcro costante delle interazioni, può essere estremamente usurante e può portare anche a una sorta di dipendenza emotiva nei tuoi confronti. Il fatto che continui a enfatizzare le sue difficoltà fisiche e a chiedere la tua presenza in modo ossessivo potrebbe riflettere una forma di ansia legata alla malattia, che la fa sentire in uno stato di emergenza perenne.

Da un punto di vista psicologico, potrebbe essere utile che tua madre intraprenda un percorso di supporto psicologico per esplorare le cause sottostanti di questo comportamento. Un approccio che potrebbe essere utile per lei potrebbe includere la terapia cognitivo-comportamentale, che aiuta a ristrutturare i pensieri disfunzionali e a sviluppare strategie per affrontare l'ansia e la preoccupazione eccessiva. Inoltre, un'attenzione particolare alla gestione dell'ansia e del dolore psicologico potrebbe aiutarla a trovare soluzioni per migliorare la sua qualità di vita e ridurre la sua dipendenza emotiva da te.

Per quanto riguarda te, è importante che tu prenda anche cura del tuo benessere emotivo, perché vivere in un costante stato di ansia e stress può avere effetti molto dannosi. Potresti considerare di fissare dei limiti chiari nei confronti di tua madre, trovando modi per dirle che, pur comprendendo la sua preoccupazione, anche tu hai bisogno di tempo per te e per la tua vita. Questo potrebbe essere fatto con gentilezza ma fermezza, magari anche con l'aiuto di una consulenza psicologica per imparare a gestire al meglio il carico emotivo che questa situazione ti sta provocando.

Se pensi che possa esserti utile, potremmo prendere un appuntamento per approfondire meglio la situazione e aiutarti a trovare modi pratici per affrontare questa situazione in modo equilibrato e sano.

Sono a tua disposizione per qualsiasi altro chiarimento.

Dott.ssa Alessia Federiconi

Dott.ssa Alessia Federiconi

Milano

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